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Allarme: tagli ai fondi PAC minacciano il futuro dell’agricoltura italiana

I previsti tagli ai fondi PAC mettono a rischio la sostenibilità e la competitività delle aziende agricole italiane, soprattutto in regioni vulnerabili come la Calabria. Scopri l'impatto e le possibili contromisure per proteggere il settore.
  • Tagli ai fondi PAC: rischio di perdita di 5 miliardi di euro.
  • Calabria: 65.000 imprese agricole a rischio per la PAC.
  • PAC incide per oltre il 50% sul reddito netto.

Allarme nel settore agricolo italiano: tagli ai fondi PAC e possibili conseguenze

Il settore agricolo italiano si trova ad affrontare una sfida significativa a causa dei previsti tagli ai fondi della Politica Agricola Comune (PAC). Questi tagli, che potrebbero ammontare a circa *5 miliardi di euro per l’Italia nel periodo 2021-2027, sollevano serie preoccupazioni per la sostenibilità e la competitività delle aziende agricole, soprattutto in un contesto di aumento dei costi di produzione.

La PAC, per decenni, ha rappresentato un pilastro fondamentale per l’agricoltura europea, garantendo stabilità dei redditi agli agricoltori e sicurezza alimentare ai cittadini. Tuttavia, la sua importanza nel bilancio comunitario è gradualmente diminuita, passando dall’assorbire quasi i tre quarti del budget negli anni Ottanta a meno di un terzo nel 2023. Questa riduzione, sia in termini percentuali che assoluti, ha portato a una diminuzione di circa 30 miliardi di euro all’anno destinati al settore agricolo.

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Impatto regionale e vulnerabilità del settore agricolo calabrese

Il Sud Italia, e in particolare la Calabria, è tra le regioni più esposte a queste riduzioni. La Calabria, con la sua forte vocazione agricola e migliaia di aziende impegnate in olivicoltura, agrumicoltura, viticoltura e zootecnia, rischia di subire un duro colpo. Si stima che oltre 65.000 imprese del territorio potrebbero patire le conseguenze dei futuri assetti della PAC, specialmente con l’introduzione del cosiddetto “fondo unico”, il quale ridurrebbe drasticamente i margini destinati allo sviluppo rurale.

Nel corso dell’ultimo decennio, la Calabria ha già visto una diminuzione media di 40 milioni di euro all’anno nei trasferimenti per l’agricoltura, una somma che ha avuto un impatto significativo su settori già precari. Un’analisi dell’Università di Perugia ha evidenziato la vulnerabilità della regione anche agli scenari geopolitici: un’eventuale adesione dell’Ucraina all’UE con gli attuali criteri di ripartizione potrebbe dimezzare i fondi per la Calabria, passando dagli attuali 384 milioni di euro all’anno a meno di 200 milioni.

Il dato più allarmante riguarda la dipendenza di molte aziende agricole calabresi dalla PAC, che rappresenta oltre il 50% del loro reddito netto. Senza questi aiuti, la sopravvivenza economica diventa impossibile, con il rischio di un’accelerazione dell’abbandono delle aree interne e montane e la perdita di presidio territoriale e tutela del paesaggio.

Reazioni e possibili contromisure

Di fronte a questa situazione, le organizzazioni agricole italiane, come Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani e Confagricoltura, hanno espresso forte preoccupazione e si sono mobilitate per difendere gli interessi del settore. Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha dichiarato che sono pronti a tornare in piazza contro una proposta inaccettabile, sottolineando come la futura PAC non possa subire ulteriori tagli né frammentarsi in 27 piani nazionali, che minerebbero la competitività e la coesione del settore a livello UE.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha definito l’attuale proposta della PAC come “da cancellare”, evidenziando la necessità di una politica agricola ambiziosa che metta al centro la produttività, la competitività e una semplificazione amministrativa. Ha inoltre sottolineato l’importanza di accelerare sul tema delle nuove tecniche genomiche (NGT), che sono ferme da troppo tempo a causa della burocrazia amministrativa di Bruxelles.

Il ministro per la Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha intessuto una tela diplomatica per contrastare la proposta della Commissione europea, ottenendo una riserva di fondi destinata alla Politica agricola comune all’interno del fondo unico. Tuttavia, ha sottolineato che questo non è sufficiente e che è necessaria una revisione della posizione della Commissione per evitare che fondi destinati all’agricoltura siano dirottati ad altri settori, mettendo a rischio il modello produttivo italiano.

Verso un futuro incerto: la necessità di una strategia nazionale

La riduzione dei fondi PAC rappresenta una sfida complessa per l’agricoltura italiana, che rischia di compromettere la sostenibilità economica delle aziende agricole, soprattutto quelle più piccole e vulnerabili. È fondamentale che l’Italia adotti una strategia nazionale per compensare il ritiro dell’Europa e sostenere il settore agricolo, preservando la sua identità e il suo ruolo cruciale nella tutela del territorio e della sicurezza alimentare.

In questo scenario, è essenziale che le politiche agricole nazionali e regionali siano in grado di compensare il ridimensionamento dei fondi europei, garantendo un sostegno adeguato agli agricoltori e promuovendo l’innovazione e la sostenibilità. Solo così sarà possibile preservare il patrimonio agricolo italiano e garantire un futuro prospero per il settore.

Resilienza Agricola: Navigare le Sfide con Innovazione e Tradizione

Amici lettori, in questo momento di incertezza per il settore agricolo, è fondamentale ricordare che l’agricoltura è da sempre un’arte di adattamento e resilienza. Come dicevano i nostri nonni, “chi semina nel pianto, raccoglie nel canto”. Questa saggezza popolare ci ricorda che anche nei momenti più difficili, la dedizione e l’impegno possono portare a risultati positivi.

Una nozione base di agricoltura che può aiutarci in questo contesto è la diversificazione delle colture. Non mettere tutte le uova nello stesso paniere, come si suol dire, significa ridurre i rischi e aumentare la resilienza dell’azienda agricola.

A un livello più avanzato, possiamo considerare l’agricoltura di precisione*, che utilizza tecnologie avanzate come sensori, droni e software per ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre gli sprechi. Questo approccio consente di coltivare in modo più efficiente e sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e aumentando la redditività.

Riflettiamo insieme: come possiamo, come società, sostenere i nostri agricoltori in questo momento di transizione? Quali sono le azioni concrete che possiamo intraprendere per garantire un futuro prospero per l’agricoltura italiana? La risposta a queste domande è nelle nostre mani.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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