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- Il vivaio distrutto l'8 settembre 2025 ha perso 40 anni di dati.
- Dal 1° ottobre al 25 novembre 2024, 250 incidenti documentati.
- A Gaza distrutto l'86% dei campi coltivati dai bombardamenti.
- 70.000 tonnellate di rifiuti solidi riversati a Gaza.
- 100.000 metri cubi di reflui nel mare a Gaza.
Una Minaccia Sistemica all’Agricoltura e alla Sopravvivenza
La distruzione dell’agricoltura palestinese, un atto subdolo quanto efficace, si configura come una vera e propria strategia di ecocidio. Dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania, le azioni intraprese rendono di fatto impraticabile la coltivazione e l’allevamento, minando la sicurezza alimentare e la resilienza delle comunità locali. L’incendio doloso del vivaio Mishtil Al-Junaidy Al-Hadith a Deir Sharaf, avvenuto l’8 settembre 2025, ne è un esempio lampante. Questo vivaio, un importante distributore di sementi in Cisgiordania e cuore pulsante dell’agricoltura regionale, è stato deliberatamente attaccato da coloni israeliani, con conseguenze devastanti per la produzione di piante di ulivo e mandorlo, colture fondamentali per la sicurezza alimentare palestinese. La distruzione di oltre quarant’anni di dati agricoli rappresenta una perdita inestimabile per la regione.
La Cisgiordania: Una Terra Contesa e un’Agricoltura Sotto Assedio
In Cisgiordania, la situazione è altrettanto critica. La sistematica sottrazione di terra ai palestinesi da parte dei coloni israeliani, iniziata nel 1967 con l’occupazione militare, ha frammentato il territorio e reso estremamente difficile l’accesso ai terreni agricoli. Le restrizioni imposte dalle forze dell’ordine israeliane, unite agli attacchi violenti dei coloni, hanno privato gli agricoltori dei loro mezzi di sussistenza. Nel periodo tra il 1° ottobre e il 25 novembre 2024, le Nazioni Unite hanno documentato 250 incidenti legati ai coloni in 88 comunità della Cisgiordania, con 57 palestinesi feriti e oltre 2.800 alberi, per lo più ulivi, bruciati, segati o vandalizzati. Il furto di bestiame, principalmente ovini, è stato segnalato in almeno 46 episodi, con il rapimento di diverse centinaia di animali in alcuni casi. La distruzione di uliveti, una pratica definita “arboricidio”, rappresenta un colpo durissimo per l’economia locale, considerando che fino a un terzo della popolazione palestinese della Cisgiordania dipende dagli ulivi e dai loro prodotti.

- È una tragedia inaccettabile, dobbiamo fare qualcosa per aiutare......
- L'articolo ignora completamente le ragioni della sicurezza di Israele......
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Gaza: Un Ecocidio in Atto e Conseguenze Devastanti
La situazione nella Striscia di Gaza è ancora più drammatica. I continui bombardamenti hanno causato la distruzione dell’86% dei campi coltivati, rendendo la maggior parte dei terreni impraticabile. L’analisi satellitare rivela la devastazione di circa il 38-48% della copertura arborea e dei terreni agricoli. Gli uliveti e i poderi sono stati rasi al suolo, il suolo e le falde acquifere sono stati contaminati da munizioni e tossine, il mare è invaso da liquami e rifiuti, e l’aria è inquinata da fumo e particolato. La distruzione delle infrastrutture civili, tra cui lo smaltimento dei rifiuti e il trattamento delle acque reflue, ha portato all’accumulo di 70.000 tonnellate di rifiuti solidi e al riversamento giornaliero di ben *100.000 metri cubi di reflui nel mare*. La mancanza di acqua potabile costringe la popolazione a dipendere dall’acqua salata per lavarsi e bere, con gravi conseguenze per la salute. La distruzione degli impianti di energia solare, essenziali per il trattamento e la depurazione dell’acqua, aggrava ulteriormente la crisi umanitaria.
Resilienza e Speranza: Un Futuro Possibile per l’Agricoltura Palestinese
Nonostante le immense difficoltà, la resilienza del popolo palestinese e la sua profonda connessione con la terra rappresentano un barlume di speranza. La ricostruzione dell’agricoltura palestinese richiederà un impegno internazionale concreto e duraturo, volto a garantire l’accesso alle risorse naturali, la protezione dei terreni agricoli e il sostegno agli agricoltori. È fondamentale promuovere pratiche agricole sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici, investire in tecnologie innovative e favorire la diversificazione delle colture. Solo così sarà possibile garantire la sicurezza alimentare e la dignità del popolo palestinese.
Un’Ultima Riflessione: L’Agricoltura Come Fondamento di Civiltà
Amici lettori,
Vorrei condividere con voi una riflessione sull’importanza dell’agricoltura, un’attività che da millenni nutre l’umanità e ne plasma le civiltà. L’agricoltura non è solo la produzione di cibo, ma è anche un elemento fondamentale per la conservazione del paesaggio, la tutela della biodiversità e la trasmissione di saperi ancestrali.
Una nozione base di agricoltura, che spesso dimentichiamo, è che il suolo è un bene prezioso e non rinnovabile. La sua fertilità dipende da un equilibrio delicato tra materia organica, microrganismi e nutrienti, che può essere facilmente compromesso da pratiche agricole intensive e dall’inquinamento.
Un concetto di agricoltura avanzata, applicabile al contesto palestinese, è l’agroecologia, un approccio che integra i principi dell’ecologia nella gestione agricola, promuovendo la diversificazione delle colture, la rotazione delle colture, l’uso di fertilizzanti naturali e la lotta biologica ai parassiti. L’agroecologia può contribuire a ripristinare la fertilità del suolo, ridurre la dipendenza da input esterni e aumentare la resilienza delle aziende agricole ai cambiamenti climatici.
Vi invito a riflettere sul ruolo che ognuno di noi può svolgere per sostenere un’agricoltura più giusta e sostenibile, scegliendo prodotti locali e biologici, riducendo lo spreco alimentare e sostenendo le iniziative di solidarietà con le comunità agricole in difficoltà. Solo così potremo costruire un futuro in cui il cibo sia un diritto per tutti e non un privilegio per pochi.