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- Shanghai automatizza 6.666 ettari agricoli entro quest'anno.
- Resa di 7,54 tonnellate di riso per ettaro nel 2024 a Shanghai.
- Cina detiene il 68,5% delle scorte mondiali di mais.
- Circa 800 iniziative imprenditoriali fondate sul sostegno comunitario.
- Cina consuma quasi il 40% della produzione mondiale di pesticidi.
Un esempio notevole è la cooperativa Tushibao, situata nelle vicinanze di Shanghai, dove la coltivazione del riso si avvale di sensori, droni e macchinari automatici. Questo metodo innovativo cerca di sopperire alla carenza di forza lavoro e al disinteresse dei giovani per le tradizionali professioni agricole. L’ambizioso traguardo di Shanghai consiste nell’automatizzare più di 6.666 ettari di terreni agricoli entro l’anno in corso. Nel 2024, Shanghai ha conseguito un rendimento di *7,54 tonnellate di riso per ettaro, posizionandosi tra le zone più produttive della nazione.
Questa trasformazione si inserisce in una strategia nazionale più ampia, che include serre digitali nello Zhejiang e cluster sperimentali come la Fuxi Farm. Il piano quinquennale 2024-2028 prevede un forte impulso allo smart farming. Tuttavia, questo sviluppo tecnologico porta con sé questioni cruciali: chi avrà il controllo sui dati, a chi apparterranno le infrastrutture e come verrà ripartito il valore prodotto? La Cina, con le sue politiche alimentari orientate all’incremento della produzione e al miglioramento della qualità, punta a rafforzare il suo ruolo globale in agricoltura. Il presidente Xi Jinping ha sottolineato l’importanza di consolidare le “basi della sicurezza alimentare a tutti gli effetti”, garantendo che la Cina possa nutrire la sua popolazione.
La rivoluzione digitale nelle campagne cinesi
Gli agricoltori cinesi stanno accogliendo la rivoluzione digitale per bypassare la lunga filiera di intermediari e relazionarsi direttamente con i consumatori. Molti agricoltori, però, non sono nativi digitali e hanno bisogno di una formazione specifica. Proprio per questo, sono nate nuove scuole che offrono corsi intensivi per istruirli su come integrare le tecniche agricole con le vendite in streaming. Questi corsi, con una durata di quattro giorni e un costo approssimativo di 635 euro, forniscono le competenze indispensabili per sfruttare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Come ha affermato Gao Chaorong, “dobbiamo diventare agricoltori della nuova era”.
Il governo cinese sta supportando questa evoluzione tramite investimenti in infrastrutture e un ampliamento della copertura internet nelle zone rurali. Questa metamorfosi digitale non solo incrementa le opportunità di vendita per gli agricoltori, ma contribuisce anche a ridurre gli sprechi alimentari, dando loro la possibilità di consegnare il raccolto direttamente ai consumatori. La Cina, consapevole dell’importanza della sicurezza alimentare, detiene una quota significativa delle scorte mondiali di cereali e semi oleosi. Stando alle stime dell’USDA, alla fine di quest’anno la Cina avrà il 68,5% delle scorte mondiali di mais, il 30,3% di quelle di soia, il 54% di quelle di grano, il 20,9% degli stock mondiali di colza e il 63% dei magazzini di riso.
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Agricoltura sostenuta dalla comunità e rigenerazione rurale
Un altro elemento interessante dell’agricoltura cinese è lo sviluppo dell’agricoltura sostenuta dalla comunità (CSA) e della rigenerazione rurale. Questo movimento si propone di ricollegare gli abitanti delle città con quelli delle campagne, incentivando filiere corte, commercio equo a livello locale e pratiche agricole a basso impatto ambientale. Negli ultimi cinque anni, in Cina si è assistito alla nascita di circa ottocento iniziative imprenditoriali fondate sul sostegno comunitario. Queste aziende offrono la possibilità a famiglie e gruppi di “coltivatori del fine settimana” di imparare a produrre e raccogliere il proprio cibo in orti condivisi. Come ha affermato Chen Li Yan, uno dei fondatori di Shared Harvest, “ci ritroviamo a mangiare cibo ogni giorno più insicuro e avvelenato”.
Il movimento della “Nuova Rigenerazione Rurale” sta portando giovani altamente qualificati a trasferirsi nelle campagne, contribuendo a rivitalizzare le aree rurali economicamente e socialmente depresse. Shi Yan, figura apicale nella rete Urgenci, ha evidenziato come l’Agricoltura Supportata dalla Comunità si presenti come una tra le soluzioni più promettenti, rappresentando l’unico paradigma agricolo in cui i consumatori sono disposti ad accettare di condividere tanto le difficoltà quanto i vantaggi con i produttori agricoli. Questo sistema costruisce una relazione di fiducia e riallaccia il legame tra le persone e la terra da cui proviene il loro nutrimento. Il movimento CSA ha influenzato le politiche governative, portando al riconoscimento della “multifunzionalità” dell’agricoltura e alla promulgazione della legge sulle cooperative agricole professionali nel 2007.

Sfide e opportunità per il futuro dell’agricoltura cinese
Nonostante i progressi compiuti, l’agricoltura cinese deve affrontare sfide significative, tra cui la questione della terra, l’inquinamento agricolo e la necessità di garantire una distribuzione equa dei benefici derivanti dall’innovazione tecnologica. La Cina consuma quasi il 40% della produzione mondiale di pesticidi e fertilizzanti chimici, e l’urbanizzazione aggressiva sta privando molti contadini della terra. Tuttavia, il movimento della “Nuova Rigenerazione Rurale” sta cercando di affrontare queste sfide promuovendo pratiche agricole sostenibili e coinvolgendo i consumatori nella costruzione di sistemi alimentari alternativi. La Cina sta anche prestando sempre più attenzione alla qualità e alla sicurezza alimentare, investendo nella ricerca di nuove varietà di colture di alta qualità e sviluppando soluzioni per rilevare gli inquinanti e intervenire per un’agricoltura più verde.
La Cina, con la sua combinazione di innovazione tecnologica, politiche governative mirate e movimenti sociali attivi, rappresenta un modello interessante per il futuro dell’agricoltura. Sebbene il modello cinese presenti peculiarità uniche, l’Unione Europea potrebbe trarre ispirazione da alcuni dei suoi aspetti, come l’attenzione alla ricerca e allo sviluppo, la promozione di pratiche agricole sostenibili e l’importanza della multifunzionalità dell’agricoltura. La Cina, consapevole dell’importanza strategica dell’agricoltura, sta investendo massicciamente in questo settore, con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimentare, ridurre la povertà e rafforzare il suo ruolo globale. Come ha affermato Xi Jinping, “le rivoluzioni e i governi stanno in piedi finché la tavola è imbandita”.
Verso un’Agricoltura Resiliente e Inclusiva
L’agricoltura cinese, come abbiamo visto, è un campo in rapida evoluzione, caratterizzato da una forte spinta all’innovazione tecnologica e da un crescente interesse per la sostenibilità. Ma cosa possiamo imparare da questa esperienza? E come possiamo applicare queste lezioni al contesto agricolo italiano?
Innanzitutto, è fondamentale comprendere l’importanza della rotazione delle colture. Questa pratica agricola, nota fin dall’antichità, consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno, al fine di migliorare la fertilità del suolo, ridurre l’incidenza di parassiti e malattie e aumentare la resa complessiva. In un contesto come quello cinese, dove la pressione sulla terra è elevata, la rotazione delle colture può contribuire a preservare la risorsa suolo e a garantire una produzione agricola sostenibile nel tempo.
Ma la rotazione delle colture non è sufficiente. Per affrontare le sfide del futuro, è necessario adottare un approccio più olistico, che tenga conto della complessità degli ecosistemi agricoli e delle interazioni tra le diverse componenti. In questo senso, l’agricoltura rigenerativa* rappresenta una frontiera promettente. Questa pratica, basata sui principi dell’ecologia, mira a ripristinare la salute del suolo, aumentare la biodiversità e migliorare la resilienza degli agroecosistemi ai cambiamenti climatici. L’agricoltura rigenerativa non è solo una tecnica agricola, ma una vera e propria filosofia, che pone al centro la cura della terra e la creazione di valore per le comunità rurali.
Riflettiamo: l’agricoltura non è solo una questione di numeri e di rese. È un’attività profondamente umana, che coinvolge la nostra storia, la nostra cultura e il nostro rapporto con la natura. Investire in un’agricoltura resiliente e inclusiva significa investire nel nostro futuro, nella nostra salute e nel benessere delle generazioni a venire.