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- L'eccesso di azoto aumenta il rischio di mal secco.
- La salinizzazione del suolo danneggia le radici degli agrumi.
- Stallatico pellettato: circa 1000 kg per ettaro.
Agrumi in Crisi: Indagine sui Fertilizzanti e Alternative Sostenibili
La filiera agrumicola italiana si trova di fronte a una sfida crescente: la progressiva sofferenza degli agrumeti. Questo declino, spesso silente, è caratterizzato da una diminuzione della produttività, da un’alterazione della qualità dei frutti e, in ultima analisi, da un impoverimento del suolo. Le cause sono molteplici e complesse, ma un fattore preponderante sembra essere l’uso improprio e talvolta eccessivo di fertilizzanti chimici. La notizia è rilevante poiché mette in discussione pratiche agricole consolidate e sollecita una riflessione profonda sulla sostenibilità dell’agricoltura moderna, specialmente nel settore agrumicolo, cruciale per l’economia del Mezzogiorno.
L’ombra dei fertilizzanti chimici: un’analisi critica
L’impiego di fertilizzanti chimici, spesso presentati come soluzioni rapide ed efficaci per incrementare la produzione, si è rivelato nel tempo un’arma a doppio taglio. La promessa di raccolti abbondanti e di frutti perfetti ha sedotto molti agricoltori, portandoli a trascurare le esigenze intrinseche del suolo e delle piante. L’eccessiva somministrazione di azoto, ad esempio, può interferire con la naturale lignificazione dei tessuti, esponendo gli agrumi al rischio di mal secco, una patologia particolarmente aggressiva per i limoni. Inoltre, una sovrabbondanza di azoto può indurre le piante a germogliare fuori stagione, compromettendo la successiva fruttificazione. Un’altra insidia è rappresentata dall’eccesso di fosforo, che può ostacolare l’assorbimento di microelementi essenziali come il ferro, dando origine alla clorosi ferrica, facilmente riconoscibile per l’ingiallimento delle foglie.
Non meno preoccupante è l’accumulo di sali nel suolo, una conseguenza diretta dell’uso prolungato di fertilizzanti chimici. Questa salinizzazione progressiva può danneggiare irreparabilmente le radici degli agrumi, compromettendone la capacità di assorbire acqua e nutrienti. In casi estremi, può sopraggiungere anche una carenza di potassio, un elemento fondamentale per la salute delle piante, che si manifesta con una colorazione anomala delle foglie e un’alterazione della qualità dei frutti.
Ma gli effetti negativi dei fertilizzanti chimici non si limitano alla sfera vegetale. L’inquinamento delle falde acquifere, l’alterazione della composizione dell’aria e la compromissione della biodiversità del suolo sono conseguenze ambientali altrettanto gravi. L’uso massiccio di questi prodotti può decimare la popolazione di microrganismi benefici che popolano il suolo, alterando l’equilibrio ecologico e rendendo il terreno sempre meno fertile e ospitale.
Va inoltre sottolineato che il mercato dei fertilizzanti è spesso dominato da prodotti “miracolosi” che promettono risultati straordinari con il minimo sforzo. Questi preparati, sovente a base di miscele chimiche complesse, promettono raccolti da record, frutti di dimensioni eccezionali e piante resistenti a ogni avversità. Tuttavia, è fondamentale esercitare un sano scetticismo di fronte a tali promesse. Nessun fertilizzante, per quanto sofisticato, può sostituire una gestione oculata del suolo, una concimazione equilibrata e pratiche agricole rispettose dell’ambiente. L’impiego indiscriminato di questi prodotti può generare squilibri nutrizionali, danni irreversibili al suolo e, nel lungo periodo, una drastica riduzione della produttività. È quindi essenziale che gli agricoltori siano consapevoli dei rischi connessi all’uso eccessivo di fertilizzanti chimici e che si orientino verso alternative più sostenibili e responsabili.

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Il ritorno alla terra: la concimazione biologica come soluzione
Di fronte alle criticità evidenziate dall’uso dei fertilizzanti chimici, un numero crescente di agricoltori sta riscoprendo i benefici della concimazione biologica. Questo approccio, basato sull’impiego di sostanze organiche naturali come compost, letame maturo e sovescio, permette di nutrire le piante in modo equilibrato, senza impoverire il suolo e senza danneggiare l’ambiente. La concimazione biologica stimola la crescita di microrganismi benefici nel suolo, migliorandone la struttura e la capacità di trattenere acqua e nutrienti. Questo favorisce una maggiore resistenza delle piante alle malattie e agli stress ambientali.
Un esempio virtuoso è rappresentato dall’utilizzo di concimi solidi a base di AGROGEL®, una gelatina idrolizzata per uso agricolo. Questo prodotto, derivato da fonti naturali, apporta al suolo azoto, fosforo, potassio, calcio, zolfo e magnesio, arricchendolo di sostanza organica e rendendo i nutrienti più facilmente assimilabili dalle piante. L’AGROGEL® favorisce inoltre il riequilibrio del pH del suolo, contrastando fenomeni di clorosi ferrica. Questa matrice proteica migliora la fertilità e le caratteristiche del suolo, per cui le applicazioni alla ripresa vegetativa con FERTIL 10 o PROGRESS MICRO e, in post raccolta, con FERTIL, determinano le condizioni ideali per un’alta resa finale.
Anche interventi mirati per via fogliare e in fertirrigazione possono contribuire a migliorare la salute e la produttività degli agrumeti. L’impiego in fertirrigazione di ILSADRIP FORTE e ILSADRIP FERRO durante le fasi vegetative, di ETIXAMIN DF in post-allegagione e di ETIXAMIN BIO-K nella fase finale di ingrossamento dei frutti permette di apportare azoto e carbonio organico, ferro, potassio e un elevato contenuto di amminoacidi, che hanno anche un effetto benefico sul metabolismo vegetale. Gli amminoacidi, ottenuti attraverso un processo di idrolisi enzimatica di collagene (FCEH®), danno origine al GELAMIN®, una gelatina idrolizzata fluida per uso agricolo, matrice di altissima qualità ed efficacia, base per tutti i concimi liquidi. GELAMIN® è la matrice di base anche dei concimi liquidi per uso fogliare che quindi hanno un doppio effetto, nutrizionale e anti-stress. ILSAMIN MULTI e ILSAMIN N90, nelle prime fasi successive al germogliamento, consentono lo sviluppo e il mantenimento di una vegetazione verde ed efficiente dal punto di vista fotosintetico limitando molto gli effetti da stress derivati da abbassamenti temici, che ormai in primavera sono diventati una routine. ILSAMIN BORO in fioritura, ILSAMIN CALCIO ed ETIXAMIN BIO-K durante l’ingrossamento dei frutti favoriscono sia l’aumento della percentuale di allegagione che l’ottenimento di una pezzatura e una colorazione uniformi migliorando il valore della produzione sotto tutti gli aspetti, quantitativo e qualitativo.
Numerose aziende agricole stanno dimostrando che è possibile coltivare agrumi di alta qualità nel rispetto dell’ambiente. L’azienda Porreca, situata a Scanzano Jonico, in provincia di Matera, ha ottenuto un notevole aumento della percentuale di allegagione grazie all’applicazione al suolo di Progress Micro e agli interventi fogliari con Ilsamin N90, Ilsamin Multi, IlsaC-on e Ilsamin Boro. La cooperativa Agri-Bio L’arcobaleno, con sede a Villafranca Sicula, in provincia di Agrigento, ha invece raggiunto risultati eccellenti nella coltivazione di arance Washington Navel, ottenendo frutti di maggiore pezzatura e colore più intenso grazie all’adozione della metodologia ILSA al suolo, in fertirrigazione e per via fogliare. Questi esempi concreti dimostrano che la concimazione biologica e le pratiche agricole sostenibili possono portare a risultati tangibili e duraturi.
La concimazione su misura: calendario e piano personalizzato
La concimazione degli agrumi non può essere ridotta a una formula standard. Le esigenze delle piante variano in funzione della specie, dell’età, delle caratteristiche del suolo e delle condizioni climatiche. È quindi fondamentale adottare un approccio personalizzato, basato sull’analisi del suolo e sulla conoscenza approfondita delle esigenze specifiche di ciascuna pianta. Per gli agrumi coltivati in vaso, è essenziale utilizzare un terriccio di qualità, ben drenato e ricco di sostanza organica. La concimazione deve essere effettuata regolarmente durante il periodo vegetativo, impiegando fertilizzanti specifici per agrumi, preferibilmente di origine biologica. Un piano efficace può prevedere l’impiego di stallatico pellettato (circa 1000 kg per ettaro) e, durante la ripresa vegetativa (nel mese di marzo), solfato ammonico, somministrato tramite fertirrigazione o distribuito direttamente sul terreno. A distanza di una settimana, è consigliabile integrare il magnesio (30-40 kg per ettaro in fertirrigazione), seguito, dopo un’ulteriore settimana, da un concime a base di ferro (10-15 kg per ettaro) e da un concime organico come la leonardite.
Nel caso di agrumeti coltivati in campo aperto, è necessario valutare attentamente le caratteristiche del suolo e le esigenze nutrizionali delle piante prima di definire il tipo di fertilizzante e il piano di concimazione. È preferibile optare per concimazioni frazionate, distribuendo il fertilizzante in più interventi per evitare perdite per dilavamento e garantire un apporto costante di nutrienti. Il periodo ideale per la concimazione degli agrumi è la primavera, quando le piante riprendono la loro attività vegetativa. Tuttavia, è importante preparare il terreno già durante l’inverno, apportando sostanze organiche e correggendo eventuali squilibri. Durante l’inverno, è fondamentale preparare il terreno e la pianta per la nuova stagione produttiva. La concimazione serve a restituire al terreno i nutrienti asportati e a fornire i macro e microelementi essenziali per la fioritura e l’allegagione. L’azoto (N) è l’elemento più importante in questa fase, seguito dal fosforo (P) e dal potassio (K). Da marzo a maggio, la concimazione deve focalizzarsi sull’apporto di fosforo e potassio, essenziali per lo sviluppo dei fiori e dei frutti. Il fosforo è fondamentale per i processi biochimici della pianta e la sua mancanza può causare filloptosi (caduta precoce delle foglie) e ritardo nella fioritura. Il potassio regola il potenziale osmotico e la fotosintesi, influenzando anche la qualità del frutto. A fine estate, l’assorbimento di azoto aumenta, rendendo necessaria una concimazione che favorisce la crescita e la colorazione dei frutti, oltre a preparare la pianta per la stagione successiva.
Un approccio corretto alla concimazione degli agrumi richiede quindi una conoscenza approfondita delle esigenze delle piante, un’attenta analisi del suolo e una scelta consapevole dei fertilizzanti da utilizzare. Solo in questo modo è possibile garantire una produzione di qualità nel rispetto dell’ambiente.
Verso un futuro sostenibile: l’agrumicoltura del domani
L’agrumicoltura italiana si trova a un bivio. Da un lato, la strada dell’intensificazione e dell’uso indiscriminato di fertilizzanti chimici, che promette risultati immediati ma che rischia di compromettere la salute del suolo e delle piante nel lungo periodo. Dall’altro, la via della sostenibilità, che richiede un approccio più consapevole e rispettoso dell’ambiente, ma che può garantire una produzione di qualità e un futuro prospero per il settore. È giunto il momento di abbandonare le promesse ingannevoli dei “fertilizzanti miracolosi” e di abbracciare un modello di agricoltura che metta al centro la salute delle piante, la qualità del suolo e il rispetto per l’ambiente. Solo così potremo salvaguardare un patrimonio agricolo prezioso e garantire un futuro sostenibile per l’agrumicoltura italiana.
Amici lettori, spero che questo articolo vi sia stato utile. Un concetto fondamentale in agricoltura, applicabile anche alla coltivazione degli agrumi, è la legge del minimo. Questa legge, formulata dal chimico tedesco Justus von Liebig nel 1840, afferma che la crescita di una pianta è limitata dall’elemento nutritivo presente in quantità minore, anche se tutti gli altri elementi sono disponibili in quantità sufficienti. In altre parole, se un terreno è carente di un determinato elemento, come ad esempio il ferro, la pianta non potrà crescere in modo ottimale, anche se tutti gli altri nutrienti sono presenti in abbondanza. Per superare questa limitazione, è necessario individuare l’elemento carente e integrarlo nel terreno. Una tecnica più avanzata è la fertirrigazione, che consiste nella somministrazione di fertilizzanti direttamente nell’acqua di irrigazione. Questo permette di distribuire i nutrienti in modo uniforme e di renderli più facilmente assimilabili dalle piante. Infine, invito ciascuno di voi a riflettere sul ruolo dell’agricoltura nella nostra società e sull’importanza di sostenere pratiche agricole sostenibili che preservino la salute del nostro pianeta.
- Analisi CDP sulla filiera agroalimentare italiana e scarsità delle materie prime.
- Guida completa per salvare gli agrumi dal mal secco, malattia menzionata.
- Pagina Yara sull'ingiallimento fogliare (clorosi ferrica) negli agrumi e soluzioni.
- Illustra i danni da salinità sulle foglie degli agrumi, problema ricorrente.