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Allarme gargano: deroga alla bruciatura minaccia salute e ambiente!

La decisione di autorizzare la bruciatura degli sfalci agricoli per contrastare la Xylella solleva preoccupazioni per l'inquinamento atmosferico e gli incendi, aprendo un acceso dibattito sulle alternative sostenibili e la salute pubblica.
  • Il PM10 è cresciuto di 4-5 volte superando i limiti di legge.
  • Picchi di polveri sottili a 400 mg/mc, limite giornaliero 50 mg/mc.
  • Legge regionale n. 38 del 2016 proibisce combustione in zone protette.

## La controversa deroga alla bruciatura

La decisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di autorizzare, in via eccezionale, la bruciatura degli sfalci agricoli nel territorio del Gargano, con l’obiettivo di contrastare l’avanzata della Xylella fastidiosa, ha sollevato un acceso dibattito. Questa misura, che rappresenta una deroga alle normative regionali esistenti, si pone come un tentativo di bilanciare la necessità di proteggere il patrimonio olivicolo locale con i potenziali rischi per la salute pubblica e l’ambiente. La Xylella, un batterio patogeno che si diffonde attraverso insetti vettori, sta infatti causando ingenti danni al settore agricolo pugliese, minacciando la sopravvivenza di ulivi secolari e mettendo a rischio un intero ecosistema. Il Gargano, con la sua ricca biodiversità e il suo paesaggio unico, rappresenta un’area particolarmente vulnerabile a questa minaccia.
La deroga alla bruciatura è stata accolta con favore da molti agricoltori, che la considerano uno strumento efficace e a basso costo per eliminare i residui colturali infetti e prevenire la diffusione del batterio. Tuttavia, questa pratica comporta anche una serie di rischi significativi. La combustione degli sfalci agricoli libera nell’atmosfera sostanze inquinanti come il particolato fine (PM10 e PM2.5), gli ossidi di azoto (NOx) e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), che possono avere effetti negativi sulla salute umana, in particolare a livello respiratorio e cardiovascolare. Inoltre, il fuoco incontrollato può facilmente propagarsi, soprattutto durante i periodi di siccità, causando incendi che mettono a rischio l’incolumità delle persone e la conservazione dell’ambiente. Nel complesso, si tratta di un problema complesso che chiama in causa le nostre responsabilità.

Il Ministero dell’Ambiente, nel motivare la sua decisione, ha sottolineato la necessità di supportare gli agricoltori del Gargano, che si trovano ad affrontare difficoltà operative ed economiche legate alla morfologia impervia del territorio e ai costi elevati delle alternative alla bruciatura. La legge regionale pugliese n. 38 del *2016, la quale proibisce la combustione dei residui agricoli in zone protette e nei siti della Rete Natura 2000, consente tuttavia eccezioni in presenza di emergenze fitosanitarie o qualora sia tecnicamente impossibile adottare metodi alternativi, previo rilascio di certificazione dall’Osservatorio fitopatologico regionale o dalla Sezione Foreste. Ed è proprio su queste eccezioni che si fonda il provvedimento ministeriale, il quale ha anche manifestato la sua disponibilità a partecipare a un confronto tecnico con la Regione Puglia e le altre autorità competenti, con l’intento di esaminare la situazione fitosanitaria locale e definire strategie condivise che salvaguardino simultaneamente l’ambiente, la salute dei cittadini e le attività agricole.

## Rischi ambientali e sanitari: un’analisi approfondita

La combustione degli sfalci agricoli comporta l’emissione di una vasta gamma di sostanze inquinanti che possono avere impatti significativi sulla qualità dell’aria e sulla salute umana. Il particolato fine (PM10 e PM2.5), in particolare, rappresenta una seria minaccia per la salute respiratoria, in quanto è in grado di penetrare in profondità nei polmoni e causare infiammazioni, irritazioni e un aumento del rischio di malattie croniche come l’asma e la bronchite. Gli ossidi di azoto (NOx), invece, contribuiscono alla formazione dell’ozono troposferico, un altro inquinante atmosferico irritante per le vie respiratorie e dannoso per la vegetazione. Infine, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), alcuni dei quali sono noti cancerogeni, possono accumularsi nell’ambiente e rappresentare un rischio per la salute a lungo termine.

Studi scientifici hanno dimostrato che la combustione di biomasse agricole può aumentare significativamente i livelli di PM10 nell’aria, con picchi che superano i limiti consentiti dalla legge. In alcune località, è stato rilevato che la concentrazione delle polveri sottili è cresciuta di 4-5 volte rispetto al periodo precedente l’innesco dei roghi, arrivando a toccare valori di 400 mg/mc (mentre il limite giornaliero è di 50 mg/mc). Questi dati evidenziano l’impatto significativo che la bruciatura degli sfalci agricoli può avere sulla qualità dell’aria e sulla salute pubblica, soprattutto nelle aree densamente popolate o caratterizzate da una scarsa ventilazione.

Oltre all’inquinamento atmosferico, la combustione degli sfalci agricoli comporta anche un elevato rischio di incendi, soprattutto durante i periodi di siccità e in presenza di vento forte. Il fuoco incontrollato può rapidamente propagarsi, distruggendo ettari di boschi, oliveti e altre colture, mettendo a rischio l’incolumità delle persone e causando danni economici ingenti. Inoltre, gli incendi boschivi rilasciano nell’atmosfera grandi quantità di gas serra, contribuendo al cambiamento climatico e all’aumento delle temperature globali. La prevenzione degli incendi, dunque, rappresenta una priorità assoluta, e la bruciatura degli sfalci agricoli, soprattutto in aree a rischio, deve essere attentamente regolamentata e controllata.

## Alternative sostenibili: un’opportunità per il futuro

Di fronte ai rischi ambientali e sanitari connessi alla bruciatura degli sfalci agricoli, è fondamentale promuovere e incentivare l’adozione di alternative sostenibili che consentano di gestire i residui colturali in modo efficiente e rispettoso dell’ambiente. Tra le principali alternative alla bruciatura, si possono citare il compostaggio, la trinciatura e la produzione di biogas.

Il compostaggio consiste nella trasformazione dei residui vegetali in un ammendante naturale ricco di sostanza organica, che può essere utilizzato per migliorare la fertilità del suolo e ridurre la necessità di fertilizzanti chimici. Questa pratica, oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e il rischio di incendi, contribuisce anche a migliorare la struttura del suolo, aumentare la sua capacità di trattenere l’acqua e ridurre l’erosione. Il compostaggio può essere realizzato sia a livello aziendale, con l’utilizzo di apposite compostiere, sia a livello industriale, con la creazione di impianti di compostaggio centralizzati.

La trinciatura, invece, consiste nel ridurre i residui vegetali in piccoli frammenti, che possono essere lasciati sul terreno per arricchirlo di sostanza organica e favorire la sua decomposizione. Questa pratica, oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e il rischio di incendi, contribuisce anche a migliorare la struttura del suolo, aumentare la sua capacità di trattenere l’acqua e ridurre l’erosione. La trinciatura può essere realizzata con l’utilizzo di apposite macchine agricole, come i trinciastocchi e i biotrituratori, che consentono di sminuzzare i residui vegetali in modo rapido ed efficiente.
La produzione di biogas, infine, rappresenta un’opportunità per trasformare i residui agricoli in energia rinnovabile, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. Il biogas può essere prodotto attraverso la digestione anaerobica dei residui vegetali, un processo che avviene in assenza di ossigeno e che produce biogas, un gas combustibile composto principalmente da metano e anidride carbonica. Il biogas può essere utilizzato per produrre energia elettrica, calore o biocarburanti, riducendo le emissioni di gas serra e contribuendo alla transizione verso un’economia più sostenibile.
L’adozione di queste alternative sostenibili richiede tuttavia investimenti in macchinari, infrastrutture e formazione del personale, elementi che spesso mancano nel contesto agricolo del Gargano. È quindi fondamentale che le istituzioni pubbliche mettano a disposizione degli agricoltori incentivi economici, agevolazioni fiscali e programmi di formazione che li aiutino ad adottare pratiche agricole più sostenibili e rispettose dell’ambiente.

## Un futuro sostenibile per l’agricoltura del Gargano

La questione della deroga alla bruciatura degli sfalci agricoli nel Gargano rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio integrato e partecipativo che tenga conto delle esigenze degli agricoltori, della tutela della salute pubblica e della salvaguardia dell’ambiente. È fondamentale che le decisioni siano basate su evidenze scientifiche solide e su una valutazione accurata dei rischi e dei benefici, e che siano prese in modo trasparente e democratico, coinvolgendo tutte le parti interessate.

La transizione verso un’agricoltura più sostenibile nel Gargano richiede un impegno concreto da parte delle istituzioni pubbliche, che devono mettere a disposizione degli agricoltori gli strumenti e le risorse necessarie per adottare pratiche agricole più rispettose dell’ambiente. È necessario incentivare l’adozione di alternative alla bruciatura, come il compostaggio, la trinciatura e la produzione di biogas, attraverso incentivi economici, agevolazioni fiscali e programmi di formazione. È inoltre fondamentale rafforzare i controlli e le sanzioni per chi non rispetta le normative ambientali, e promuovere una cultura della legalità e della responsabilità ambientale.
Solo attraverso un approccio integrato e partecipativo sarà possibile garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura del Gargano, tutelando al contempo la salute pubblica e la salvaguardia dell’ambiente.

In chiusura, vorrei condividere una riflessione. L’agricoltura, nella sua essenza, è un’arte delicata che richiede un profondo rispetto per la terra e per i suoi ritmi. Una nozione base che spesso si dimentica è l’importanza del sovescio: la pratica di interrare piante appositamente coltivate per arricchire il suolo di sostanza organica e nutrienti. Allo stesso modo, l’agricoltura avanzata ci spinge verso l’utilizzo di tecniche di precisione, come la mappatura del suolo* e l’irrigazione a goccia, che consentono di ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre l’impatto ambientale.

Riflettiamo, quindi, su come possiamo coniugare la saggezza delle tradizioni agricole con le innovazioni tecnologiche per costruire un futuro in cui l’agricoltura sia sinonimo di sostenibilità, prosperità e benessere per tutti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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