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- Roma capitale europea con 63.000 ettari agricoli aderisce alla rete.
- 9.663 imprese agricole già iscritte alla Rete a settembre 2025.
- Il 68,4% delle ispezioni INL ha riscontrato irregolarità nel 2024.
- 1.226 persone riconosciute vittime di sfruttamento nel 2024.
Un passo avanti nella lotta allo sfruttamento
L’ingresso del Comune di Roma nella Rete Lavoro Agricolo di Qualità, formalizzato il 10 ottobre 2025, rappresenta una svolta cruciale verso un modello produttivo più etico, sicuro e trasparente. Questo evento segna un impegno concreto per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori e innalzare gli standard di legalità e qualità nel settore agroalimentare della capitale.
Un impegno per la qualità e la legalità nel settore agricolo romano
Roma, con la sua vasta superficie agricola di oltre *63.000 ettari, si distingue come la capitale europea con la maggiore estensione di terreni coltivati. Se opportunamente valorizzato, questo vasto patrimonio agricolo può generare opportunità di impiego qualificate, favorire la crescita economica e contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. L’adesione alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità è un passo fondamentale per garantire che questa valorizzazione avvenga nel rispetto dei diritti, della sicurezza e della dignità dei lavoratori.
La Rete Lavoro Agricolo di Qualità, istituita presso l’INPS, è un registro a cui possono aderire le aziende agricole che dimostrano di soddisfare rigorosi criteri di conformità legale, sicurezza sul posto di lavoro e regolarità contributiva. A settembre 2025, si contavano 9.663 imprese iscritte, realtà che si distinguono per la trasparenza, il rifiuto dello sfruttamento e l’adozione di pratiche legali.
Le caratteristiche principali di questa Rete comprendono:
Integrità nei rapporti di impiego;
Osservanza dei contratti collettivi sia nazionali che locali; Regolarità nel versamento dei contributi previdenziali;
Attuazione di misure preventive e di sicurezza;
Collaborazione con enti pubblici e rappresentanze delle parti sociali.
L’adesione alla Rete offre alle aziende numerosi benefici, inclusa la possibilità di accedere a bandi settoriali, finanziamenti pubblici e un accresciuto riconoscimento da parte dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità e all’etica produttiva.
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Il nuovo protocollo: una sinergia tra istituzioni e parti sociali
La firma del nuovo Accordo sul Lavoro Agricolo di Qualità a Roma rafforza la collaborazione tra gli organismi di controllo, le aziende e le rappresentanze sindacali.
Questo accordo vede l’attiva partecipazione di:
La Prefettura di Roma, con un ruolo di coordinamento istituzionale;
INPS e INAIL, per la protezione previdenziale e assicurativa; INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro), per la verifica della conformità legale;
Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), garante della trasparenza nell’uso dei fondi;
Le parti sociali e le associazioni di categoria.
Tale cooperazione mira a incentivare l’adesione delle imprese agricole romane alla Rete, fornendo supporto attraverso formazione, informazione e accompagnamento.
Il protocollo prevede inoltre un’intensificazione dei controlli sul territorio e l’impiego sinergico delle banche dati per prevenire le irregolarità.

Dati allarmanti e la lotta al caporalato
Nonostante gli sforzi, i dati sui controlli del 2024 rivelano un quadro preoccupante. Il 68,4% delle ispezioni INL in agricoltura nella provincia di Roma ha evidenziato irregolarità, tra cui lavoro non regolare, sottopagamento, mancanza di sicurezza e ricorso a intermediari illeciti. Inoltre, 1.226 persone sono state riconosciute come vittime di sfruttamento e caporalato nel solo anno passato.
Il caporalato, sebbene spesso associato al Sud Italia, è presente anche nella provincia romana. Caporali e reclutatori illegali assoldano manodopera sfruttata, offrendo condizioni di retribuzione e di impiego miserevoli, spesso prive di qualsiasi protezione fondamentale. Le vittime sono soggette a lavoro forzato, stipendi bassi, assenza di protezione e minacce.
La lotta a questo fenomeno richiede la collaborazione tra enti, forze dell’ordine, organizzazioni della società civile e una maggiore consapevolezza tra lavoratori e imprese.
Verso un’agricoltura sostenibile e inclusiva: una riflessione conclusiva
L’adesione di Roma alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità rappresenta un messaggio potente; tuttavia, la vera sfida consiste nel tradurre tali principi in azioni concrete diffuse su tutto il territorio.
L’ingresso di Roma nella Rete Lavoro Agricolo di Qualità costituisce il punto di partenza per un’era rinnovata di responsabilità, progresso e dignità per chi lavora nei campi della capitale.
Solamente in questo modo Roma potrà affermarsi come esempio di agricoltura all’avanguardia, rispettosa dei diritti e in grado di valorizzare pienamente il suo eccezionale patrimonio agricolo e umano.
Un seme di speranza per un futuro più giusto
Amici lettori, riflettiamo un attimo su quanto abbiamo letto. La lotta al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura è una battaglia per la dignità umana. Un concetto base dell’agricoltura è la rotazione delle colture, una pratica che permette di non depauperare il terreno e di prevenire l’insorgenza di malattie. Allo stesso modo, un sistema agricolo sano deve ruotare attorno al rispetto dei diritti dei lavoratori, garantendo condizioni di lavoro dignitose e salari equi.
Un concetto più avanzato è l’agricoltura di precisione, che utilizza tecnologie avanzate per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la produttività. Allo stesso modo, la lotta allo sfruttamento richiede un approccio di precisione, con controlli mirati, formazione specifica e strumenti di emersione efficaci.
Pensiamoci bene*: un’agricoltura che sfrutta i lavoratori è come un terreno impoverito, destinato a non dare più frutti. Solo un’agricoltura che rispetta i diritti e valorizza il lavoro può garantire un futuro prospero e sostenibile per tutti.








