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- Istituito il registro nazionale crediti di carbonio il 17 ottobre 2025.
- Progetti di almeno 20 anni certificano l'assorbimento di CO2.
- Una quota del 20% dei ricavi per il patrimonio boschivo.
Il 17 ottobre 2025, una data destinata a segnare una svolta nel panorama agricolo e forestale italiano, è stato firmato il decreto interministeriale che istituisce il Registro Nazionale dei Crediti di Carbonio. Questa iniziativa, frutto della collaborazione tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), rappresenta un passo fondamentale verso la creazione di un mercato nazionale del carbonio, in linea con le direttive europee sul carbon farming (Regolamento UE 2024/3012). L’obiettivo primario è incentivare e valorizzare i progetti di gestione sostenibile delle aree boschive e agricole, promuovendo al contempo la compensazione delle emissioni di gas serra.
Obiettivi e Funzionamento del Registro
Il Registro Nazionale dei Crediti di Carbonio si pone una serie di obiettivi ambiziosi, tra cui:
Promuovere un mercato volontario del carbonio basato su standard rigorosi, trasparenti e verificabili.
Valorizzare le pratiche di gestione agricola e forestale sostenibili.
Incentivare il sequestro del carbonio atmosferico nei suoli agricoli e nei sistemi forestali. Contribuire all’aumento delle riserve di carbonio attraverso la fabbricazione di manufatti lignei duraturi e la prolungata vita utile di tali prodotti.
Il funzionamento del registro si basa sulla certificazione di progetti forestali di lunga durata (almeno 20 anni) che dimostrino un effettivo assorbimento di CO2 rispetto a uno scenario di riferimento. Ogni credito di carbonio corrisponde a una tonnellata di CO2 rimossa dall’atmosfera e può essere ceduto a terzi dopo un periodo di cinque anni. Per ottenere l’iscrizione al registro, i progetti devono presentare benefici ambientali superiori rispetto a quanto già richiesto dalla legge, assicurando al contempo un immagazzinamento di carbonio a lungo termine. Le iniziative idonee includono la conduzione forestale sostenibile, il ripristino e la creazione di boschi con essenze locali, la silvicoltura per la produzione di legname, i modelli agroforestali e l’impiego di prodotti lignei con un ciclo di vita prolungato (minimo 35 anni).

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- 🤔 Sarà l'ennesima trovata per arricchire pochi a discapito di molti…...
- 🌳 Interessante, ma chi controllerà l'effettivo assorbimento di CO2…?...
Il Ruolo Chiave del CREA e le Opportunità per le Aree Interne
Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) avrà un ruolo centrale nella gestione del Registro Nazionale dei Crediti di Carbonio, assicurandone l’integrazione con i sistemi informativi pubblici e garantendo la tracciabilità di ogni transazione. L’obiettivo è rendere il registro pienamente operativo entro il 2026. Questa iniziativa rappresenta un’opportunità economica significativa per le aree interne del Paese, che potranno valorizzare economicamente la gestione sostenibile dei boschi e attrarre investimenti privati e partenariati pubblico-privato. Una quota minima del 20% dei ricavi derivanti dalla commercializzazione dei crediti dovrà essere impiegata per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio boschivo locale.
Verso un Futuro Sostenibile: Sfide e Prospettive
Un Nuovo Paradigma per la Gestione del Territorio
L’istituzione del Registro Nazionale dei Crediti di Carbonio rappresenta un cambio di paradigma nella gestione del territorio italiano. Non si tratta solo di un meccanismo di compensazione delle emissioni, ma di un vero e proprio strumento di politica ambientale che promuove la gestione attiva e sostenibile delle risorse naturali. Le sfide da affrontare sono molteplici, tra cui la definizione di criteri rigorosi per la certificazione dei crediti, la garanzia della trasparenza e dell’affidabilità del sistema, e la promozione della partecipazione di tutti gli attori coinvolti, dai proprietari forestali alle imprese. Tuttavia, le prospettive sono incoraggianti: il Registro Nazionale dei Crediti di Carbonio può contribuire a creare un futuro più sostenibile per l’Italia, in cui la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico vanno di pari passo.
Amici, parliamoci chiaro: questa storia dei crediti di carbonio può sembrare complicata, ma in realtà è più semplice di quanto pensiate. Immaginate che le piante, attraverso la fotosintesi clorofilliana, catturino l’anidride carbonica dall’aria e la trasformino in zuccheri per crescere. Questo processo, che avviene in ogni foglia, è un vero e proprio “sequestro” di carbonio. Ora, se gestiamo bene i nostri boschi e le nostre terre agricole, possiamo aumentare questa capacità di sequestro e, di conseguenza, ridurre la quantità di gas serra nell’atmosfera.
Ma c’è di più. L’agricoltura moderna ci offre strumenti ancora più sofisticati per aumentare il sequestro di carbonio nel suolo. Ad esempio, la tecnica del no-till farming, che consiste nel seminare direttamente sul terreno senza ararlo, permette di preservare la sostanza organica del suolo e di aumentare la sua capacità di stoccaggio del carbonio. Allo stesso modo, l’utilizzo di cover crops, ovvero colture di copertura, può contribuire a migliorare la fertilità del suolo e a sequestrare carbonio.
Insomma, le opportunità per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico sono molteplici. Sta a noi coglierle e trasformarle in azioni concrete. Riflettiamoci su.








