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- Nel 2023, registrati 26.546 infortuni, di cui 138 mortali.
- Malattie professionali aumentate del 14,7% nel 2023.
- L'AI ottimizza l'irrigazione e prevede i raccolti.
L’emergenza infortuni nel settore agricolo italiano
La cronaca recente ha riportato un tragico evento nel Crotonese, un decesso che si aggiunge alla lunga lista di infortuni nel settore agricolo italiano. Questo scenario impone una riflessione urgente sulle condizioni di lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori della terra. Il settore agricolo, pilastro dell’economia nazionale, si trova a confrontarsi con una realtà allarmante: un elevato numero di incidenti sul lavoro, spesso causati da ritmi estenuanti, macchinari obsoleti e insufficiente formazione. L’assenza di adeguate misure di prevenzione, aggravata dal fenomeno del lavoro sommerso e dello sfruttamento, trasforma i campi in luoghi ad alto rischio per l’incolumità dei lavoratori.
Secondo i dati INAIL, nel 2023 sono stati registrati 26.546 infortuni nel settore agricolo, di cui 138 con esito mortale. Benché si osservi un calo rispetto al 2019, quando le denunce furono 33.070, il numero di decessi rimane un campanello d’allarme. Molti di questi incidenti sono imputabili al ribaltamento di trattori, sovente modelli datati e sprovvisti di dispositivi di protezione indispensabili quali le strutture di protezione antiribaltamento (ROPS) e le cinture di sicurezza. Questi dati, drammatici, sottolineano l’urgenza di interventi concreti per tutelare la salute e la vita di chi lavora nei campi. L’analisi delle patologie professionali rivela un ulteriore aspetto critico. Nel 2023, le denunce di malattie legate all’attività agricola sono aumentate del 14,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 11.483. La maggior parte di queste patologie riguarda il sistema osteomuscolare, con disturbi ai tessuti molli e dorsopatie causate da movimenti ripetitivi e posture inadeguate.
Questi numeri non sono semplici statistiche, ma rappresentano storie di sofferenza e di vite spezzate. Dietro ogni infortunio si celano famiglie distrutte e comunità colpite nel profondo. È doveroso interrogarsi sulle responsabilità e individuare soluzioni concrete per garantire un futuro più sicuro e dignitoso per chi lavora nei campi. La sfida è complessa e richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e delle organizzazioni sindacali. È necessario investire nella formazione dei lavoratori, promuovere l’adozione di tecnologie innovative e intensificare i controlli per contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento. Solo così sarà possibile trasformare l’agricoltura italiana in un settore sicuro, sostenibile e rispettoso dei diritti dei lavoratori. L’impegno per la sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo morale, ma anche una condizione essenziale per la crescita e lo sviluppo del settore agricolo. Un’agricoltura sicura è un’agricoltura più produttiva, più competitiva e più capace di attrarre giovani talenti. È un’agricoltura che guarda al futuro con fiducia e che valorizza il contributo di chi ogni giorno si impegna a coltivare la terra e a nutrire il Paese.
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Robotica, droni e intelligenza artificiale: la risposta tecnologica
Di fronte all’emergenza infortuni, l’agricoltura italiana guarda all’innovazione tecnologica come possibile soluzione per ridurre i rischi e migliorare le condizioni di lavoro nei campi. Robotica, droni e intelligenza artificiale non sono più fantascienza, ma strumenti concreti che possono trasformare radicalmente il settore. I robot agricoli, ad esempio, possono automatizzare mansioni ripetitive e pericolose, come la raccolta di frutta e verdura, la potatura e la movimentazione di carichi pesanti. Questi dispositivi, dotati di sensori e sistemi di visione avanzati, sono in grado di lavorare in autonomia, riducendo l’esposizione dei lavoratori a rischi fisici e infortuni.
I droni rappresentano un’altra frontiera dell’innovazione in agricoltura. Grazie a sensori multispettrali e termocamere, questi velivoli senza pilota possono monitorare lo stato di salute delle colture, individuare precocemente eventuali problemi, come malattie, parassiti o stress idrico, e consentire interventi mirati e tempestivi. L’utilizzo dei droni permette di ottimizzare l’impiego di risorse, come acqua e fertilizzanti, riducendo l’impatto ambientale dell’agricoltura e migliorando la qualità dei prodotti. L’intelligenza artificiale (AI) gioca un ruolo cruciale nell’analisi dei dati raccolti da robot e droni. Grazie ad algoritmi sofisticati, l’AI è in grado di elaborare grandi quantità di informazioni provenienti da diverse fonti, come sensori, immagini satellitari e bollettini meteorologici, per fornire agli agricoltori previsioni accurate e suggerimenti utili per ottimizzare la gestione delle colture.
L’AI può essere utilizzata per prevedere i raccolti, ottimizzare l’irrigazione, individuare le aree più vulnerabili agli attacchi di parassiti e suggerire le strategie di difesa più efficaci. In Alto Adige, si stanno sperimentando progetti innovativi che sfruttano l’AI per ridurre l’uso di pesticidi e migliorare la qualità delle produzioni agricole. Il progetto “Instinct“, ad esempio, utilizza trappole automatiche dotate di intelligenza artificiale per riconoscere gli insetti nocivi e intervenire in modo mirato, riducendo la necessità di trattamenti chimici. La startup “Plantvoice” ha sviluppato un sensore biocompatibile in grado di analizzare la linfa delle piante in tempo reale, fornendo agli agricoltori informazioni preziose per ottimizzare l’uso di acqua e fertilizzanti e prevedere la qualità dei raccolti. Queste esperienze dimostrano come la tecnologia possa contribuire a rendere l’agricoltura più sostenibile, efficiente e sicura.

Barriere all’adozione e benefici a lungo termine
Nonostante le promettenti opportunità offerte dalla tecnologia, l’adozione di robotica, droni e intelligenza artificiale in agricoltura non è priva di ostacoli. Uno dei principali freni è rappresentato dai costi iniziali, spesso elevati, che possono scoraggiare le piccole e medie imprese agricole, che costituiscono la spina dorsale del settore in Italia. L’acquisto di robot, droni e software di intelligenza artificiale richiede investimenti significativi, che possono essere difficili da sostenere per le aziende con risorse limitate. Un altro ostacolo è la mancanza di competenze specialistiche. L’utilizzo di queste tecnologie richiede una formazione specifica, che non sempre è disponibile o accessibile per gli agricoltori e i loro dipendenti. È necessario investire nella formazione professionale per garantire che gli operatori siano in grado di utilizzare e mantenere correttamente le nuove tecnologie.
La resistenza al cambiamento rappresenta un ulteriore freno all’adozione tecnologica. Molti agricoltori sono legati a metodi di lavoro tradizionali e faticano ad accettare l’idea di affidare compiti importanti a macchine e algoritmi. È fondamentale promuovere una cultura dell’innovazione e sensibilizzare gli agricoltori sui benefici che la tecnologia può apportare in termini di sicurezza, efficienza e sostenibilità. Superare queste barriere richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e delle organizzazioni di categoria. Le istituzioni possono svolgere un ruolo cruciale offrendo incentivi finanziari per l’acquisto di tecnologie innovative e promuovendo programmi di formazione professionale. Le imprese possono collaborare con le aziende agricole per sviluppare soluzioni tecnologiche su misura e offrire servizi di assistenza e manutenzione. Le organizzazioni di categoria possono svolgere un ruolo di sensibilizzazione e informazione, promuovendo la cultura dell’innovazione e facilitando lo scambio di esperienze tra gli agricoltori.
I benefici a lungo termine dell’adozione tecnologica in agricoltura sono molteplici e significativi. Oltre a ridurre i rischi per la sicurezza dei lavoratori, la tecnologia può aumentare la produttività, migliorare la qualità dei prodotti, ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e creare nuovi posti di lavoro qualificati. L’automazione di mansioni ripetitive e pericolose permette di liberare i lavoratori da compiti gravosi e di concentrarli su attività a più alto valore aggiunto, come la gestione delle colture e la commercializzazione dei prodotti. L’utilizzo di droni e sensori permette di ottimizzare l’impiego di risorse, come acqua e fertilizzanti, riducendo i costi di produzione e l’impatto ambientale dell’agricoltura. L’intelligenza artificiale può aiutare gli agricoltori a prendere decisioni più informate e a gestire le colture in modo più efficiente, migliorando la qualità dei prodotti e aumentando i profitti.
La prospettiva sindacale: salari dignitosi e tutele per i lavoratori
La transizione verso un’agricoltura sempre più tecnologica solleva importanti questioni sul futuro del lavoro e sulla necessità di garantire tutele adeguate per i lavoratori del settore. Onofrio Rota, segretario generale della FAI CISL, evidenzia come il settore agricolo sia ancora caratterizzato da precarietà, bassi salari e condizioni di lavoro spesso difficili. Rota sottolinea l’importanza di redistribuire equamente il valore lungo la filiera, assicurando margini di profitto adeguati sia per le imprese che per i lavoratori. La FAI CISL propone di superare il sistema dei decreti flussi per l’immigrazione e di introdurre un permesso di soggiorno per attesa occupazione, al fine di regolarizzare la posizione dei lavoratori stranieri che già vivono e lavorano in Italia.
Il sindacato chiede anche l’introduzione di un “prezzo anti-caporalato” per garantire la sostenibilità della filiera e il rispetto dei contratti e delle norme sulla sicurezza. La proposta mira a contrastare le pratiche di sfruttamento e a garantire ai lavoratori condizioni di lavoro dignitose e salari adeguati. Rota sottolinea inoltre l’importanza di promuovere l’innovazione e il ricambio generazionale nel settore agricolo, attraverso politiche di inclusione per i giovani e per i lavoratori stranieri. La transizione verso un’agricoltura più tecnologica non deve avvenire a scapito dei diritti dei lavoratori, ma deve essere accompagnata da politiche che garantiscano salari dignitosi, tutele adeguate e condizioni di lavoro sicure. È necessario investire nella formazione professionale per garantire che i lavoratori siano in grado di utilizzare le nuove tecnologie e di adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro.
Il dialogo tra sindacati, imprese e istituzioni è fondamentale per definire un modello di sviluppo agricolo che coniughi innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e giustizia sociale. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile costruire un’agricoltura italiana moderna, competitiva e rispettosa dei diritti di chi lavora la terra. La sicurezza sul lavoro, la dignità dei salari e la tutela dei diritti dei lavoratori devono essere al centro dell’agenda politica e delle strategie di sviluppo del settore agricolo. È necessario promuovere una cultura della legalità e contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento, garantendo che tutti i lavoratori abbiano accesso a condizioni di lavoro sicure e dignitose. La transizione verso un’agricoltura più tecnologica rappresenta un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro qualificati e per migliorare la qualità della vita dei lavoratori agricoli.
Verso un futuro agricolo sostenibile e inclusivo
L’agricoltura italiana si trova di fronte a una sfida cruciale: coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e giustizia sociale. La recente emergenza infortuni ha messo in luce la necessità di interventi urgenti per tutelare la sicurezza e la dignità dei lavoratori della terra. La tecnologia offre strumenti potenti per ridurre i rischi, migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività, ma la sua adozione deve essere accompagnata da politiche che garantiscano salari dignitosi, tutele adeguate e condizioni di lavoro sicure.
La transizione verso un’agricoltura più tecnologica rappresenta un’opportunità per creare un settore più competitivo, sostenibile e inclusivo, in grado di attrarre giovani talenti e di valorizzare il contributo di tutti i lavoratori, italiani e stranieri. Il dialogo tra sindacati, imprese e istituzioni è fondamentale per definire un modello di sviluppo agricolo che metta al centro la persona e il rispetto dei suoi diritti. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile costruire un futuro agricolo in cui la tecnologia sia al servizio dell’uomo e dell’ambiente.
A proposito di innovazione e sicurezza in agricoltura, è importante ricordare un principio base dell’agronomia: la rotazione delle colture. Questa pratica, che consiste nell’alternare diverse specie vegetali sullo stesso terreno, aiuta a prevenire l’esaurimento del suolo, a ridurre la diffusione di parassiti e malattie e a migliorare la qualità dei prodotti. Allo stesso modo, l’agricoltura di precisione, che utilizza sensori, droni e software avanzati per monitorare e gestire le colture in modo mirato, rappresenta un’evoluzione dell’agronomia tradizionale, in grado di ottimizzare l’uso delle risorse e di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura.
L’innovazione tecnologica, come la rotazione delle colture, non è solo una questione di efficienza e produttività, ma anche di etica e responsabilità. È un invito a riflettere sul nostro rapporto con la terra e con chi la lavora, e a impegnarci per costruire un futuro agricolo più giusto e sostenibile. Un futuro in cui la tecnologia sia al servizio dell’uomo e dell’ambiente, e in cui tutti i lavoratori possano godere di condizioni di vita e di lavoro dignitose.








