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Agricoltura sostenibile: innovazioni per ridurre l’impatto ambientale

Scopri come le nuove tecnologie e pratiche agricole possono ridurre le emissioni e promuovere un futuro alimentare più sostenibile, analizzando l'impatto dell'agricoltura biologica e il potenziale degli OGM.
  • Nel 2019, il settore agroalimentare ha emesso 16,5 miliardi di tonnellate di CO2.
  • Dal 1990 al 2019, le emissioni sono aumentate del 17%.
  • L'agricoltura biologica può aumentare l'uso del suolo del 16-33%.

L’Impronta Ambientale del Nostro Sistema Agroalimentare: Una Sfida Globale

Le nostre abitudini alimentari hanno un impatto diretto e significativo sull’ambiente. Un’analisi approfondita realizzata dalla FAO ha evidenziato come il settore agroalimentare incida in modo rilevante sulle emissioni di gas serra a livello mondiale. Questa situazione è generata da una concatenazione di fattori, tra cui la produzione, il trasporto e lo scarto dei prodotti alimentari.

In un arco temporale che va dal 1990 al 2019, una ricerca della FAO ha analizzato le emissioni di gas serra provenienti dai sistemi agroalimentari, considerando 196 nazioni e 40 territori. I risultati hanno mostrato che, nel 2019, le emissioni globali originate dai sistemi agroalimentari hanno raggiunto i 16,5 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente annue, corrispondenti al 31% del totale delle emissioni di origine antropica.

Le emissioni possono essere suddivise in tre categorie principali:

  • Processi agricoli veri e propri: La coltivazione e l’allevamento, unitamente all’energia impiegata direttamente nelle aziende agricole, hanno generato circa 7,2 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente.
  • Uso del suolo: La deforestazione e il deterioramento delle torbiere hanno prodotto 3,5 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente.
  • Attività pre e post-produzione: La realizzazione dei fertilizzanti, la trasformazione, il confezionamento, il trasporto, la distribuzione, il consumo nelle abitazioni e l’eliminazione dei rifiuti hanno contribuito con 5,8 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente ogni anno.

Nel periodo compreso tra il 1990 e il 2019, le emissioni totali del sistema agroalimentare hanno visto un incremento del 17%.

Tuttavia, le emissioni derivanti dall’utilizzo del terreno agricolo hanno registrato una diminuzione del -25%, mentre quelle originate dalle attività agricole dirette hanno avuto un aumento del +9%.

Le emissioni connesse alle fasi che precedono e seguono la produzione agricola sono cresciute più del doppio, superando quelle agricole in numerose nazioni.

Nel 2019, le attività a monte e a valle della produzione sono risultate la principale sorgente di emissioni di anidride carbonica, con 3,9 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, superando l’impatto dell’uso del suolo e delle attività agricole.

Le attività agricole, tuttavia, restano la principale fonte di metano e protossido di azoto, due gas serra che hanno un forte impatto sul clima.

La ricerca mostra come, in un periodo di trent’anni, le emissioni associate ai sistemi agroalimentari si siano progressivamente spostate al di fuori delle aree rurali, con un peso sempre maggiore di attività come la trasformazione, il trasferimento e lo smaltimento dei prodotti alimentari.

Nel 2019, in molte nazioni, tra cui spiccano Cina e Stati Uniti, *queste operazioni avevano sorpassato le emissioni originate direttamente dalla coltivazione e dall’allevamento.

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  • 🌍 L'impatto ambientale dell'agricoltura è grave, ma......
  • 🤔 E se invece di puntare solo al bio ci concentrassimo......

L’Illusione dell’Agricoltura Biologica: Un’Analisi Approfondita

L’Europa, pur mostrando apparentemente buone performance in termini di emissioni generate dal sistema agroalimentare, presenta una realtà più complessa. L’analisi delle importazioni di prodotti alimentari rivela che la maggior parte proviene da paesi con elevati livelli di emissioni.

Negli ultimi anni, l’Europa ha assistito a un fenomeno di rimboschimento, a discapito di altri paesi che hanno deforestato per produrre sufficiente merce da esportare in Europa. L’agricoltura biologica, promossa dalla Commissione Europea con un Action Plan per coprire il 25% della produzione agricola entro il 2030, è meno produttiva per ettaro coltivato.

Uno studio di Nature su una proiezione di un mondo 100% ad agricoltura biologica entro il 2050 ha evidenziato i seguenti risultati:

  • Uso di suolo: +16-33%
  • Deforestazione: +8-15%
  • Emissioni di Gas serra: +8-12%
  • Uso di Acqua: +60%

Uno studio di Nature, focalizzato sul suolo inglese, ha evidenziato come l’uso di suolo aumenti e aumenti anche la quantità di cibo importato dall’estero. A differenza di una credenza diffusa, anche nell’agricoltura biologica si fa ricorso a sostanze chimiche, le quali non sono affatto prive di rischi.

Il sistema alimentare, responsabile di circa un quarto delle emissioni totali, consuma notevoli volumi d’acqua ed è vincolato all’utilizzo di composti chimici che alterano il ciclo naturale di azoto e fosforo, contribuendo in maniera significativa all’inquinamento di corsi d’acqua e aree costiere.

Secondo Lancet, una dieta sostenibile dovrebbe includere giornalmente:

  • 2500 kcal di cui
  • 232g di riso, grano o mais
  • 50g di patate
  • 300g di vegetali
  • 200g di frutta
  • 259g di latte e/o derivati
  • 14g di carne rossa
  • 29g di pollo
  • 13g di uova
  • 28g di pesce
  • 100g di legumi
  • 23g di frutta secca
  • 6g di olio di palma
  • 40g di acidi grassi insaturi
  • 5g di grassi
  • 31g di zucchero

Molti fertilizzanti usati in agricoltura biologica derivano dall’attuale produzione zootecnica: 92 fertilizzanti basati su pelle animale, 6 basati su farina d’ossa, 8 basati su carne, 302 basati su epitelio.

OGM e Nuove Tecnologie: Una Soluzione Sostenibile?

Considerato che l’agricoltura biologica non può fare a meno di fertilizzanti di origine “naturale”, si presenta un’ulteriore problematica: l’impiego di erbicidi e pesticidi di sintesi.

Una tecnologia all’avanguardia, Crisper-Cas9, consente di sviluppare colture con qualità superiori rispetto alla versione originale senza ricorrere a modifiche transgeniche, pertanto non classificabili come OGM.

Attualmente sono in corso contestazioni relative alla tecnologia Crisper cas-9 da parte di diverse associazioni che cercano di ostacolare quelli che definiscono i “nuovi OGM“.

L’EFSA ha dichiarato gli OGM sicuri e anche l’IPCC afferma che “le tecniche di Genome editing risultano fondamentali per ottenere colture adattabili ai cambiamenti climatici”.

In Europa vengono importate tonnellate di OGM (soia, cotone, mais) da diverse nazioni, poiché non raggiungiamo l’autosufficienza e la sostenibilità.

Un’ulteriore alternativa è rappresentata dai batteri PGPR (Plant Growth-Promoting Rhizobacteria), microrganismi che vivono in simbiosi con le piante e producono le sostanze minerali di cui la pianta ha bisogno, come l’azoto. Questi organismi microscopici possono subire modifiche genetiche allo scopo di sintetizzare una gamma di metaboliti che permettano alla pianta non solo di assorbire i nutrienti necessari, ma anche di potenziare la sua resilienza di fronte alle avversità ambientali.*

Questi ultimi offrirebbero il beneficio di poter essere applicati universalmente a tutte le specie vegetali, garantendo vantaggi senza la necessità di alterare geneticamente il prodotto destinato al consumo.

Verso un Futuro Sostenibile: Innovazione e Consapevolezza

La discussione sugli OGM e le nuove tecnologie in agricoltura è cruciale per affrontare le sfide ambientali e alimentari del nostro tempo. È essenziale superare le paure infondate e valutare attentamente i benefici potenziali di queste innovazioni, basandosi su dati scientifici solidi e una visione olistica del sistema agroalimentare.

La chiave per un futuro sostenibile risiede in un approccio integrato che combini l’innovazione tecnologica con pratiche agricole responsabili e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione lungimirante potremo garantire un sistema alimentare resiliente, equo e rispettoso dell’ambiente.

Riflessioni Finali: Un Dialogo Aperto sull’Agricoltura del Futuro

Amici, parliamoci chiaro. L’agricoltura è un’arte antica, ma anche una scienza in continua evoluzione. Pensate alla rotazione delle colture, una pratica che i nostri nonni conoscevano bene: alternare diverse coltivazioni sullo stesso terreno per preservarne la fertilità e ridurre la diffusione di parassiti. Un principio semplice, ma fondamentale per un’agricoltura sostenibile.

Oggi, la tecnologia ci offre strumenti ancora più sofisticati, come l’agricoltura di precisione, che utilizza sensori e droni per monitorare le condizioni del terreno e delle piante, ottimizzando l’uso di acqua e fertilizzanti. Un approccio che ci permette di produrre di più, con meno risorse, riducendo l’impatto ambientale.

Ma la tecnologia da sola non basta. Dobbiamo anche interrogarci sulle nostre scelte alimentari, sul nostro rapporto con la terra e con il cibo che consumiamo. Dobbiamo essere consapevoli che ogni nostra azione ha delle conseguenze, e che solo attraverso un impegno collettivo potremo costruire un futuro più sostenibile per noi e per le generazioni future. Riflettiamoci su, insieme.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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