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Agricoltura sarda a rischio: perderemo davvero 100 milioni di euro?

I ritardi nell'erogazione dei fondi europei mettono a rischio il settore agricolo sardo. Scopri le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni per evitare una crisi devastante.
  • Oltre 53 milioni di euro della PAC 2023 non erogati.
  • Più di 50 milioni di euro del CSR 2023-2027 bloccati.
  • Rischio di restituire all'UE oltre 100 milioni di euro.

L’agricoltura sarda è alle prese con una potenziale crisi devastante, causata dai ritardi nell’erogazione dei finanziamenti comunitari. Il Centro Studi Agricoli ha lanciato un grido d’allarme, evidenziando il rischio di vanificare oltre 100 milioni di euro di risorse provenienti dall’Europa, una somma essenziale per il settore primario dell’isola. La denuncia, contenuta in una lettera aperta rivolta al Presidente della Regione Sardegna e all’Assessore regionale all’Agricoltura, sottolinea inefficienze radicate e una stasi politica che stanno bloccando il sistema.

Ritardi nei Pagamenti e Fondi a Rischio

La situazione è estremamente seria su più fronti. Riguardo al primo pilastro della Politica Agricola Comune (PAC), che concerne la Domanda Unica, dei 255 milioni di euro totali previsti per il 2023, più di 53 milioni attendono ancora l’erogazione, la cui scadenza è fissata al 30 giugno 2025. Tale ritardo compromette la stabilità finanziaria di numerose realtà agricole che contano su questi fondi per la gestione quotidiana.

La situazione del Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) 2023-2027 desta ancor più preoccupazione: oltre 50 milioni di euro non sono stati ancora saldati per interventi fondamentali quali l’agricoltura biologica, il benessere degli animali, la protezione del suolo e le indennità compensative. Questi indugi non solo penalizzano gli agricoltori che hanno investito in pratiche ecocompatibili, ma mettono a repentaglio anche il percorso verso un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente.

Il precedente Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 presenta la criticità maggiore: più di 150 milioni di euro non sono stati ancora stanziati o impiegati, con la scadenza del 31 dicembre 2025 che si avvicina rapidamente. Il pericolo concreto è che la Sardegna debba restituire all’Unione Europea oltre 100 milioni di euro a causa del mancato utilizzo, un danno che aggraverebbe ulteriormente la situazione economica del settore agricolo isolano.

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  • Forse è il momento di ripensare il modello agricolo... 🤔...
  • Un'occasione persa per l'agricoltura sarda? 🍀 Speriamo di no......

Inefficienze e Responsabilità Politiche

Il Centro Studi Agricoli non esita a indicare le inefficienze burocratiche e la mancanza di slancio politico quali cause primarie di questa situazione critica. Il presidente Tore Piana si interroga su come sia possibile che nel 2025 si stiano ancora valutando richieste risalenti al 2017. Vengono espresse severe critiche nei confronti della lentezza nell’erogazione dei fondi e della mancata attuazione di misure cruciali per il supporto ai giovani agricoltori.

Secondo l’analisi del Centro Studi Agricoli, le responsabilità non possono essere attribuite esclusivamente all’agenzia Argea, ma coinvolgono anche la sfera politica. Avvisi pubblici emanati con ritardo, normative poco chiare e una burocrazia asfissiante sono i principali ostacoli che impediscono il corretto impiego dei finanziamenti europei. La mancanza di un piano operativo straordinario e di un calendario pubblico e vincolante aggrava ulteriormente il quadro.

Richieste Urgente e Proposte Operative

Di fronte a questa emergenza, il Centro Studi Agricoli ha avanzato una serie di richieste immediate e specifiche:

L’immediata apertura dei bandi del CSR 2023/2027 dedicati ai giovani, agli investimenti e alla multifunzionalità.
L’autorizzazione celere di tutti i versamenti in sospeso relativi alla PAC e al PSR/CSR.
L’implementazione di un piano d’azione straordinario con gruppi di lavoro dedicati per scongiurare la perdita automatica delle risorse.
Un calendario pubblico e impositivo, da condividere con le aziende agricole.

Queste azioni sono considerate fondamentali per invertire la tendenza e prevenire la perdita dei finanziamenti comunitari. Il Centro Studi Agricoli ha inoltre elaborato una proposta di riforma delle agenzie operanti nel settore agricolo, ma la sua entrata in vigore è prevista tra un anno, un intervallo di tempo considerato troppo lungo per fronteggiare l’emergenza attuale.

Un Appello alla Responsabilità

Il Centro Studi Agricoli ha rivolto un accorato appello alla Regione Sardegna, sollecitando un cambiamento di passo immediato e concreto. La potenziale perdita dei fondi europei non sarebbe un evento inevitabile, bensì una chiara responsabilità politica. In un momento in cui l’agricoltura sarda è già confrontata con sfide immani, come il cambiamento climatico e l’incremento dei costi di produzione, la perdita di queste risorse rappresenterebbe un colpo durissimo per il settore.

Il Futuro dell’Agricoltura Sarda: Tra Rischi e Opportunità

L’agricoltura sarda si trova a un crocevia determinante. Da un lato, i ritardi nell’erogazione dei finanziamenti europei e le inefficienze burocratiche minacciano la sopravvivenza di molte realtà agricole e compromettono il percorso verso un’agricoltura più sostenibile. Dall’altro lato, l’immediata apertura dei bandi del CSR 2023/2027 e l’attuazione di un piano operativo straordinario potrebbero sbloccare risorse cruciali per sostenere gli investimenti, incentivare l’innovazione e assicurare un futuro prospero al settore agricolo regionale.

È indispensabile che la Regione Sardegna agisca con risolutezza e senso di responsabilità per superare questa crisi e garantire che l’agricoltura sarda possa continuare a ricoprire un ruolo vitale nell’economia e nella società dell’isola.

Riflessioni sul Futuro dell’Agricoltura Sarda

L’agricoltura, da sempre, è il cuore pulsante della Sardegna. Un’attività che non è solo economia, ma cultura, tradizione e identità. Vedere questo settore in difficoltà, con il rischio di perdere fondi vitali, è un colpo al cuore per tutti noi.
Una nozione base dell’agricoltura è la *rotazione delle colture, una pratica antica che consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno per migliorare la fertilità del suolo, ridurre l’incidenza di malattie e parassiti e aumentare la produttività. Allo stesso modo, l’agricoltura sarda ha bisogno di una “rotazione” di idee, di politiche e di pratiche per affrontare le sfide del presente e del futuro.
Un concetto più avanzato è l’
agricoltura di precisione*, che utilizza tecnologie avanzate come sensori, droni e sistemi di geolocalizzazione per monitorare le condizioni del suolo e delle colture e ottimizzare l’uso di risorse come acqua, fertilizzanti e pesticidi. Questa tecnologia potrebbe essere applicata per migliorare la gestione dei fondi europei e garantire che siano utilizzati in modo efficiente ed efficace.

Ma al di là delle tecniche e delle tecnologie, ciò che serve è un cambio di mentalità. Dobbiamo smetterla di considerare l’agricoltura come un settore marginale e iniziare a valorizzarla per ciò che è: un pilastro fondamentale della nostra società, un custode del nostro territorio e un motore di sviluppo sostenibile.

È tempo di agire, di fare scelte coraggiose e di investire nel futuro dell’agricoltura sarda. Perché, come diceva un vecchio proverbio contadino, “chi semina raccoglie”. E noi vogliamo raccogliere un futuro di prosperità e di benessere per la nostra terra.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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