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- Nel 2024, 12 lavoratori indiani vittime di tratta salvati.
- 200 milioni di euro del PNRR per superare i ghetti agricoli.
- Guida INL n. 5/2019 per prevenire abusi nel lavoro agricolo.
La lotta al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura si intensifica grazie a una serie di iniziative coordinate tra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali. La Sezione Territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità della provincia di Treviso ha lanciato una “Checklist per gli appalti” per verificare le condizioni di lavoro delle società appaltatrici. Questo strumento di autocertificazione permette alle aziende agricole di valutare la regolarità contributiva, il numero di dipendenti, il contratto collettivo applicato e l’assenza di procedimenti penali a carico delle società appaltatrici. L’obiettivo è tutelare gli imprenditori agricoli e contrastare fenomeni di sfruttamento, come il caso dei dodici lavoratori indiani vittime di tratta nel 2024.

Nuove strategie e strumenti per la legalità nel settore agricolo
Un convegno alla Camera dei Deputati ha affrontato le nuove frontiere del caporalato, con un focus sulla condizionalità sociale e l’applicazione della legge 199 del 2016. L’ex ministro Sergio Costa ha sottolineato la necessità di incentivare l’adesione delle aziende alla Rete del lavoro agricolo di qualità, proponendo misure premiali nei Programmi di sviluppo rurale. È stata inoltre evidenziata l’importanza di una banca dati per incrociare domanda e offerta di lavoro, evitando intermediari opachi, e l’estensione del Durc (Documento unico di regolarità contributiva) al settore agricolo. La discussione ha toccato anche il tema dei 200 milioni di euro previsti dal Pnrr per il superamento dei ghetti, fondi ancora non utilizzati, e la necessità di rivedere la legge Bossi-Fini sull’immigrazione.
- Finalmente un passo avanti per i lavoratori agricoli! 💪......
- Ma le misure sono davvero sufficienti a contrastare il problema 🤔......
- E se il problema fosse a monte, nel sistema di appalti? 🔄......
Le linee guida dell’Ispettorato del Lavoro e il Piano InCaS
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha fornito una guida operativa per orientare l’attività di controllo e prevenire abusi, con la circolare n. 5/2019. Questa guida definisce le fattispecie di reato di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento lavorativo, evidenziando i segni distintivi comuni dello sfruttamento e dell’approfittamento dello stato di bisogno. Il codice penale prevede un elenco di indicatori per individuare potenziali situazioni di abuso, come la reiterata corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi, la violazione della normativa sull’orario di lavoro e la sussistenza di violazioni in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. Il Piano InCaS (Inclusione dei cittadini stranieri e Contrasto allo Sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato) supporta gli enti locali nell’elaborazione di policy e strumenti efficaci per contrastare lo sfruttamento e il disagio abitativo connesso al lavoro agricolo. Il progetto ha coinvolto numerosi comuni italiani, realizzando Piani Locali Multisettoriali (PLM) per attuare a livello territoriale il Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato.
Verso un’agricoltura più giusta: un impegno collettivo
La lotta al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura richiede un impegno collettivo e coordinato tra istituzioni, sindacati, associazioni datoriali e la società civile. Le iniziative intraprese, come la “Checklist per gli appalti”, il Piano InCaS e le linee guida dell’INL, rappresentano passi importanti verso un’agricoltura più giusta e rispettosa dei diritti dei lavoratori. È fondamentale che le aziende agricole aderiscano alla Rete del lavoro agricolo di qualità e che vengano implementate misure premiali per incentivare comportamenti virtuosi. Solo attraverso un’azione sinergica e una maggiore consapevolezza si potrà contrastare efficacemente questo fenomeno e garantire condizioni di lavoro dignitose per tutti.
Amici lettori, riflettiamo un attimo su un concetto base dell’agricoltura: la rotazione delle colture. Questa pratica, apparentemente semplice, è fondamentale per mantenere la fertilità del suolo e prevenire l’accumulo di parassiti e malattie. Allo stesso modo, la lotta al caporalato richiede una “rotazione” di strategie e strumenti, adattando le misure alle diverse realtà territoriali e alle nuove forme di sfruttamento.
E ora, una nozione di agricoltura avanzata: l’agricoltura di precisione. Grazie all’utilizzo di tecnologie come i sensori, i droni e i sistemi di geolocalizzazione, è possibile ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre l’impatto ambientale. Allo stesso modo, la lotta al caporalato può beneficiare dell’utilizzo di tecnologie avanzate per monitorare le condizioni di lavoro e prevenire abusi.
Ma la tecnologia da sola non basta. È necessario un cambiamento culturale, una maggiore consapevolezza dei diritti dei lavoratori e un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti. Solo così potremo costruire un’agricoltura più giusta, sostenibile e rispettosa della dignità umana.