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- Tagli del 20% ai programmi agricoli UE previsti nel nuovo OFP.
- Rischio di riduzione del 14% dei fondi destinati alla PAC.
- Dazi USA del 17% su prodotti agroalimentari europei in vista.
L’agricoltura del continente europeo si trova a un punto di svolta cruciale, caratterizzato da incertezze a livello politico, pericoli nel commercio e difficoltà su scala mondiale. La proposta di un nuovo Orizzonte Finanziario Pluriennale (OFP) successivo al 2027, prevista per il 16 luglio, sta generando preoccupazioni nel settore, con il timore di tagli consistenti alla Politica Agricola Comune (PAC) e la costituzione di un fondo unico europeo che potrebbe attenuare il supporto agli agricoltori.
Il Quadro Finanziario Pluriennale e le Minacce alla PAC
La Commissione Europea sta valutando una decurtazione fino al 20% dei finanziamenti destinati ai programmi per il settore agricolo e la coesione, con l’obiettivo di convogliare tali risorse verso aree come la difesa, l’innovazione e l’ampliamento dell’Unione. Questa eventualità ha generato un’ondata di proteste da parte delle organizzazioni agricole, che paventano un impatto disastroso sulla competitività del settore e sulla disponibilità di cibo nel continente. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha espresso la sua forte opposizione a questa proposta, definendola “irricevibile” e avvertendo che metterebbe “in ginocchio l’agricoltura europea”.
La principale apprensione è che la creazione di un fondo unico europeo, che unirebbe agricoltura, coesione e ricerca, condurrebbe a una ri-nazionalizzazione della PAC, compromettendo l’unità e la forza competitiva del settore. Paolo De Castro, figura autorevole dell’agroalimentare europeo, ha sottolineato che “è incomprensibile pensare di rinazionalizzare la Pac”, evidenziando la necessità di “più Europa, più coraggio, più azione”.
Il timore di riduzioni importanti, quantificate intorno al 14%, esaspera ulteriormente la situazione, con il pericolo di disarticolare il sostegno agli agricoltori e pregiudicarne la capacità di affrontare le sfide globali. Il Copa-Cogeca, la potente lobby europea, ha denunciato il rischio di “diluire” la PAC in una cornice indistinta e indebolita, mettendo in guardia contro una logica di condizionalità e performance che guarda più a Bruxelles che alle campagne del Vecchio Continente.

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Accordi Commerciali e Dazi: Una Tempesta Perfetta
Oltre alle incertezze sul futuro della PAC, l’agricoltura europea si trova di fronte a una serie di complicazioni negli scambi che insidiano la sua forza competitiva. L’accordo UE-Ucraina, che prevede una liberalizzazione mirata degli scambi commerciali, ha sollevato perplessità nel comparto agricolo, malgrado le protezioni previste per i produttori europei. Secondo l’Ucab, il principale sindacato agrario ucraino, l’intesa costituisce un passo indietro rispetto al livello di liberalizzazione commerciale raggiunto durante il conflitto, lamentando l’assenza di strumenti validi per gestire le difficoltà logistiche e commerciali derivanti dalla guerra.
Ancor più allarmante è la situazione relativa agli scambi internazionali, con la ripresa del trattato con il Mercosur sul tavolo del Comitato Politico Commerciale, alimentato da un’analisi d’impatto che ha ravvivato le controversie. Le associazioni agricole europee contestano da tempo le differenze normative tra le produzioni del Vecchio Continente e quelle sudamericane, accusando la Commissione di compromettere settori cruciali in nome del libero scambio.
Dall’altra parte dell’Atlantico, incombe lo spettro delle misure tariffarie americane. Le possibili nuove imposte del 17% sui prodotti agroalimentari europei, ventilate da Donald Trump, potrebbero comportare un esborso fino a svariati miliardi di euro per le esportazioni italiane. Il costo del Parmigiano Reggiano, già appesantito da un dazio del 25%, ha raggiunto i 70 dollari al chilo in alcuni negozi di New York, mentre la pasta potrebbe subire un aumento tariffario fino al 27%.
Le Richieste degli Agricoltori e le Proposte per il Futuro
Di fronte a queste sfide, il mondo agricolo europeo chiede a gran voce un cambio di rotta. Le rappresentanze degli agricoltori invocano una Politica Agricola Comune adeguata ai tempi, una strategia commerciale più equilibrata e un’Unione Europea in grado di tutelare i propri comparti strategici senza rinunciare al proprio modello agricolo. Per Bruxelles, le parole chiave sono coerenza, coraggio e visione.
Alcune proposte concrete includono:
Mantenere intatti gli stanziamenti per la PAC e garantire la flessibilità nell’utilizzo dei fondi.
Rivedere i criteri di distribuzione dei sussidi per favorire le piccole imprese familiari e salvaguardare le conoscenze e le tradizioni rurali.
Accelerare la registrazione e l’adozione degli agenti di controllo biologico per ridurre la dipendenza dai pesticidi tradizionali.
Incentivare l’assicurazione delle imprese agricole per proteggere fattorie e raccolti dai disastri climatici.
Un Nuovo Paradigma per l’Agricoltura Europea: Resilienza e Sostenibilità
In un contesto globale in rapida evoluzione, l’agricoltura europea deve affrontare sfide senza precedenti, che richiedono un cambio di paradigma e un approccio innovativo. La transizione verso un modello agricolo più resiliente e sostenibile è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare, proteggere l’ambiente e preservare il futuro delle comunità rurali.
È essenziale promuovere pratiche agricole che riducano l’impatto ambientale, come l’agricoltura biologica, l’agroecologia e l’agricoltura di precisione. Queste pratiche non solo contribuiscono a preservare la biodiversità e la fertilità del suolo, ma anche a ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, migliorando la qualità dei prodotti e la salute dei consumatori.
Inoltre, è necessario investire nella ricerca e nell’innovazione per sviluppare nuove tecnologie e soluzioni che consentano agli agricoltori di adattarsi ai cambiamenti climatici e di affrontare le sfide emergenti. L’agricoltura di precisione, ad esempio, può contribuire a ottimizzare l’uso delle risorse, ridurre gli sprechi e aumentare la produttività, consentendo agli agricoltori di prendere decisioni più informate e di gestire in modo più efficiente le proprie aziende.*
Infine, è fondamentale rafforzare la cooperazione tra agricoltori, ricercatori, istituzioni e consumatori per creare un sistema agroalimentare più equo e sostenibile. Solo attraverso un approccio collaborativo e integrato sarà possibile garantire un futuro prospero per l’agricoltura europea e per le generazioni future.
Amici lettori, riflettiamo un attimo. L’agricoltura, fin dai tempi più remoti, è stata l’arte di coltivare la terra per produrre cibo. Ma oggi, nel XXI secolo, l’agricoltura è molto più di questo. È un settore complesso, interconnesso con l’economia globale, la politica internazionale e l’ambiente. Una nozione base di agricoltura è la rotazione delle colture, una pratica antica che consiste nel variare le colture coltivate in un determinato appezzamento di terreno nel corso del tempo. Questa pratica aiuta a migliorare la fertilità del suolo, a ridurre l’incidenza di malattie e parassiti e a diversificare la produzione agricola.
Una nozione di agricoltura avanzata è l’utilizzo di sensori e droni per monitorare lo stato delle colture e del suolo in tempo reale. Questa tecnologia consente agli agricoltori di prendere decisioni più precise e di ottimizzare l’uso delle risorse, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività.
Ma al di là delle tecniche e delle tecnologie, l’agricoltura è soprattutto una questione di persone. Sono gli agricoltori, con il loro lavoro e la loro passione, a garantire la nostra sicurezza alimentare e a preservare il paesaggio rurale. È importante sostenere gli agricoltori, valorizzare il loro lavoro e promuovere un’agricoltura sostenibile che rispetti l’ambiente e le tradizioni locali. Solo così potremo garantire un futuro prospero per l’agricoltura europea e per le generazioni future.