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Rivoluzione verde: l’Agricoltura Rigenerativa salva l’Europa dalla crisi

Scopri come l'agricoltura rigenerativa sta trasformando il settore agricolo europeo, riducendo le emissioni, migliorando la biodiversità e garantendo un futuro più sostenibile, con risultati sorprendenti.
  • Fertilizzanti azotati sintetici ridotti del 62% con agricoltura rigenerativa.
  • Pesticidi diminuiti del 76% per ettaro grazie a nuove pratiche.
  • Aumento del 24% della fotosintesi nei sistemi rigenerativi.

L’agricoltura rigenerativa emerge come una soluzione concreta e innovativa per affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali che il settore agricolo europeo si trova ad affrontare. Diversi studi e iniziative, tra cui spicca il lavoro dell’EARA (European Alliance for Regenerative Agriculture), evidenziano il potenziale di questo approccio per ridurre le emissioni, migliorare la sicurezza alimentare e rigenerare gli ecosistemi.

## Agricoltura rigenerativa: una risposta alle sfide del settore

L’agricoltura convenzionale, con il suo elevato utilizzo di input chimici e pratiche intensive, sta mostrando i suoi limiti. L’erosione del suolo, la perdita di biodiversità, l’aumento dei costi energetici e l’instabilità climatica mettono a rischio la sicurezza alimentare e la redditività delle aziende agricole. La Commissione Europea prevede che il comparto agricolo potrebbe subire perdite di circa 60 miliardi di euro entro il 2025, con una potenziale crescita fino a 90 miliardi entro il 2050. In questo contesto, l’agricoltura rigenerativa si propone come un modello alternativo, basato su principi ecologici e sulla valorizzazione delle risorse locali.

## I risultati concreti dell’agricoltura rigenerativa
L’EARA ha condotto uno studio su 78 aziende agricole in 14 Paesi europei, per un totale di oltre 7.000 ettari, che hanno adottato pratiche rigenerative come l’agroecologia, l’agroforestazione, l’agricoltura conservativa e il pascolo olistico pianificato. I risultati sono incoraggianti:

Riduzione degli input: gli agricoltori rigenerativi hanno utilizzato in media il 62% in meno di fertilizzanti azotati sintetici e il 76% in meno di pesticidi per ettaro rispetto ai loro colleghi convenzionali.
Mangimi a chilometro zero: mentre l’agricoltura convenzionale dipende in larga misura dall’importazione di mangimi per il bestiame, gli agricoltori rigenerativi utilizzano prevalentemente risorse locali, riducendo l’impatto ambientale e aumentando l’autonomia dei sistemi produttivi. Miglioramento della biodiversità e della salute del suolo: i sistemi rigenerativi hanno mostrato un aumento del 24% della fotosintesi, del 23% della copertura del suolo e del 17% della diversità vegetale rispetto ai sistemi convenzionali.
Maggiore adattamento climatico: i terreni coltivati con tecniche rigenerative hanno presentato una temperatura media della superficie inferiore di oltre lo 0,3% nei mesi estivi, contribuendo a contenere l’innalzamento termico a livello locale.
Rendimento: tra il 2020 e il 2023, l’efficienza produttiva rigenerativa (RFP) ha superato del 27% quella dell’agricoltore tradizionale medio europeo.

## L’indice di produttività rigenerativa (RFP)

Lo studio dell’EARA introduce un nuovo indice, l’RFP, per valutare le prestazioni dell’agricoltura rigenerativa. Questo indice multidimensionale considera non solo la resa, ma anche la salute del suolo, la biodiversità e i risultati economici, fornendo una valutazione completa e accurata dei benefici di questo approccio. L’RFP può essere utilizzato per progettare politiche agricole basate sui risultati, incentivando le pratiche agroecologiche e promuovendo la transizione verso un’agricoltura più sostenibile.

## Un futuro rigenerativo per l’agricoltura europea

I risultati dello studio dell’EARA suggeriscono che l’agricoltura rigenerativa può ridurre le emissioni di CO2 di 141,3 milioni di tonnellate all’anno, pari a circa l’84% delle emissioni nette di gas serra dell’agricoltura europea. Questo significa che, nel giro di pochi anni, l’agricoltura europea potrebbe dare un contributo positivo all’ambiente, garantendo al contempo la sicurezza alimentare e rigenerando gli ecosistemi. L’agricoltura rigenerativa va oltre una mera tecnica agricola, configurandosi come un approccio radicalmente differente alla gestione dei sistemi produttivi, rendendoli più autosufficienti, meno dipendenti da risorse esterne, più resistenti agli shock e capaci di fornire cibo, reddito e servizi ecosistemici.

## Verso un’agricoltura resiliente e sostenibile: riflessioni conclusive

L’agricoltura rigenerativa rappresenta una via promettente per affrontare le sfide del settore agricolo e costruire un futuro più sostenibile. I risultati degli studi condotti finora sono incoraggianti e dimostrano che questo approccio può portare benefici ambientali, economici e sociali. Tuttavia, è importante sottolineare che la transizione verso l’agricoltura rigenerativa richiede un cambiamento di mentalità e un impegno da parte di tutti gli attori della filiera agroalimentare.

È fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecniche e pratiche rigenerative, promuovere la formazione e l’informazione degli agricoltori, e creare politiche agricole che incentivino l’adozione di questo approccio. Solo così potremo realizzare il pieno potenziale dell’agricoltura rigenerativa e costruire un futuro in cui l’agricoltura sia parte integrante di un ecosistema sano e resiliente.
Amici, parliamoci chiaro: l’agricoltura rigenerativa non è una bacchetta magica, ma un insieme di pratiche che mirano a imitare i processi naturali per migliorare la salute del suolo e la produttività agricola. Una nozione base, ma fondamentale, è quella del sovescio: la pratica di coltivare piante, come leguminose o graminacee, per poi interrarle nel terreno, arricchendolo di sostanza organica e nutrienti.

E per i più esperti, una nozione di agricoltura avanzata: l’utilizzo di micorrize*, funghi simbionti che si associano alle radici delle piante, migliorando l’assorbimento di acqua e nutrienti e aumentando la resistenza agli stress ambientali.
Ma al di là delle tecniche, ciò che conta davvero è la consapevolezza che il suolo è un organismo vivente, un ecosistema complesso che va curato e protetto. E allora, vi invito a riflettere: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per sostenere un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente e della nostra salute?


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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