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- Tagli alla PAC: da 386 miliardi a 300 miliardi di euro.
- Fondo unico: fusione PAC e coesione, rischio per il settore.
- Mobilitazione permanente: annunciata per i prossimi due anni.
La Mobilitazione a Bruxelles: Un Grido d’Allarme
Il 16 luglio 2025, Bruxelles si è trasformata ancora una volta nel palcoscenico di una imponente protesta da parte degli agricoltori europei, uniti sotto l’egida del Copa-Cogeca. Il motivo di questa mobilitazione risiede nella proposta della Commissione Europea di rimodulare in modo incisivo la Politica Agricola Comune (PAC) all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028-2034. La proposta ipotizza una fusione dei fondi della PAC con quelli di coesione in un unico fondo, una manovra che gli agricoltori paventano condurrà a una riduzione significativa delle risorse destinate al settore primario. La posta in gioco è alta: la sicurezza alimentare, la competitività delle aziende agricole e la stabilità delle zone rurali europee.
Le associazioni di categoria, tra cui Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Fedagripesca, hanno espresso con forza la loro opposizione a questa proposta. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha dichiarato che il fondo unico “cancellerà la PAC per come la conosciamo”, mentre Cristiano Fini, presidente di CIA-Agricoltori Italiani, ha parlato di un “vergognoso attacco all’agricoltura”. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha definito la proposta una “dichiarazione di guerra” al settore primario. Le parole sono dure, ma riflettono la profonda preoccupazione degli agricoltori per il futuro del loro lavoro e del settore.
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Il Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034: Tagli e Accorpamenti
La proposta della Commissione Europea prospetta un bilancio totale di circa 2.000 miliardi di euro per il periodo 2028-2034. Di questi, 865 miliardi sarebbero indirizzati a un Fondo unico per i partenariati nazionali e regionali, che includerebbe sia i finanziamenti agricoli che quelli destinati alla coesione. Questo implica una contrazione dei fondi stanziati per la PAC, i quali scenderebbero da 386 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 a 300 miliardi nel nuovo QFP. Un decremento che, considerando l’inflazione, si tradurrebbe in una perdita effettiva ancor più consistente per il comparto agricolo.
La Commissione Europea motiva tale scelta con la necessità di una maggiore agilità e capacità strategica dell’Unione. Ursula von der Leyen ha enfatizzato la necessità di intensificare l’integrazione, favorire una maggiore adattabilità e predisporre una duplice riserva agricola al fine di proteggere le entrate degli operatori del settore. Tuttavia, molti agricoltori temono che queste affermazioni possano celare una gestione meno oculata delle risorse e una scarsa trasparenza nella loro distribuzione. Il timore è che i fondi destinati all’agricoltura vengano messi in competizione con altri settori, quali la difesa, la digitalizzazione e la competitività industriale, a scapito del settore primario.

Le Reazioni in Italia e in Europa: Un Fronte Comune Contro i Tagli
La protesta contro i tagli alla PAC ha coinvolto agricoltori provenienti da tutta Europa, con manifestazioni a Bruxelles e in diverse città italiane. A Roma, i giovani agricoltori hanno manifestato davanti a Palazzo Madama, mentre a Bruxelles gli agricoltori hanno ammassato stivali da campo come simbolo di una ruralità che si sente messa all’angolo. Le associazioni di categoria italiane hanno espresso con forza la loro opposizione alla proposta della Commissione Europea, annunciando una “mobilitazione permanente” per i prossimi due anni.
Anche il Parlamento Europeo ha espresso forti riserve sulla proposta. I correlatori del bilancio, Siegfried Muresan (PPE) e Carla Tavares (S&D), hanno criticato la complessità dei nuovi piani nazionali e regionali e hanno sottolineato la necessità di non indebolire la PAC e la coesione. La questione non è solo economica, ma anche politica: molti europarlamentari temono che la nuova architettura di bilancio rifletta uno spostamento delle priorità europee a discapito dei settori tradizionali come l’agricoltura.
Verso un Futuro Incerto: Quale Ruolo per l’Agricoltura Europea?
La proposta della Commissione Europea ha aperto un dibattito acceso sul futuro dell’agricoltura europea. Da un lato, la Commissione sostiene che l’integrazione dei fondi consentirà una maggiore flessibilità e coordinamento tra le politiche di sviluppo e quelle di coesione. Dall’altro, gli agricoltori temono che la riduzione dei fondi e la perdita di controllo sulla distribuzione comprometteranno la competitività del settore e la sicurezza alimentare dell’Europa. La PAC è stata per decenni uno dei pilastri dell’Unione Europea, uno strumento che ha garantito certezze, regole comuni e un quadro strategico europeo. Ora, c’è il rischio significativo che essa si disperda in un aggregato privo di distinzione, perdendo la propria specificità e generando maggiore incertezza.
I mesi a venire saranno cruciali. La proposta avanzata dalla Commissione sarà oggetto di un arduo negoziato che coinvolgerà il Parlamento e gli Stati membri, in un periodo caratterizzato da molteplici trasformazioni: energetica, digitale, ambientale e geopolitica. In questo contesto, la Politica Agricola Comune (PAC) si rivela un indicatore della coerenza europea. Poiché ogni decisione in materia di bilancio è una chiara dichiarazione di priorità. E in un’Europa che aspira a essere più robusta, indipendente e resiliente, resta da capire quale posizione sarà riservata a coloro che, quotidianamente, lavorano la terra del presente e gettano le basi per il futuro.
Un Nuovo Patto tra Agricoltura e Società: La Sfida del Futuro
Amici lettori, la questione dei tagli alla PAC ci tocca da vicino, perché riguarda il cibo che mangiamo e il futuro delle nostre campagne. Forse non tutti sanno che la PAC, oltre a sostenere gli agricoltori, ha anche l’obiettivo di garantire prezzi accessibili per i consumatori e di promuovere pratiche agricole sostenibili. Un concetto base dell’agricoltura è la rotazione delle colture, una pratica antica che consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno per migliorare la fertilità del suolo e ridurre la diffusione di parassiti e malattie. Questa pratica, apparentemente semplice, è fondamentale per la salute del suolo e per la produzione di cibo di qualità.
Ma l’agricoltura moderna va oltre la rotazione delle colture. Oggi si parla sempre più di agricoltura di precisione, una pratica che utilizza tecnologie avanzate come sensori, droni e software per monitorare le condizioni del suolo e delle piante e per ottimizzare l’uso di acqua, fertilizzanti e pesticidi. L’agricoltura di precisione consente di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e di aumentare la produttività delle aziende agricole. Ma per adottare queste tecnologie sono necessari investimenti e competenze, e qui entra in gioco il ruolo della PAC, che dovrebbe sostenere gli agricoltori nella transizione verso un’agricoltura più sostenibile e innovativa.
Allora, cosa possiamo fare noi consumatori? Possiamo informarci, scegliere prodotti locali e di stagione, sostenere le aziende agricole che adottano pratiche sostenibili. Ma soprattutto, possiamo far sentire la nostra voce ai politici, chiedendo loro di difendere l’agricoltura europea e di garantire un futuro sostenibile per il nostro cibo e per le nostre campagne. Perché, in fondo, il futuro dell’agricoltura è anche il nostro futuro.
- Approfondimenti sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 dell'UE.
- Dichiarazioni ufficiali di Coldiretti sul taglio alla PAC e possibili conseguenze.
- Confagricoltura: sito ufficiale dell'organizzazione degli imprenditori agricoli.
- Comunicato ufficiale di Confagricoltura sul nuovo bilancio UE e tagli alla PAC.