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- Il 'ristorno' incide fino al 14% del fatturato dei produttori.
- Sanzioni per soli 665mila euro contro danni da 350 milioni.
- Perso il 70% delle aree a pesche in Emilia-Romagna dal 2006.
Dietro le vetrine luccicanti dei supermercati e la promessa di prodotti freschi e di alta qualità, si nasconde una realtà fatta di accordi sbilanciati, utili ridotti e una pressione incessante che incombe su chi lavora la terra. Il cosiddetto “ristorno”, uno sconto sul prezzo che i fornitori agricoli sono tenuti a concedere alla grande distribuzione organizzata (GDO), è solo l’elemento più evidente di un sistema oscuro e onnipresente. Questo meccanismo, formalmente presentato come contributo per attività promozionali e di logistica, si concretizza in realtà in un vero e proprio “dazio” da corrispondere per poter vendere i propri prodotti nei supermercati. Un dazio che, in media, si attesta intorno al 10% del fatturato, ma che può raggiungere picchi del 14%, a seconda della forza negoziale del singolo produttore.
Questo sistema innesca un ciclo perverso in cui i produttori, già alle prese con costi in aumento e richieste sempre più rigorose, sono costretti ad accettare condizioni sfavorevoli pur di non essere tagliati fuori dal mercato. I consumatori, invece, ignorano queste dinamiche e continuano a pagare il prezzo intero dei prodotti, senza godere dei ribassi ottenuti dalla GDO. All’apice della filiera distributiva, la grande distribuzione realizza un profitto netto che molti professionisti del settore definiscono un “extra-profitto strutturale”, un guadagno continuo generato da un forte divario di potere. La situazione è particolarmente grave nel comparto ortofrutticolo, dove la natura rapidamente deperibile dei prodotti e la competizione internazionale rendono i produttori ancora più esposti alle pressioni della GDO.
Pratiche Sleali e Tutele Inefficaci
L’Unione Europea ha provato a mettere un freno a queste dinamiche distorte con la direttiva contro le pratiche commerciali scorrette nel settore agroalimentare, implementata dall’Italia nel 2021 con la legge 198. Questa legge ha introdotto una “lista nera” di comportamenti proibiti e una “lista grigia” di pratiche ammesse solo se formalizzate per iscritto. Tuttavia, molte delle richieste più comuni della GDO, come il ristorno e le promozioni imposte, rientrano nella lista grigia, rendendo di fatto insufficiente la protezione dei produttori. Anzi, in molti casi, la situazione è addirittura peggiorata, con i produttori costretti a sottoscrivere contratti che legittimano pratiche che riducono i loro margini di guadagno. L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), l’organismo preposto a controllare il rispetto delle norme, ha applicato sanzioni per pratiche scorrette per un totale di soli 665mila euro tra il 2023 e il 2024, una somma irrisoria rispetto ai danni stimati per l’intera filiera agricola e alimentare italiana, che ammontano ad almeno 350 milioni di euro all’anno.
La chiara sproporzione tra l’entità dei danni patiti dal settore agricolo e la scarsa efficacia delle misure legislative è evidente. Molte aziende agricole sono sull’orlo del fallimento, obbligate a mutare le coltivazioni o addirittura a cessare l’attività. Un’inchiesta condotta tra gli imprenditori agricoli da Agri 2000 net rivela che addirittura 30mila aziende agricole sarebbero a rischio di chiusura solo in Emilia-Romagna, a causa della limitata redditività. Per rompere questo circolo vizioso, sarebbe indispensabile intervenire in modo più efficace sulla relazione sbilanciata tra agricoltura e distribuzione, potenziando la forza contrattuale dei produttori e promuovendo una maggiore trasparenza e onestà nelle pratiche commerciali.
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Il Declino della Frutticoltura e la Guerra dei Prezzi
La crisi della frutticoltura in alcune regioni italiane rappresenta un campanello d’allarme sulle difficoltà che il settore sta affrontando. In Emilia-Romagna, ad esempio, si è verificata una perdita del 70% delle aree coltivate a pesche e nettarine tra il 2006 e il 2024, con una diminuzione del 69% delle quantità prodotte. In Veneto, la situazione è ancora più critica, con una riduzione del 73% delle superfici e del 69% della produzione. Questa “ecatombe silenziosa” è la conseguenza di prezzi insufficienti e di una concorrenza feroce, che induce molti produttori a rinunciare all’attività. La battaglia dei prezzi si combatte anche a livello europeo, con la grande distribuzione che sfrutta la concorrenza tra i diversi paesi per ottenere condizioni sempre più vantaggiose. Può capitare, ad esempio, che una catena italiana chiami un fornitore spagnolo per partecipare a una promozione sulle pesche, spuntando prezzi inferiori a quelli praticati dai produttori italiani. Ciò crea una forma di competizione disleale che danneggia chi produce nel nostro paese e mette a repentaglio la sopravvivenza delle aziende agricole.
[IMMAGINE=”Create an iconic image inspired by neoplastic and constructivist art. The image should feature geometric shapes and lines, with a focus on vertical and horizontal lines. The main elements to include are:
1. A stylized supermarket shelf filled with abstract representations of fruits and vegetables (e.g., a red square for an apple, a green rectangle for a cucumber). The shelf should be depicted with clean, geometric lines and a desaturated color palette.
2. A simplified farmer figure, represented by geometric shapes (e.g., a triangle for the body, circles for the head and hands), standing in front of a field composed of geometric patterns. The farmer should appear small and overshadowed by the supermarket shelf.
3. Abstract representations of euro coins, depicted as flat, geometric circles, being transferred from the farmer towards the supermarket shelf.
The overall style should be minimalist and conceptual, using a color palette of mostly cold and desaturated colors (blues, grays, light greens) to convey a sense of imbalance and pressure. The image should not contain any text and should be easily understandable as a representation of the power dynamics between farmers and supermarkets.”]
Il tragitto dei prodotti agricoli comincia dai campi coltivati e, nella maggioranza dei casi, si conclude presso una cooperativa oppure un’aggregazione di produttori. Qui, i prodotti vengono sottoposti a processi di condizionamento e selezione in base a dimensione e pregio, per poi essere presentati alla grande distribuzione. È la cooperativa o l’OP a confrontarsi al tavolo delle trattative con la GDO. Le negoziazioni avvengono online e, talvolta, vengono perfezionate telefonicamente. I listini prezzi sono generalmente settimanali, ma possono variare anche tre volte a settimana, in base alla stagionalità o alla specifica referenza. Il prezzo è stabilito dal mercato, ma in tale contesto, il venditore si trova quasi sempre in una condizione di inferiorità. Questo è particolarmente vero per i prodotti freschi, che si deteriorano rapidamente. Chi ha la possibilità di rifiutare, detiene anche la facoltà di imporre le condizioni.
Verso un Futuro Sostenibile: Trasparenza e Collaborazione
Per cambiare direzione e garantire un avvenire sostenibile all’agricoltura italiana, è necessario un cambio di mentalità che privilegi la trasparenza, la collaborazione e la valorizzazione del lavoro agricolo. È essenziale che i consumatori siano consapevoli delle dinamiche che si celano dietro il costo dei prodotti e che siano disposti a sostenere un’agricoltura di qualità, che rispetti l’ambiente e i diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo, è necessario rafforzare il potere contrattuale dei produttori, promuovendo l’aggregazione e la cooperazione, e incentivando la creazione di filiere corte e trasparenti. La grande distribuzione deve assumersi la responsabilità di un ruolo più equo e sostenibile, abbandonando le logiche del massimo profitto a breve termine e investendo in relazioni di lungo periodo con i fornitori, basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Solo così sarà possibile garantire un futuro prospero all’agricoltura italiana e offrire ai consumatori prodotti di qualità, a un prezzo giusto e sostenibile.
Un Appello alla Consapevolezza e all’Azione
Amici lettori, spero che questo viaggio nel cuore dell’agricoltura italiana vi abbia aperto gli occhi su una realtà complessa e spesso nascosta. L’agricoltura è la linfa vitale del nostro paese, la fonte del cibo che portiamo ogni giorno sulle nostre tavole. Eppure, troppo spesso diamo per scontato il lavoro di chi coltiva la terra e non ci rendiamo conto delle difficoltà che affrontano ogni giorno. È tempo di cambiare prospettiva e di diventare consumatori consapevoli, capaci di fare scelte informate e di sostenere un’agricoltura che rispetti l’ambiente, i lavoratori e la qualità dei prodotti.
Una nozione base di agricoltura che si ricollega a questo tema è l’importanza della rotazione delle colture. Questa pratica, che consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno, aiuta a preservare la fertilità del suolo, a ridurre la diffusione di parassiti e malattie e a migliorare la qualità dei prodotti. Un concetto più avanzato è l’agricoltura di precisione, che utilizza tecnologie innovative come sensori, droni e software per ottimizzare l’uso delle risorse (acqua, fertilizzanti, pesticidi) e massimizzare la resa delle colture, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
Vi invito a riflettere su queste tematiche e a fare la vostra parte per sostenere un’agricoltura più giusta e sostenibile. Informatevi, scegliete prodotti locali e di stagione, sostenete i piccoli produttori e le cooperative agricole. Ogni piccolo gesto può fare la differenza. Insieme, possiamo costruire un futuro migliore per l’agricoltura italiana e per tutti noi.