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- Prezzi al consumo aumentati del 30,1% dal 2019, senza benefici per gli agricoltori.
- Un'impresa agricola su tre è a rischio chiusura.
- 7.500 aziende vicentine a rischio per i tagli della PAC.
Attualmente, l’agricoltura italiana vive una situazione caratterizzata da una crisi mai vista prima, generata da una combinazione complessa di fattori economici ed ecologici che mettono in discussione la resilienza di un settore fondamentale per la nazione. L’incremento incessante dei costi produttivi, assieme alla stagnazione dei prezzi al consumo e alle crescenti pressioni ambientaliste, sta creando enormi difficoltà agli agricoltori italiani; c’è quindi un effettivo rischio che molte aziende agricole siano destinate a cessare la propria attività.
Un quadro economico allarmante
La situazione economica del settore agricolo italiano è tutt’altro che rosea. I costi di produzione, che includono carburante, fertilizzanti, fitosanitari e manodopera, sono in costante aumento, mentre i prezzi di vendita dei prodotti agricoli rimangono spesso inchiodati a livelli non remunerativi. Questo divario crescente mette a rischio la redditività delle aziende agricole, che faticano a coprire i costi e a generare un profitto sufficiente per garantire la propria sopravvivenza.
Secondo i dati raccolti dalla Cia Alessandria-Asti, i prezzi al consumo dei beni alimentari in Italia a luglio 2025 sono superiori del 30,1% rispetto al livello medio del 2019, mentre il settore primario non ha registrato alcun incremento significativo nei prezzi riconosciuti agli agricoltori. Questo significa che i consumatori pagano di più per i prodotti alimentari, ma gli agricoltori non ne traggono alcun beneficio.
Il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, ha lanciato un grido d’allarme, affermando che un’impresa agricola su tre è a rischio chiusura e che i bilanci aziendali sono sempre più “in rosso”. Secondo Politi, è appurato che, in assenza di misure urgenti e straordinarie volte a sostenere gli agricoltori, più di 100.000 aziende agricole rischiano l’estromissione dal mercato; contestualmente, oltre 2 milioni di ettari destinati all’agricoltura si troverebbero esposti a un elevato rischio.

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Le sfide ambientali: un peso crescente
Le problematiche economiche non sono l’unico ostacolo per gli agricoltori italiani; le sfide ambientali si presentano con un’urgenza crescente. Gli effetti del cambiamento climatico – caratterizzati da eventi estremamente severi come siccità prolungate, alluvioni devastanti e ondate di calore anomale – stanno infliggendo una forte pressione sulle pratiche agricole oltre che sull’allevamento. Anche il deterioramento della biodiversità, il degrado complessivo dei suoli e il crescente inquinamento delle acque rappresentano ulteriori elementi che complicano significativamente l’esercizio dell’agricoltura nel nostro Paese.
Nel corso degli ultimi cinquant’anni circa in Italia si  è  assistito alla sparizione  quasi totale del 30% delle terre coltivabili; attualmente la superficie disponibile è  scesa a  soli 12,8 milioni di ettari. Inoltre, nell’arco degli ultimi cinque anni è stata registrata una degradazione territoriale pari al 20%, evidenziata da problemi quali erosione, salinizzazione della terra  e accumulo indotto dal compattamento stesso. Queste  tendenze compromettono  seriamente sia la   fertilità presente nei terreni  sia  la   loro abilità produttiva alimentare, generando un potenziale rischio significativo per ciò che concerne la sicurezza alimentare nazionale.
  Annalisa  Trettenero, presidente dell’organizzazione Confagricoltura Vicenza nonché nuova vicepresidente della stessa associazione ma sul versante veneto, ha manifestato apprensione circa  i  riflessi deleteri derivanti dall’introduzione di dazi fissati al 15% e i recentissimi  accorpamenti nella  Politica Agricola Comune (PAC) prevista per il periodo 2028-2034.  Secondo le dichiarazioni rilasciate da Trettenero,  più di 7.500 aziende agricole situate   nella provincia di Vicenza si  troveranno a fronteggiare sproporzionati tagli, il che potrebbe condurle a una potenziale chiusura definitiva. 
La multifunzionalità come possibile soluzione
Di fronte alle attuali difficoltà, l’industria agricola in Italia si trova nella necessità impellente di adattarsi ed evolvere. Un approccio efficace potrebbe consistere nella valorizzazione della multifunzionalità, che implica una diversificazione delle operazioni aziendali al fine di aprirsi verso nuove opportunità economiche. Tale strategia comprende iniziative come agriturismo, orientamento alla produzione energetica da fonti rinnovabili, cessione diretta dei prodotti coltivati, attività educative nelle fattorie e offerta di prestazioni ecologiche.
Attraverso questa forma innovativa d’impresa agricola, le realtà del settore possono diminuire la loro vulnerabilità rispetto ai mercati consolidati e amplificare il valore percepito dei propri beni. Inoltre, simili pratiche hanno il potenziale non solo per tutelare l’integrità del paesaggio rurale ma anche per incentivare un modello turistico rispettoso dell’ambiente e accrescere la consapevolezza collettiva riguardo al ruolo cruciale che riveste l’agricoltura nel tessuto sociale contemporaneo.
Un futuro incerto, ma non senza speranza: resilienza e innovazione
 L’attuale crisi dell’agricoltura italiana si presenta  come  una problematica non  solo  grave ma anche  articolata;  tuttavia, essa non deve  essere  considerata  inevitabilmente letale. Adottando strategie innovative orientate  alla sostenibilità, si  possono avviare processi  capaci di rovesciare le attuali dinamiche   sfavorevoli ed assicurare una  prospettiva favorevole per questo settore  fondamentale. Investimenti mirati in ricerca e sviluppo, insieme alla promozione di metodologie agronomiche eco-compatibili, risulteranno decisivi:  bisogna incoraggiare  la   multifunzionalità nelle aziende agricole ed educare il pubblico sull’importanza cruciale degli acquisti  localizzati ed opportunamente stagionali.
Si rende imprescindibile quindi   una  trasformazione della mentalità  collettiva; occorre transitare da modelli  agricoli incentrati sulla pura quantità a concezioni fondate su valori quali qualità  intrinseca dei  prodotti,  rispetto  per l’ambiente ed  esaltazione delle  specificità territoriali. Questa metamorfosi appare come  condizione  sine qua non per assicurarsi che l’agricoltura italiana possa  godere di radici robuste nel suo futuro operante così da salvaguardare quel prezioso  patrimonio culturale ed  ambientale che lo caratterizza nel panorama mondiale. 
Riflessioni conclusive: un’agricoltura che guarda al futuro
 L’agricoltura, da sempre considerata un insieme  armonioso tra  arte e scienza nella coltivazione della terra nonché nell’allevamento animale,  riveste oggi un’importanza cruciale  come  mai prima d’ora. Essa rappresenta una  sfida articolata, esigente conoscenze specialistiche unite a passione fervente e a una visione proiettata verso il  futuro.
Un aspetto  fondamentale dell’agricoltura  trattato in questo contesto è  certamente rappresentato dalla rotazione delle colture. Questa storica tecnica agricola prevede un alternarsi metodico delle diverse varietà colturali sul medesimo appezzamento  nel   corso degli anni; grazie a tale approccio ci troviamo a prevenire il degrado del suolo mentre  contemporaneamente ostacoliamo i parassiti ed  eventuali patologie  vegetali contribuendo così  al miglioramento della fertilità terrena.
D’altro canto abbiamo anche tecniche agricole più sofisticate: tra queste emerge sicuramente l’utilizzo dei sensori elettronici e dei droni, dispositivi innovativi impiegati nel monitoraggio continuo dello stato sia dei raccolti sia della qualità del terreno. Tali strumenti consentono non solo una raccolta approfondita ma anche tempestiva dei dati necessari all’ottimizzazione dell’irrigazione o della fertilizzazione rendendo possibili effettive pratiche eco-sostenibili grazie alla diminuzione degli sprechi con conseguente incremento quantitativo nelle produzioni agricole. Al di là delle metodologie impiegate o dei mezzi tecnologici adottati, l’elemento realmente determinante rimane la passione, così come l’amore, nei confronti della propria terra. È indubbio che un agricoltore dotato di fervida passione per il proprio lavoro, unitamente alla dedizione nella cura del suolo agricolo, riesca ad affrontare con successo le sfide quotidiane ed essere artefice della creazione d’importante valore, sia personale sia collettivo.
Che ne dici riguardo a tale contesto? Ti senti pronto ad assumerti responsabilità nel sostenere il settore agricolo italiano? Tieni presente che ogni volta in cui opti per l’acquisto di prodotti locali o stagionali contribuisci non solo alla salvaguardia d’un patrimonio unico ma anche all’assicurazione d’un avvenire migliore per tutta la collettività.








