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- La direttiva 2009/128/CE blocca l'uso dei droni per trattamenti fitosanitari.
- Sperimentazione in Emilia-Romagna su colture strategiche come cipolla e vite.
- Drone DJI T50 Agras con capacità di 40 kg per irrorazione precisa.
# Una Rivoluzione Sostenibile e Precisa
## Il Contesto Normativo e le Sfide Attuali
In Italia, l’uso dei droni per i trattamenti fitosanitari è un tema complesso, radicato in una normativa che risale al 2009 (Direttiva 2009/128/CE). Questa direttiva, originariamente pensata per limitare l’uso di elicotteri nell’irrorazione, ha inavvertitamente bloccato anche l’adozione dei droni, velivoli che offrono un potenziale significativo per l’agricoltura moderna. L’impiego di prodotti fitosanitari attraverso l’utilizzo di aeromobili è proibito dalla regolamentazione attuale. La normativa, risalente al 2009 (Direttiva 2009/128/CE), era stata concepita per limitare l’impiego di elicotteri nei trattamenti; tuttavia, ha avuto l’effetto di impedire anche l’operatività dei droni, veicoli senza pilota che pure potrebbero rivestire un ruolo cruciale nella protezione delle colture.
Nonostante le restrizioni, i droni promettono di rivoluzionare il settore agricolo. La loro capacità di coprire vaste aree in tempi brevi, di operare su terreni impervi o alluvionati, e di ridurre l’impatto ambientale rende questi strumenti particolarmente attraenti. In situazioni di emergenza, come le alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna, i droni potrebbero rappresentare l’unica soluzione per proteggere le colture da infestazioni e malattie.
## La Sperimentazione in Emilia-Romagna: Un Passo Avanti Verso il Futuro
L’Emilia-Romagna si pone all’avanguardia con una sperimentazione volta a raccogliere dati concreti sull’efficacia e la sicurezza dei trattamenti con droni. Stefano Boncompagni, direttore del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna, sottolinea l’importanza di questa iniziativa: “Come Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna siamo convinti che i droni potranno giocare un ruolo importante nella difesa delle colture ed è per questo che siamo tra i promotori di questa sperimentazione”. Le prove, iniziate nel 2024 e destinate a proseguire, coinvolgono colture strategiche come cipolla, pomodoro da industria e vite, in diverse aree geografiche della regione.
L’obiettivo principale è valutare la deriva dei prodotti fitosanitari, il deposito a terra, il residuo sulla coltura e la qualità complessiva dell’irrorazione. Nicola Minerva, direttore di Astra Innovazione, spiega che le prove sperimentali hanno tre obiettivi fondamentali: misurare la deriva e quindi la quantità di prodotto fitosanitario che non raggiunge il bersaglio ma si disperde nell’ambiente, valutare il deposito a terra, il residuo sulla coltura e, infine, la qualità dell’irrorazione, parametro direttamente correlato alla qualità della difesa garantita alla coltura. I risultati ottenuti saranno fondamentali per fornire ai ministeri competenti le informazioni necessarie per aggiornare la normativa vigente.
Le sperimentazioni prevedono il confronto tra parcelle trattate con metodi tradizionali e parcelle irrorate con droni, utilizzando cartine idrosensibili e tamponi per misurare la copertura fogliare e il deposito del prodotto. Il drone impiegato, un modello DJI T50 Agras fornito da Aermatica 3D, vanta una capacità di carico utile di 40 kg ed è equipaggiato con ugelli rotativi che assicurano una distribuzione precisa del prodotto. L’erogazione della soluzione avviene a un’altezza di 2,8 metri dal terreno, con un volume per ettaro pari a 100 litri e gocce di circa 300 micrometri.

## Deriva, Efficacia e Prospettive Future
Uno degli aspetti più critici da valutare è la deriva, ovvero la dispersione del prodotto fitosanitario nell’ambiente. I primi dati raccolti in Emilia-Romagna suggeriscono che, in condizioni ambientali ottimali, la deriva dei trattamenti con drone è paragonabile a quella dei metodi tradizionali. Le cartine idrosensibili posizionate a breve distanza dalle parcelle trattate hanno rilevato una presenza di gocce in linea con gli standard previsti.
Tuttavia, è fondamentale considerare che la situazione può variare a seconda del tipo di coltura e delle condizioni ambientali. Nel caso dei vigneti, ad esempio, la conformazione del terreno e la presenza di vegetazione tridimensionale richiedono una valutazione più accurata della copertura fogliare e della dispersione del prodotto.
Nonostante le sfide tecniche e normative, le prospettive future per l’uso dei droni in agricoltura sono promettenti. L’integrazione di queste tecnologie nell’agricoltura 4.0 può portare a una maggiore efficienza, sostenibilità e resilienza delle produzioni agricole. Si auspica che i risultati delle sperimentazioni attualmente in corso possano persuadere i ministeri competenti a procedere con l’aggiornamento della normativa, permettendo così all’agricoltura italiana di sfruttare appieno le potenzialità offerte dai droni.
Le sperimentazioni condotte a livello regionale confermano inequivocabilmente questo potenziale. Nondimeno, la regolamentazione in vigore si configura come il principale ostacolo. Per sbloccare concretamente questa innovazione, sarebbe indispensabile un cambiamento di rotta legislativo, con l’aggiornamento della direttiva europea, una semplificazione delle procedure autorizzative a livello nazionale e l’omologazione di prodotti fitosanitari specificamente formulati per l’applicazione aerea tramite drone.
## Verso un’Agricoltura Resiliente e Sostenibile: Il Ruolo Chiave dei Droni
L’adozione dei droni in agricoltura non è solo una questione di efficienza e precisione, ma rappresenta un passo fondamentale verso un modello agricolo più resiliente e sostenibile. In un contesto climatico sempre più imprevedibile e caratterizzato da eventi estremi, la capacità di intervenire tempestivamente e in modo mirato diventa cruciale per proteggere le colture e garantire la sicurezza alimentare.
I droni offrono la possibilità di ridurre l’uso di prodotti fitosanitari, di minimizzare l’impatto ambientale e di proteggere la salute degli operatori agricoli. Inoltre, la loro versatilità li rende adatti a diverse tipologie di colture e di terreni, consentendo di ottimizzare le pratiche agricole e di adattarsi alle specifiche esigenze di ogni contesto.
Un invito viene rivolto anche alle aziende produttrici di mezzi tecnici, affinché si impegnino nello sviluppo di formulazioni specifiche per l’impiego tramite drone, un mezzo che, per le sue intrinseche caratteristiche tecniche, necessiterebbe di prodotti appositamente studiati.
Amici, parliamoci chiaro: l’agricoltura è un’arte antica, ma non può restare indietro. Sapete cos’è la “bagnatura fogliare”? È semplicemente la quantità di acqua o soluzione che si deposita sulle foglie delle piante. Una bagnatura eccessiva favorisce lo sviluppo di malattie fungine, mentre una bagnatura insufficiente rende inefficace il trattamento. I droni, con la loro precisione, possono aiutarci a trovare il giusto equilibrio, ottimizzando l’uso dei prodotti e proteggendo le nostre colture.
Ma non fermiamoci qui! Avete mai sentito parlare di “agricoltura di precisione”? È un approccio che utilizza tecnologie avanzate, come sensori, droni e software, per monitorare e gestire le colture in modo mirato. Immaginate di poter conoscere in tempo reale lo stato di salute di ogni singola pianta, di poter intervenire solo dove serve, riducendo gli sprechi e massimizzando la resa. Un sogno? Forse no, se sapremo cogliere le opportunità che la tecnologia ci offre.
E allora, cosa ne pensate? Siete pronti a far volare l’agricoltura verso il futuro?