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Agricoltura ue al bivio: L’arte surrealista sfida le politiche agricole

Installazioni artistiche ispirate a Magritte denunciano le incongruenze dei sussidi agricoli europei, sollecitando un cambiamento verso un modello più sostenibile e equo che supporti le piccole imprese agricole.
  • Protesta contro i 386 miliardi di euro di sussidi agricoli Ue.
  • Dal 2005, 5 milioni di imprese agricole hanno chiuso nell'UE.
  • L'80% dei fondi PAC va al 20% dei beneficiari.

La protesta artistica contro le politiche agricole europee

Il panorama politico agricolo europeo è stato scosso da una forma di protesta inusuale e creativa. Artisti ispirati al surrealismo di Magritte hanno allestito installazioni provocatorie di fronte al Parlamento europeo a Bruxelles. L’iniziativa, promossa da WeMove Europe, un gruppo di attivisti con oltre 750.000 membri, mira a denunciare le incongruenze dell’attuale sistema di sussidi agricoli dell’UE, un budget di ben *386 miliardi di euro, e a sollecitare un allineamento più coerente con gli obiettivi del Green Deal.

Le opere d’arte, che richiamano il celebre quadro “Il tradimento delle immagini” di Magritte, presentano didascalie come “Questa non è una mela” e “Questa non è una fattoria”, sottolineando come le politiche agricole europee, secondo i manifestanti, non stiano nutrendo le persone, ma alimentando il consolidamento delle grandi multinazionali agroalimentari. La protesta è supportata da una vasta coalizione di gruppi di agricoltori, organizzazioni ambientaliste e oltre 100. 000 cittadini europei.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente una protesta che usa l'arte per... 🎨...
  • Non sono d'accordo, l'arte non risolverà i problemi......
  • E se invece di sussidi guardassimo all'agroecologia... 🤔...

Le criticità del sistema agricolo attuale

La questione centrale della contestazione affonda le radici nella percezione di un apparato di sovvenzioni che tende a privilegiare l’agricoltura intensiva, lasciando in secondo piano le piccole realtà aziendali sostenibili. Statistiche incontrovertibili attestano che dall’anno 2005 più di cinque milioni di imprese agricole hanno cessato la loro attività all’interno dell’UE; nel contempo, si segnala come ben l’80% dei fondi della PAC (Politica Agricola Comune) sia accaparrato da un esiguo 20% dei beneficiari. Inoltre, recenti indagini evidenziano che circa il 70% degli agricoltori spagnoli, italiani e polacchi percepisce una sostanziale indifferenza da parte dei responsabili politici nei loro confronti. Tutto ciò avviene malgrado la profonda passione per la propria attività agricola e un consolidato supporto verso iniziative ambientaliste.

Stando a quanto affermato da un coltivatore di frutta e verdura bretone, membro della Coordinazione Europea Via Campesina (ECVC), sebbene un budget consistente per la PAC sia giudicato fondamentale, le risorse finanziarie pubbliche dovrebbero essere impiegate per stabilizzare i mercati e supportare l’evoluzione verso l’agroecologia e filiere agroalimentari maggiormente sostenibili. Ha evidenziato come, al contrario, non debbano servire per incentivare l’industrializzazione agricola o per favorire l’arricchimento dei detentori di quote aziendali. Il fenomeno della sovrapproduzione sovvenzionata si traduce in una drastica diminuzione dei prezzi sul mercato. Questo provoca una situazione per cui diversi agricoltori non riescono a ottenere guadagni adeguati rispetto ai costi affrontati per la produzione. A titolo esemplificativo, in Francia e in Spagna, il prezzo del latte risulta frequentemente inferiore ai costi necessari per la sua produzione; tale condizione rappresenta un evidente fallimento delle dinamiche di mercato che si basano sugli interventi previsti dalla PAC.

Le richieste della coalizione per una riforma agricola

Un gruppo eterogeneo composto da attivisti insieme a rappresentanti agricoli presenta un elenco di richieste fondamentali volto alla revisione del settore agricolo nell’ambito europeo. Di rilievo tra queste emergono:

I compensi giusti destinati agli agricoltori devono rispecchiare integralmente i costi legati alla produzione alimentare sostenibile. È necessaria una normativa più incisiva sul mercato agricolo comprendente misure quali l’amministrazione delle forniture unitamente all’assicurazione di prezzi minimi stabiliti. Sostegno accresciuto è da prevedere in favore delle piccole realtà aziendali agricole. È urgente avviare una transizione equa verso pratiche agroecologiche atte a preservare non soltanto l’integrità del suolo ma anche quella climatica, biologica oltre alla sicurezza alimentare locale. Assicurando accesso a un’alimentazione nutritiva ed ecocompatibile ai cittadini europei affinché cibi salutari risultino non solo accessibili ma anche disponibili; permettere così scelte consapevoli senza oneri ambientali o sanitari sottesi.

Tali cambiamenti vengono giudicati vitali al fine di tutelare tanto i produttori agricoli quanto realizzare gli obiettivi delineati nel Green Deal europeo, affinché l’intero sistema agroalimentare europeo si erga come custode della salute climatica terrestre oltre alle comunità locali.

Verso un’agricoltura più equa e sostenibile: una riflessione conclusiva

La mobilitazione degli agricoltori europei insieme all’iniziativa artistica costituisce senza dubbio uno stimolo forte per coloro che occupano posizioni decisionali in ambito politico. Diviene sempre più palese il bisogno urgente di riconsiderare le politiche agricole attuali indirizzandole verso paradigmi che siano sostenibili ed equamente rispettosi della natura. Il destino del settore agricolo europeo si gioca nella capacità delle istituzioni di tenere conto delle esigenze espresse da chi opera nei campi, rispondendo così ai bisogni di una collettività che si mostra progressivamente più informata circa i benefici derivanti da modelli alimentari sani.
Ebbene, amici miei, voglio essere diretto: il mondo agricolo si presenta come una disciplina articolata dove sussiste una sinergia intrinseca tra uomo ed ecosistema. Un concetto fondamentale dal quale ci discostiamo frequentemente è proprio quello della rotazione colturale; essa non solamente evita il depauperamento del terreno ma ostacola altresì la propagazione sia dei parassiti sia delle malattie vegetali. È simile a quando effettuiamo periodicamente il cambio della biancheria da letto: questo contribuisce a mantenere gli spazi vitali salubri ed ospitali.
Tuttavia, va sottolineato che l’agricoltura incarna anche lo spirito dell’innovazione oltre alla sua dimensione tradizionale. Un’idea innovativa che si sta affermando con vigore è rappresentata dall’integrazione di sistemi sensoriali e droni* nel monitoraggio in tempo reale delle coltivazioni. Attraverso l’utilizzo di tali dispositivi, è possibile raggiungere un’efficienza maggiore nell’irrigazione, nella fertilizzazione e nella tutela delle piante, limitando al contempo gli sprechi ed aumentando significativamente i raccolti. È come se avessimo un dottore costantemente a disposizione tra i filari, sempre pronto ad agire ai primi segnali di difficoltà.

Cosa ne pensate allora? Siamo realmente pronti ad abbracciare un’agricoltura capace non solo di alimentare il mondo ma anche le persone stesse, senza saccheggiare le risorse né impoverire il nostro ambiente? La risposta giace nelle nostre mani attraverso le decisioni quotidiane che prendiamo.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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