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- Taglio del 20% delle risorse pac: agricoltori in rivolta.
- 22 milioni di agricoltori europei a rischio secondo Copa-Cogeca.
- Qfp 2028-2034 minaccia la sovranità alimentare europea.
Il settore agricolo europeo è in fermento. A partire dal 2023, gli agricoltori hanno manifestato un crescente malcontento, e ora, nel novembre 2025, si preparano a nuove proteste. Il motivo scatenante è la proposta del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028-2034 presentata dalla Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen. Le associazioni di categoria, come Coldiretti e Confagricoltura, temono che questo piano possa “affamare l’Europa”, riducendo la sovranità alimentare e aumentando la dipendenza dalle importazioni. La posta in gioco è alta: si parla del futuro dell’agricoltura europea e della sua capacità di competere in un mercato globale sempre più agguerrito.
Le criticità del Quadro Finanziario Pluriennale
Le critiche al QFP si concentrano principalmente su due aspetti: la riduzione dei fondi destinati alla Politica Agricola Comune (PAC) e il loro dirottamento verso i “piani integrati territoriali”. Secondo i detrattori, questo spostamento di risorse minaccerebbe l’esistenza stessa di una politica agricola comune europea, favorendo una “svolta dirigista” e una “rinazionalizzazione” delle politiche agricole. Le organizzazioni agricole chiedono una “netta inversione di tendenza” rispetto ai tagli al bilancio agricolo, la garanzia di prezzi remunerativi per i produttori e una semplificazione burocratica. La questione dei prezzi agricoli troppo bassi, l’aumento dei costi di produzione e la concorrenza sleale delle importazioni a basso costo sono problematiche strutturali che alimentano il malcontento.

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Le reazioni a livello europeo e nazionale
La protesta non è solo italiana. Diverse sigle europee hanno denunciato un vero e proprio “smantellamento della PAC”, criticando il taglio del 20% delle risorse e un’eccessiva centralizzazione della gestione a livello nazionale. Copa-Cogeca, che rappresenta 22 milioni di agricoltori, ha avvertito che senza un bilancio protetto e dedicato all’agricoltura, la politica agricola dell’UE potrebbe crollare. Per quanto riguarda l’Italia, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva già in precedenza espresso il suo disaccordo riguardo alla proposta del Fondo Unico. Tuttavia, il governo Meloni, pur avendo espresso riserve, ha sostenuto il governo europeo di von der Leyen, creando una situazione complessa e potenzialmente contraddittoria. Sullo sfondo, pesano anche la questione dei dazi americani e i rapporti tra USA e UE, elementi che contribuiscono a rendere il quadro ancora più intricato.
Quale futuro per l’agricoltura europea?
La discussione sulla Politica Agricola Comune (PAC) post-2027 rappresenta una sfida politica significativa, che evidenzia l’esasperazione di un settore che si trova oppresso da spese in aumento e dalla pressione di prodotti importati che non rispettano gli stessi rigorosi standard europei. Le manifestazioni degli agricoltori rappresentano un chiaro avvertimento per i vertici di Bruxelles: un avvenire prospero per il continente non può prescindere da un settore agricolo finanziariamente robusto e adeguatamente sostenuto. La questione è se l’Unione Europea saprà trovare un equilibrio tra le esigenze di bilancio, le priorità politiche e la necessità di sostenere un settore strategico per la sicurezza alimentare e la gestione del territorio.
Riflessioni conclusive: tra tradizione e innovazione
Amici lettori, questa situazione ci porta a riflettere su un aspetto fondamentale dell’agricoltura: la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti. Un concetto base dell’agricoltura è la rotazione delle colture, una pratica antica che consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno per migliorare la fertilità del suolo e ridurre la diffusione di parassiti e malattie. Allo stesso modo, l’agricoltura europea deve essere in grado di “ruotare” le proprie strategie, adattandosi alle nuove sfide globali.
Un esempio di agricoltura avanzata è l’agricoltura di precisione, che utilizza tecnologie come sensori, droni e sistemi di geolocalizzazione per monitorare le condizioni del suolo e delle piante in tempo reale, ottimizzando l’uso di acqua, fertilizzanti e pesticidi. Questa tecnologia può aiutare gli agricoltori a ridurre i costi di produzione, aumentare la resa e ridurre l’impatto ambientale.
La sfida per l’agricoltura europea è quella di integrare queste innovazioni con le pratiche tradizionali, preservando la biodiversità e la qualità dei prodotti. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile per il settore e per l’intera società. Cosa ne pensate? Quale futuro immaginate per l’agricoltura europea?








