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- 15$: costo di 1 kg di pomodori a Gaza.
- 2.1 milioni: persone a Gaza senza aiuti.
- Morti per fame: decine, inclusi molti bambini.
La mancanza di elementi nutritivi essenziali conduce a complicazioni sanitarie facilmente prevenibili.
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La combinazione di campagne militari, limitazioni all’accesso, distruzione di infrastrutture e interruzione degli aiuti ha generato una crisi alimentare senza precedenti, con ripercussioni terribili sulla popolazione civile, in particolare su bambini, donne in stato interessante e anziani.
Devastazione Agricola e Impatto Economico
Le operazioni militari israeliane degli ultimi due anni hanno devastato gran parte delle terre agricole di Gaza, privando molte famiglie della loro principale fonte di reddito. Un tempo, un chilo di pomodori costava circa 60 centesimi; ora, ammesso che si riesca a trovare, il prezzo è salito a 15 dollari. Questa impennata dei prezzi rende i generi alimentari freschi inaccessibili per la maggior parte della popolazione. L’UNRWA sottolinea che, fino a quando il settore agricolo di Gaza non sarà ricostruito, è essenziale garantire un flusso di aiuti senza restrizioni.

- È straziante vedere come i bambini innocenti stiano soffrendo... 💔...
- Questa situazione è inaccettabile e la comunità internazionale... 😠...
- Forse dovremmo ripensare le nostre priorità globali... 🤔...
La Fame Come Arma di Guerra
Amnesty International denuncia una deliberata campagna di riduzione alla fame nella Striscia di Gaza, attuata attraverso la sistematica distruzione della salute, del benessere e del tessuto sociale della vita palestinese. La fame è impiegata come strategia bellica: Amnesty International rivela una pianificata strategia di affamamento a Gaza, attraverso la metodica demolizione di ogni aspetto della vita palestinese – salute, benessere e struttura sociale. La combinazione di fame e malattie non è un effetto collaterale delle operazioni militari, ma il risultato di piani e politiche che Israele ha ideato e attuato negli ultimi 22 mesi per infliggere deliberatamente alla popolazione palestinese condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica.
Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International, ha dichiarato che le testimonianze raccolte sono un feroce capo d’accusa verso un sistema internazionale che autorizza Israele a tormentare le persone palestinesi nella quasi totale impunità. L’impatto del blocco israeliano e del genocidio in corso è catastrofico, soprattutto per i bambini, le persone con disabilità, gli anziani, le donne in gravidanza e in allattamento.
Condizioni di Vita Inumane e Impatto sulla Popolazione
Le famiglie nella Striscia di Gaza hanno prosciugato le loro esigue risorse e sono totalmente dipendenti dagli aiuti umanitari. Gli ostacoli frapposti da Israele alle operazioni delle maggiori organizzazioni umanitarie, e la minaccia di bandirle, di fatto privano queste famiglie del loro unico, indispensabile sostegno. I palestinesi sono pressoché totalmente dipendenti dalle scarse provviste che Israele consente di introdurre.
Le donne incinte e che allattano sono particolarmente esposte. Molte di loro sono denutrite e vivono in situazioni precarie, combattendo ogni giorno per reperire cibo, acqua potabile e latte artificiale per i loro bambini. La scarsità di prodotti per l’igiene intima costringe alcune donne ad usare i propri indumenti, senza poterli lavare a causa della mancanza di acqua pulita.
La deficienza di alimenti freschi e nutrienti è la conseguenza del soffocante blocco israeliano e della metodica distruzione delle fonti di produzione alimentare. I costi dei beni alimentari sono aumentati vertiginosamente, rendendo il sostentamento irraggiungibile per la maggior parte degli abitanti.
Un Massacro Silenzioso e la Crisi Sanitaria
L’UNRWA denuncia che Israele sta conducendo i civili di Gaza alla fame, tra cui un milione di bambini. L’agenzia sostiene di avere sufficienti aiuti alimentari dall’altra parte del confine per nutrire 2,1 milioni di abitanti dell’enclave per più di tre mesi, ma Israele impone un blocco totale su Gaza, impedendo l’ingresso di qualsiasi aiuto. L’UNRWA afferma di disporre di sufficienti aiuti alimentari al di là del confine per nutrire 2,1 milioni di residenti dell’enclave per oltre tre mesi; tuttavia, Israele mantiene un blocco completo su Gaza, impedendo l’accesso a qualsiasi forma di assistenza.
Le autorità sanitarie locali confermano che decine di persone, tra cui molti bambini, sono morte di fame e malnutrizione dopo il blocco imposto da Israele sull’enclave. Medici dell’ospedale Al Nasser riferiscono che alcune famiglie ricorrono all’uso di acqua salata per calmare lo stomaco affamato dei loro figli e sempre più persone arrivano al pronto soccorso con segni di svenimento e spossatezza. Presso l’ospedale Al Nasser, i medici attestano che alcune famiglie utilizzano acqua salata per placare i morsi della fame dei propri figli, e un numero crescente di individui si presenta al pronto soccorso in stato di collasso e grave debolezza.
Un medico del pronto soccorso dell’ospedale al-Shifa di Gaza City sottolinea come le persone in maggiore pericolo siano colpite in modo sproporzionato dalla combinazione della mancanza di cibo, di medicinali, di acqua pulita e di igiene, cui si assomma il costante stato di paura e di disperazione. Un medico del pronto soccorso dell’ospedale al-Shifa a Gaza City evidenzia che gli individui più vulnerabili sono colpiti in maniera sproporzionata dalla combinazione di carenza di cibo, farmaci, acqua potabile e servizi igienici, a cui si aggiunge un persistente stato di terrore e sconforto. La mancanza di elementi nutritivi essenziali conduce a complicazioni sanitarie facilmente prevenibili. La grave mancanza di antibiotici e l’estremo sovraffollamento degli ospedali aggravano la situazione.
Oltre la Soglia di Sopravvivenza: Riflessioni su un Futuro Incerto
La situazione a Gaza è giunta a un punto critico, dove la sopravvivenza quotidiana è una lotta incessante contro la fame, la malattia e la distruzione. Le testimonianze raccolte dipingono un quadro desolante di sofferenza umana, con madri che si sentono fallite, anziani che si percepiscono come un peso e bambini che muoiono a causa della malnutrizione. La comunità internazionale non può rimanere inerte di fronte a questa tragedia. È necessario un intervento immediato per garantire un flusso costante di aiuti umanitari, la ricostruzione delle infrastrutture agricole e sanitarie, e la fine del blocco che soffoca la popolazione di Gaza. Solo così si potrà sperare di invertire la rotta e offrire un futuro dignitoso a chi ha subito troppo a lungo le conseguenze di un conflitto senza fine.
Nozioni di base di agricoltura: L’agricoltura di sussistenza, praticata da molte famiglie a Gaza prima del conflitto, si basa sulla coltivazione di piccoli appezzamenti di terreno per il consumo familiare. La distruzione di questi terreni ha privato le famiglie della loro principale fonte di cibo e reddito.
Nozioni di agricoltura avanzata: L’agricoltura idroponica, una tecnica di coltivazione fuori suolo che utilizza soluzioni nutritive a base di acqua, potrebbe rappresentare una soluzione per la produzione di cibo in ambienti con risorse limitate come Gaza. Questa tecnica permette di coltivare ortaggi e frutta in spazi ristretti e con un consumo ridotto di acqua.
Riflessione personale: La crisi a Gaza ci invita a riflettere sul valore del cibo e sull’importanza di garantire l’accesso all’alimentazione per tutti. In un mondo in cui lo spreco alimentare è un problema diffuso, è inaccettabile che milioni di persone soffrano la fame a causa di conflitti e politiche inique. È necessario un impegno collettivo per promuovere la pace, la giustizia e la sostenibilità, affinché nessuno debba più patire la fame.








