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- Il "fondo unico" europeo vale 865 miliardi di euro in 4 anni.
- All'Italia sono destinati 86,6 miliardi, ma non è garantito il settore agricolo.
- Tagli PAC: riduzione delle risorse fino a 31 miliardi di euro.
La Commissione Europea sta valutando un accorpamento dei fondi destinati a coesione, agricoltura, pesca, migrazioni e sicurezza interna in un unico grande contenitore, il cosiddetto “Fondo Unico”, del valore di 865 miliardi di euro in quattro anni. Questa manovra, sebbene ambiziosa, rischia di marginalizzare la Politica Agricola Comune (PAC), da sempre pilastro del sostegno agli agricoltori italiani.
### La fine di un capitolo dedicato all’agricoltura
La nuova architettura finanziaria prevede la scomparsa di un capitolo autonomo dedicato all’agricoltura. Ogni governo nazionale avrà la possibilità di stabilire autonomamente come distribuire le risorse tra i vari settori. Per l’Italia, la dotazione complessiva ammonta a 86,6 miliardi di euro, ma non è garantito che una quota significativa di questi fondi arrivi effettivamente agli agricoltori. I finanziamenti della PAC, che attualmente supportano i pagamenti diretti e le iniziative di sviluppo rurale, potrebbero essere ridimensionati o dirottati verso altre priorità, come le infrastrutture, le politiche sociali o la sicurezza.
## Rischi per le filiere e i territori
Le risorse agricole europee hanno permesso a numerose regioni di sostenere settori produttivi chiave, dalla zootecnia ai prodotti lattiero-caseari, dall’ortofrutta alle eccellenze DOP e IGP. Con l’adozione del nuovo sistema, la gestione delle decisioni passerebbe al governo centrale di Roma, limitando l’influenza delle regioni nella definizione delle priorità. Questo scenario potrebbe svantaggiare realtà agricole dinamiche come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, che rappresentano pilastri fondamentali dell’export agroalimentare italiano. Il rischio è che queste regioni vedano ridotte le risorse, compromettendo la loro competitività.
Invece, gli agricoltori italiani hanno fatto affidamento sui finanziamenti UE per alimentare la crescita tecnologica, la trasformazione digitale delle loro aziende, il miglioramento dell’efficienza energetica e l’implementazione di strategie eco-compatibili, rendendo a rischio gli *investimenti e l’innovazione. Senza una porzione dedicata e garantita al settore, molti progetti rischiano di essere interrotti o posticipati. La transizione ecologica, che impone alle aziende agricole di ridurre emissioni e consumi, necessita di investimenti che difficilmente potranno essere sostenuti senza un supporto mirato da parte dell’UE. Per le imprese agricole italiane, l’introduzione del nuovo Fondo Unico potrebbe comportare meno certezze, una maggiore complessità burocratica e una riduzione dell’autonomia decisionale a livello locale.
### Una riserva per le aree più deboli
L’unica certezza riguarda le regioni meno sviluppate, per le quali è stata fissata una riserva di 218 miliardi di euro a livello europeo. Per le restanti aree del Paese, incluse le zone agricole avanzate del Nord, non vi sono garanzie. L’assegnazione dei fondi dipenderà dalle scelte del governo nazionale, generando una potenziale competizione interna tra settori e territori.
## La posizione dell’Italia nel contesto europeo
Nonostante le incertezze, l’Italia si posiziona al quarto posto tra i Paesi che riceveranno più fondi europei per il sostegno al reddito nel quadro della politica agricola dell’UE per il periodo 2028-2034. La quota minima prevista dalla Commissione Europea è di 31,003 miliardi di euro. La Francia guida la classifica con 50,9 miliardi, seguita da Spagna (37,3 miliardi) e Germania (33,1 miliardi).
### Il ruolo della PAC e il sostegno al reddito
L’importo vincolato per il sostegno al reddito della PAC è assegnato agli Stati membri per garantire equità e continuità nel finanziamento del settore agricolo e delle zone rurali. Questo importo è stato definito determinando la quota della dotazione complessiva della PAC per il 2027, ultimo anno dell’attuale bilancio UE, e della convergenza esterna per i pagamenti diretti.
## I numeri dell’agricoltura europea
Nel 2023, sono stati spesi 38,16 miliardi di euro in pagamenti diretti agli agricoltori e 12,95 miliardi di euro per lo sviluppo rurale. Altri 2,67 miliardi di euro sono stati indirizzati verso misure di sostegno dei mercati agroalimentari. Nel 2021, la Francia ha ottenuto la fetta più consistente dei finanziamenti agricoli dell’Unione Europea (17,1%), seguita da Spagna (12,5%), Germania (11,2%), Italia (10,5%) e Polonia (8,8%). La Politica Agricola Comune erogherà un totale di 387 miliardi di euro in finanziamenti per il periodo 2021-2027.
### Il valore della produzione agricola
L’ammontare complessivo della produzione agricola continentale ha raggiunto la soglia di 532 miliardi di euro nel 2024. Il settore agricolo dell’UE genera una vasta gamma di prodotti alimentari, dai cereali al latte. Le colture costituiscono la metà della produzione agricola dell’UE, mentre i prodotti di origine animale ne rappresentano circa il 40%.
## Tagli ai fondi PAC e rischi per la filiera agroalimentare italiana
La riduzione dei fondi della Politica Agricola Comune (PAC) decisa dall’Unione Europea minaccia la sovranità alimentare italiana e la produzione di cibo di qualità, fondamenta di una filiera che genera un valore di 707 miliardi di euro e occupa 4 milioni di persone. Secondo Coldiretti, la diminuzione del budget agricolo ridurrebbe le risorse destinate all’Italia a 31 miliardi, con una contrazione netta del 22% rispetto alla programmazione precedente: ciò si traduce in 8,7 miliardi di euro in meno in sette anni, ovvero circa 1,2 miliardi di euro annuali.
### Le richieste di Coldiretti
Coldiretti chiede un’inversione di rotta nelle scelte di Bruxelles, il sostegno degli Stati Membri e del Parlamento Europeo, e nuove opportunità e traiettorie di futuro per gli agricoltori. L’intento è tutelare le imprese agricole, la salute dei consumatori e la competitività del settore agroalimentare italiano.
## Fondi PAC 2023-2027: 35 miliardi di euro per l’Italia
Per il quinquennio 2023-2027, le imprese agricole e le comunità rurali italiane potranno contare su un sostegno superiore a 35 miliardi di euro, derivanti sia da contributi europei che nazionali. Questi stanziamenti mirano a potenziare la forza competitiva delle aziende, supportando progetti volti a far nascere nuove realtà imprenditoriali e a consolidare le imprese già operative nel panorama agricolo italiano.
### La ripartizione dei fondi
La suddivisione delle risorse destinate all’implementazione della PAC, costituite da 26,6 miliardi di euro provenienti dall’Unione Europea e 8,5 miliardi di euro stanziati dal bilancio nazionale, si articolerà nel modo seguente:
672 milioni di euro dedicati ai giovani agricoltori
Circa 3 miliardi di euro impiegati per lo sviluppo rurale e l’implementazione di relative misure ambientali 4,4 miliardi di euro per i pagamenti diretti a sostegno di pratiche ecosostenibili
413 milioni di euro per i progetti di sviluppo locale di tipo partecipativo (Leader)
1,8 miliardi di euro per il supporto aggiuntivo alle aziende di dimensioni minori 2,2 miliardi di euro destinati alla promozione e alla diffusione della conoscenza, dell’innovazione e della digitalizzazione.
## Le cinque cose da sapere sul prossimo fondo agricolo dell’UE
La revisione del bilancio pluriennale dell’UE da parte della Commissione Europea sta generando incertezza in numerosi settori, in particolare tra gli agricoltori, che rimangono i principali beneficiari dei finanziamenti comunitari. La struttura a due pilastri della PAC è prevista essere mantenuta, ma rimane da definire quante risorse saranno effettivamente dedicate al secondo pilastro e se queste saranno tutelate o potranno essere reindirizzate altrove. “Il budget PAC non sarà certamente aumentato”, e difficilmente l’agricoltura sarà risparmiata dai tagli.
### Il ruolo dei Piani Strategici Nazionali
A partire dalla precedente riforma della PAC, i governi nazionali hanno assunto un ruolo più significativo nella definizione delle politiche agricole attraverso i propri Piani Strategici Nazionali – un’influenza che dovrebbe ampliarsi dopo il 2027. Bruxelles intende lasciare più flessibilità agli Stati membri per adattare regole e incentivi ambientali alle realtà locali.
## Verso una nuova PAC: incentivi, non sanzioni
Con il Green Deal e la strategia Farm to Fork ormai superati, le condizioni ambientali non saranno più il fulcro della PAC post-2027. Gran parte degli adempimenti ambientali precedentemente richiesti ai coltivatori sono stati ridimensionati o aboliti nel 2024 con l’obiettivo di semplificare le procedure amministrative. La prossima PAC punterà sugli incentivi, non sulle sanzioni – un passaggio dal “bastone” alla “carota”.
## Prospettive future: tra incertezze e opportunità
Il futuro dell’agricoltura italiana è quindi segnato da un complesso intreccio di incertezze e opportunità. La rimodulazione dei fondi europei, la competizione tra settori e territori, e le nuove sfide ambientali e di mercato richiedono una strategia nazionale coesa e lungimirante.
## Riflessioni conclusive: Coltivare il futuro, tra tradizione e innovazione
In questo scenario complesso, è fondamentale ricordare che l’agricoltura è molto più di un settore economico: è un patrimonio culturale, un presidio del territorio e una garanzia di sicurezza alimentare. Una nozione base di agricoltura ci ricorda che la rotazione delle colture, ad esempio, è una pratica antica che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’accumulo di parassiti. Un’innovazione avanzata* come l’agricoltura di precisione, che utilizza sensori e droni per monitorare le condizioni del suolo e delle piante, può ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre l’impatto ambientale.
Riflettiamo: come possiamo conciliare la tradizione agricola italiana con le nuove tecnologie e le sfide globali? Come possiamo garantire un futuro sostenibile per le nostre campagne, preservando la biodiversità, promuovendo un’alimentazione sana e valorizzando il lavoro degli agricoltori? La risposta a queste domande determinerà il futuro del nostro Paese.