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- Solo 6 centesimi di ogni euro vanno agli agricoltori.
- Accordi contrattuali scritti e vincolanti per la filiera.
- Tutela denominazioni per prodotti a base di carne.
- Reddito agricolo inferiore alla media va migliorato.
Il panorama agricolo europeo è in fermento, animato da una rinnovata attenzione verso la posizione degli agricoltori all’interno della complessa filiera alimentare. Un tema cruciale, considerando che, attualmente, per ogni euro speso dai consumatori per prodotti trasformati, solo una minima parte, circa 6 centesimi, giunge nelle mani dei produttori agricoli. Questa disparità, che spesso si traduce in remunerazioni inferiori ai costi di produzione, ha acceso i riflettori sulla necessità di un intervento legislativo mirato.
La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha compiuto un passo significativo in questa direzione, approvando una relazione sulla revisione dell’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM). Questo voto, frutto di un intenso lavoro di concertazione e mediazione, mira a rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori, garantendo loro una maggiore equità nella distribuzione del valore generato dalla filiera.
L’approvazione della relazione rappresenta una vittoria per le organizzazioni agricole che si sono battute per una riforma incisiva dell’OCM. In particolare, è stata determinante l’azione di Coldiretti, in sinergia con altre associazioni europee, per evitare un accordo al ribasso che avrebbe penalizzato ulteriormente gli agricoltori. La Commissione Agricoltura, infatti, ha espresso il proprio favore all’introduzione di *accordi contrattuali scritti e vincolanti* nelle catene di approvvigionamento agroalimentari, riducendo significativamente le esenzioni previste dalla proposta originale della Commissione Europea. Un passo avanti fondamentale per garantire trasparenza e prevedibilità nei rapporti commerciali.
Contratti obbligatori e costi di produzione: i pilastri della riforma
Uno dei punti cardine della riforma è il riconoscimento della necessità di tenere conto dei costi di produzione nella determinazione del prezzo pagato agli agricoltori. Questo principio, apparentemente ovvio, rappresenta in realtà una svolta significativa, in quanto mira a proteggere le aziende agricole dalla pratica, purtroppo diffusa, di vendere i propri prodotti al di sotto dei costi di produzione. Il rafforzamento dei rapporti contrattuali, attraverso l’introduzione di contratti scritti obbligatori, è un altro elemento chiave della riforma. Quest’efficace strumento, infatti, mira a correggere lo squilibrio persistente all’interno della filiera agroalimentare, conferendo agli agricoltori maggiore certezza e una prevedibilità superiore.
La riforma dell’OCM non si limita, tuttavia, a questioni puramente economiche. Essa affronta anche il tema della tutela delle denominazioni dei prodotti a base di carne, contrastando il fenomeno del “meat sounding”. Questa pratica, che consiste nell’utilizzare nomi come “burger”, “salsiccia” o “bistecca” per composti a base vegetale o prodotti in laboratorio, rischia di ingannare i consumatori, orientandoli verso prodotti che spesso contengono additivi, coadiuvanti e sostanze di sintesi per alterarne il sapore e il colore. La Commissione Agricoltura ha, quindi, proposto misure specifiche per prevenire pratiche ingannevoli e sostenere il settore zootecnico europeo.
Il voto della Commissione Agricoltura costituisce un importante segnale politico, attestando la determinazione del Parlamento Europeo ad affrontare la pressante questione del reddito agricolo, il quale si mantiene costantemente al di sotto della media. Si tratta di un passaggio cruciale non solo per la vitalità economica delle imprese agricole, ma anche per consolidare la sovranità e la sicurezza alimentare dell’Unione Europea, in un panorama caratterizzato da crescenti frizioni commerciali e incertezze riguardanti il futuro quadro finanziario dell’Unione.
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Le riserve della Commissione AGRI e le prossime sfide
Nonostante l’approvazione della relazione, la Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale (AGRI) del Parlamento Europeo ha espresso alcune riserve su alcuni aspetti della proposta della Commissione Europea. In particolare, sono stati richiesti chiarimenti sui criteri di utilizzo di definizioni come “giusti” o “equi” per i prodotti agricoli, ritenendo l’attuale definizione troppo imprecisa e potenzialmente dannosa per i quadri nazionali più rigorosi. La Commissione AGRI ha inoltre suggerito che l’etichettatura dovrebbe considerare elementi come il contributo allo sviluppo delle comunità rurali o il sostegno alla crescita delle organizzazioni agricole.
Un altro punto controverso riguarda la definizione di “filiera corta”, che secondo la Commissione AGRI potrebbe essere migliorata attraverso l’introduzione di elementi più specifici, come la distanza o la durata del trasporto. Infine, la Commissione AGRI ha manifestato la propria opposizione alla creazione di organizzazioni di produttori dedicate esclusivamente alla produzione biologica, poiché ciò potrebbe innescare una competizione tra i diversi approcci produttivi.
Il documento approvato dalla Commissione AGRI verrà ora sottoposto alla votazione durante la prossima sessione plenaria del Parlamento Europeo.

Un Nuovo Orizzonte per l’Agricoltura Europea: Equità, Sostenibilità e Sovranità Alimentare
La riforma dell’OCM rappresenta un passo avanti cruciale verso un’agricoltura europea più equa, sostenibile e resiliente. L’obiettivo è quello di garantire agli agricoltori un reddito dignitoso, proteggerli dalle pratiche commerciali sleali e promuovere un modello di produzione rispettoso dell’ambiente e del benessere animale. Questa riforma, tuttavia, non è una panacea. Essa rappresenta solo un punto di partenza di un percorso più ampio e complesso, che richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori della filiera agroalimentare.
È fondamentale che i consumatori siano consapevoli del valore del lavoro degli agricoltori e che siano disposti a pagare un prezzo equo per i prodotti agricoli. È necessario, inoltre, che le imprese di trasformazione alimentare adottino pratiche commerciali più responsabili, evitando di esercitare una pressione eccessiva sui prezzi pagati ai produttori. Infine, è indispensabile che le istituzioni europee e nazionali continuino a sostenere il settore agricolo, attraverso politiche mirate e investimenti strategici.
L’agricoltura è un settore strategico per l’Europa, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista sociale, ambientale e culturale. Garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo significa preservare la nostra identità, proteggere il nostro ambiente e assicurare la nostra sovranità alimentare. La riforma dell’OCM è un passo importante in questa direzione, ma è necessario fare di più per costruire un futuro migliore per l’agricoltura europea.
Amici lettori, riflettiamo un attimo su quanto abbiamo appreso. L’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM) è uno strumento fondamentale dell’Unione Europea per regolamentare il settore agricolo. Una nozione base di agricoltura ci ricorda che l’OCM mira a stabilizzare i mercati, sostenere i redditi degli agricoltori e garantire la disponibilità di prodotti alimentari a prezzi ragionevoli per i consumatori. Ma, come abbiamo visto, l’OCM deve evolvere per affrontare le sfide del presente, come la crescente disparità nella filiera alimentare e le pratiche commerciali sleali.
Passando a una nozione di agricoltura avanzata, consideriamo l’importanza della tracciabilità e della trasparenza nella filiera agroalimentare. L’utilizzo di tecnologie come la blockchain può contribuire a garantire che i prodotti agricoli siano effettivamente “equi” e “sostenibili”, fornendo ai consumatori informazioni accurate sull’origine, la produzione e la lavorazione dei prodotti. Questo approccio può rafforzare la fiducia dei consumatori e incentivare le pratiche agricole responsabili.
Infine, vi invito a riflettere sul ruolo che ognuno di noi può svolgere per sostenere un’agricoltura più equa e sostenibile. Scegliere prodotti locali, informarsi sull’origine dei prodotti che acquistiamo e sostenere le aziende agricole che adottano pratiche responsabili sono piccoli gesti che possono fare la differenza. Ricordiamoci che l’agricoltura è un patrimonio comune, che va tutelato e valorizzato per il bene delle generazioni future.