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- Creata varietà di riso che si riproduce asessualmente: potenziale da miliardi di euro.
- Tecnica CRISPR usata per disattivare tre geni chiave.
- Semi apomittici rappresentano circa il 30% della progenie.
L’agricoltura mondiale si appresta a vivere una potenziale rivoluzione grazie ai progressi compiuti nel campo della genetica agraria. Un team di ricercatori dell’Università della California a Davis, guidato da Venkatesan Sundaresan, ha annunciato su Nature lo sviluppo di una varietà di riso capace di riprodursi in modo asessuato, aprendo nuove prospettive per il miglioramento delle colture e la sostenibilità agricola. Questa scoperta, che ha richiesto anni di ricerca e sperimentazione, potrebbe valere miliardi di euro all’anno.
Il Santo Graal della genetica agraria
La capacità di indurre l’apomissia, ovvero la riproduzione asessuata attraverso semi geneticamente identici alla pianta madre, è da tempo considerata il “Santo Graal” della genetica agraria. Questo perché consentirebbe agli agricoltori di utilizzare i semi prodotti dalle proprie colture, mantenendo inalterate le caratteristiche desiderabili, come l’alta produttività e la resistenza agli stress ambientali. Attualmente, molte varietà di piante coltivate sono ibridi, il che significa che i semi prodotti da queste piante non sono adatti per essere riutilizzati, poiché la progenie risulterebbe variabile e perderebbe il vigore dell’ibrido. L’apomissia, invece, eliminerebbe questa necessità di acquistare nuovi semi ogni anno, riducendo i costi e aumentando l’autonomia degli agricoltori.
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La tecnica CRISPR e la manipolazione genetica
Il team di Sundaresan ha raggiunto questo risultato attraverso una combinazione di tecniche di ingegneria genetica, tra cui l’utilizzo della tecnologia CRISPR. In una prima fase, gli scienziati hanno modificato l’espressione di un gene denominato Baby Boom1, che consente lo sviluppo embrionale senza l’intervento della fecondazione. Tuttavia, le cellule embrionali così generate presentavano solamente metà del corredo cromosomico della pianta genitrice. Per ovviare a questa problematica, è stato indispensabile eliminare la meiosi, ossia il processo di divisione cellulare che riduce della metà il patrimonio genetico delle cellule sessuali. A tal fine, è stato utilizzato un sistema chiamato MiMe (“mitosi invece di meiosi”), scoperto in Francia da Raphael Mercier, che prevede l’inattivazione di tre geni. La tecnologia CRISPR ha permesso di disattivare questi tre geni contemporaneamente, producendo linee mutanti capaci di generare progenie geneticamente identica.

Implicazioni e prospettive future
La scoperta del team di Sundaresan rappresenta un passo avanti significativo verso un’agricoltura più sostenibile ed efficiente. L’apomissia potrebbe avere un impatto particolarmente positivo nei paesi in via di sviluppo, dove gli agricoltori spesso non hanno accesso a sementi di alta qualità. Inoltre, la possibilità di riutilizzare i semi di anno in anno ridurrebbe la dipendenza dalle multinazionali sementiere e promuoverebbe una maggiore autonomia alimentare. Emidio Albertini, esperto di genetica e evoluzione dell’apomissia all’Università di Perugia, sottolinea che questo risultato è “rivoluzionario” e apre la strada all’introduzione dell’apomissia in altre specie coltivate, a partire dal mais. Sebbene l’efficienza del sistema sia ancora migliorabile, con i semi apomittici che rappresentano circa il 30% della progenie nel migliore dei casi, le prospettive sono estremamente promettenti.
Verso un’agricoltura più resiliente e sostenibile
La ricerca sull’apomissia non si ferma qui. Altri geni candidati, come Apostart, sono oggetto di studio per comprendere appieno la genetica di questo fenomeno. La combinazione BabyBoom1-MiMe sembra essere la strada maestra per indurre l’apomissia nelle piante coltivate, e molti ricercatori si stanno unendo a questo sforzo. L’obiettivo finale è quello di sviluppare colture più resistenti ai cambiamenti climatici, in grado di produrre di più con meno risorse e di contribuire a garantire la sicurezza alimentare globale. La tecnica CRISPR ha dimostrato di essere uno strumento potente per raggiungere questo obiettivo, aprendo nuove frontiere per la genetica agraria e l’agricoltura del futuro.
Amici lettori, spero che questo viaggio nel mondo dell’apomissia vi abbia affascinato tanto quanto ha affascinato me. Pensate, una delle nozioni base dell’agricoltura è la selezione delle sementi migliori per garantire un buon raccolto. Ma cosa succederebbe se potessimo “clonare” le piante migliori, ottenendo sempre lo stesso risultato? E qui entra in gioco l’agricoltura avanzata: l’editing genomico, come il CRISPR, ci permette di manipolare il DNA delle piante per ottenere caratteristiche specifiche, come la resistenza alle malattie o la tolleranza alla siccità. Ma questa tecnologia solleva anche importanti questioni etiche e ambientali. Dobbiamo assicurarci che venga utilizzata in modo responsabile, per il bene di tutti e del nostro pianeta.