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Lingua blu, cosa sta minacciando il nostro allevamento?

L'emergenza 'lingua blu' e l'invasione dei cinghiali mettono a rischio il settore zootecnico italiano: scopri le aree più colpite e le strategie per proteggere il nostro patrimonio agricolo.
  • In Sardegna, danni stimati dalla lingua blu superano i 25 milioni di euro.
  • Oltre 124.000 capi infetti e più di 17.000 morti a causa della malattia.
  • Nel Bellunese, i focolai sono raddoppiati a 14, con la moria di 20 yak.

La situazione nel settore zootecnico italiano è sempre più critica a causa della diffusione della lingua blu, una malattia che sta mettendo a dura prova gli allevatori, specialmente in Sardegna e nel Nord Est. L’allarme è stato lanciato con forza da Coldiretti, che stima danni superiori ai 25 milioni di euro solo in Sardegna, dove l’epidemia ha raggiunto proporzioni allarmanti. L’organizzazione invoca con urgenza la proclamazione dello stato di emergenza e l’istituzione di una task force stabile per fronteggiare il virus che sta annientando i capi ovini.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Zooprofilattico, si contano oltre 124.000 capi infetti, più di 17.000 morti e 3.028 focolai. La situazione è paragonabile a quella del 2000, un periodo drammatico per l’allevamento sardo. Coldiretti denuncia il silenzio e la mancanza di interventi preventivi da parte della Regione, nonostante le ripetute richieste di una strategia di contrasto fin dall’inizio dell’anno.

L’Epidemia si Estende al Nord Est: Friuli Venezia Giulia e Veneto in Allerta

La lingua blu non risparmia neanche il Nord Est, dove Friuli Venezia Giulia e Veneto sono alle prese con i primi focolai. In Friuli, nel comune di San Leonardo, un allevatore ha subito la perdita di oltre 60 pecore su 400 in pochi giorni. Nel Bellunese, i focolai sono raddoppiati in una settimana, passando da 7 a 14, con la moria di 20 yak, una perdita significativa anche dal punto di vista simbolico.

Le autorità sanitarie locali si sono attivate con profilassi mirate e campagne vaccinali, ma la mancanza di ristori economici per gli allevatori colpiti è motivo di forte preoccupazione. L’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia ha dichiarato che non sono previsti indennizzi, poiché la febbre catarrale non rientra tra le patologie indennizzabili a livello europeo. Questa risposta ha suscitato malcontento tra gli allevatori, già provati dalle perdite economiche.

Cosa ne pensi?
  • Forza allevatori! 💪 Nonostante le difficoltà, l'articolo evidenzia......
  • Davvero scoraggiante 😞 la mancanza di supporto e gli indennizzi......
  • E se la vera soluzione fosse ripensare il nostro rapporto con......
  • La lingua blu è una tragedia 😥, ma dobbiamo anche considerare......

Cinghiali: Un’Ulteriore Minaccia per Agricoltori e Allevatori nel Lazio

Oltre alla lingua blu, un’altra emergenza affligge il settore agricolo e zootecnico: l’invasione dei cinghiali. Nel Lazio, la presenza eccessiva di questi animali selvatici sta causando danni ingenti alle coltivazioni e agli allevamenti, mettendo in ginocchio gli operatori del settore. La Regione Lazio ha approvato un protocollo d’intesa per il contenimento della fauna selvatica, coinvolgendo Federparchi Lazio, Coldiretti e Legambiente Lazio. L’obiettivo è definire procedure specifiche con le ASL per la gestione degli aspetti sanitari e per limitare i danni causati dai cinghiali.

Verso una Resilienza Agricola: Strategie Integrate per un Futuro Sostenibile

La crisi della lingua blu e l’invasione dei cinghiali evidenziano la necessità di adottare strategie integrate e sostenibili per proteggere il settore agricolo e zootecnico italiano. È fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di vaccini efficaci e sicuri, nonché implementare misure di prevenzione e controllo delle malattie. Allo stesso tempo, è necessario sostenere economicamente gli allevatori colpiti dalle epidemie e dai danni causati dalla fauna selvatica, garantendo loro un adeguato ristoro e supporto. Solo attraverso un approccio sinergico e coordinato sarà possibile garantire la resilienza del settore agricolo e zootecnico e preservare la biodiversità del territorio.
Amici lettori, di fronte a queste sfide, è cruciale ricordare un principio base dell’agricoltura: la rotazione delle colture. Questa pratica, apparentemente semplice, aiuta a interrompere i cicli vitali dei parassiti e a migliorare la salute del suolo, riducendo la dipendenza da pesticidi e farmaci.

Ma non fermiamoci qui. L’agricoltura moderna ci offre strumenti avanzati come l’agricoltura di precisione, che utilizza sensori e droni per monitorare lo stato di salute delle piante e degli animali, consentendo interventi mirati e tempestivi.

Riflettiamo: come possiamo, nel nostro piccolo, sostenere un’agricoltura più resiliente e rispettosa dell’ambiente? Forse scegliendo prodotti locali e di stagione, o informandoci sulle pratiche agricole sostenibili. Ogni gesto conta per costruire un futuro più verde e prospero.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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