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- L'inps chiarisce la gestione previdenziale dei contratti di soccida con la circolare n. 94/2025.
- Definite le tipologie di soccida: semplice, parziaria e con conferimento di pascolo.
- Agevolazioni contributive per cooperative agricole che trasformano prodotti dei soci in aree svantaggiate (art. 2).
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), attraverso la pubblicazione della *circolare n. 94 datata 21 maggio 2025, ha fornito delucidazioni significative riguardo alla gestione previdenziale dei contratti di soccida nel settore agricolo. Questo provvedimento è cruciale per eliminare le incertezze interpretative e ridurre il contenzioso su tale argomento, assicurando l’applicazione corretta delle norme previdenziali.
## Definizione e tipologie del contratto di soccida
La soccida, come stabilito dagli articoli 2170 e seguenti del codice civile italiano, è un accordo collaborativo tra due parti: il soccidante, che fornisce capitali e beni materiali, e il soccidario, che contribuisce con manodopera e strutture per l’allevamento animale. L’obiettivo primario è l’incremento della produzione zootecnica e la ripartizione degli utili derivanti dall’aumento del bestiame tra i contraenti.
Si distinguono diverse forme contrattuali legate alla soccida:
– Il modello base, noto come soccida semplice, in cui tutti gli animali sono messi a disposizione unicamente dal soccidante.
– La soccida parziaria, dove entrambe le parti partecipano alla fornitura dei bovini.
– Una variante prevede la soccida con conferimento di pascolo, in cui il soccidario offre gli spazi verdi necessari per il pascolo, pur mantenendo l’onere sul versante animale il socio dedicato.
Particolarmente diffusa è la soccida monetizzata: qui l’incremento non è in forma fisica ma in valore tangibile convertibile in denaro da riconoscere ai soccidari, adattandosi alle dinamiche moderne dei mercati agroalimentari contemporanei.
## Impatto sull’inquadramento previdenziale e sulla “prevalenza”
Un aspetto di fondamentale importanza affrontato dalla recente circolare dell’INPS riguarda la necessità di verificare la natura agricola delle imprese che utilizzano il contratto di soccida. È determinante per stabilire l’inquadramento previdenziale accertare se tale attività rientra nella Gestione contributiva agricola o nella Gestione DM.
Nel documento si fa riferimento esplicito all’articolo 2135 del codice civile e al decreto legislativo n. 228/2001, norme chiave per definire chi sia considerato imprenditore agricolo; inoltre, viene evidenziato che le cooperative godono di agevolazioni sui contributi solo quando vi è una netta predominanza dei prodotti auto-prodotti rispetto a quelli provenienti da acquisti esterni. Tuttavia, l’INPS ha riscontrato situazioni in cui il contratto di soccida veniva erroneamente interpretato come un semplice scambio commerciale, compromettendo così il requisito cruciale della prevalenza dei prodotti autogestiti. La circolare n. 94/2025 chiarisce l’importanza imprescindibile di effettuare un’analisi scrupolosa delle effettive condotte delle parti coinvolte nel processo produttivo: è necessario operare una chiara distinzione fra gli animali allevati nell’ambito dell’attività aziendale stessa e quelli acquisiti tramite compravendita sul mercato.

Qualora si rispettino le previsioni degli articoli 2178, 2181 e 2184 del codice civile, il risultato produttivo derivante dalla soccida non è da considerare merce acquistata sul mercato, scongiurando così il pericolo di un diverso inquadramento contributivo.
## Agevolazioni per le cooperative e riesame dei contenziosi
La recente circolare INPS riguarda le implicazioni per le cooperative agricole e gli enti consorziali ad esse associati in relazione all’articolo 2 della legge n. 240/1984 e all’articolo 9, comma 5, della legge n. 67/1988. Tali cooperative possono beneficiare di notevoli riduzioni nei contributi previdenziali, a condizione che si dedichino alla trasformazione dei prodotti forniti dai soci attivi localizzati nelle aree svantaggiate; ciò è permesso solo se tali beni provengono dall’effettiva attività agricola del socio coinvolto.
Nello specifico caso della soccida monetizzata, emerge che essa non preclude il conseguimento di tali agevolazioni, a condizione che il valore aggiunto sia creato tramite una filiera associativa e non attraverso acquisizioni esterne. Viene inoltre imposto l’obbligo che i prodotti conferiti subiscano una vera e propria lavorazione presso la cooperativa stessa.
Inoltre, l’INPS invita i propri uffici territoriali a rivalutare eventuali contenziosi in corso relativi alla soccida alla luce dei chiarimenti forniti nella circolare; si raccomanda, pertanto, l’annullamento automatico delle decisioni precedentemente adottate in materia di accertamenti o recuperi previdenziali ritenuti non conformi alle linee guida delineate.
## Verso una maggiore chiarezza e semplificazione: il futuro della soccida
La circolare INPS n. 94/2025 rappresenta un passo avanti significativo nel migliorare la chiarezza e la semplificazione dell’amministrazione previdenziale connessa ai contratti di soccida. Il suo scopo principale è garantire l’applicazione corretta delle normative vigenti, eliminando così ogni possibilità di interpretazioni errate ed evitando conflitti inutili.
L’intervento dell’INPS è volto alla tutela degli interessi non solo degli imprenditori agricoli ma anche dei lavoratori; questo approccio mira a instaurare una gestione trasparente e sostenibile nelle pratiche zootecniche. L’applicazione adeguata dei concetti esplicitati nella circolare potrà favorire un contesto più propizio per lo sviluppo dell’agricoltura, incentivando sinergie efficaci tra i diversi attori del mercato — dai soccidanti ai soccidari, senza dimenticare la necessità per tutti loro di promuovere il riconoscimento delle produzioni tipiche locali.
Caro pubblico affezionato, confido abbiate trovato interessante questa analisi dedicata al contratto di soccida e alle sue implicazioni previdenziali; vorrei ora presentarvi un concetto fondamentale legato all’agricoltura: la rotazione delle colture. Questa tecnica di alternare le coltivazioni sugli stessi terreni è cruciale per preservare la fertilità del suolo. Riveste un ruolo essenziale nel contrastare la diffusione di malattie delle piante e parassiti.
Un approccio ancor più avanzato è rappresentato dall’agricoltura di precisione, una metodologia innovativa che utilizza strumenti tecnologici come sensori sofisticati, droni e sistemi GPS avanzati. Questi dispositivi sono progettati per consentire un monitoraggio dettagliato delle piante e ottimizzare l’uso delle risorse idriche e dei fertilizzanti.
Invito tutti ad approfondire come tali metodologie – unitamente ad accordi contrattuali come la soccida – possano promuovere uno sviluppo agricolo veramente sostenibile, dotato della necessaria resilienza* per affrontare le future sfide ambientali ed economiche.