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- EGTOP contrario ai fosfonati: ottenuti per sintesi chimica.
- Fosfonati vietati in paesi terzi: ostacoli al commercio.
- Coldiretti Bio: attenzione al rame in scadenza nel 2025.
Un Dibattito Aperto
Il mondo dell’agricoltura biologica è nuovamente al centro di un acceso dibattito riguardante l’ammissibilità dei fosfonati, in particolare del fosfonato di potassio, come strumento di difesa fitosanitaria. La questione, sollevata con forza dalla Germania e supportata dal Gruppo di Alto Livello sul Vino, si scontra con la ferma opposizione dell’EGTOP (Expert Group for Technical Advice on Organic Production), l’organismo tecnico che affianca la Commissione Europea nella definizione delle normative per il settore biologico. La posta in gioco è alta: da un lato, la necessità di proteggere le colture biologiche, in particolare la viticoltura, dalle crescenti sfide poste dai cambiamenti climatici e dalle malattie fungine come la peronospora; dall’altro, la salvaguardia dei principi fondanti dell’agricoltura biologica e la fiducia dei consumatori.
Le Ragioni del “No” da Parte dell’EGTOP
L’EGTOP ha motivato il suo parere negativo con una serie di argomentazioni tecniche. Innanzitutto, il fosfonato di potassio utilizzato come fitosanitario è ottenuto tramite sintesi chimica, un processo non ammesso nei disciplinari dell’agricoltura biologica che privilegiano sostanze di origine naturale. In secondo luogo, l’uso di fosfonati potrebbe causare contaminazioni da acido fosfonico, rendendo difficile la tracciabilità e l’individuazione della fonte di contaminazione. Infine, l’EGTOP ha sottolineato che molti Paesi terzi, tra cui importanti partner commerciali come Gran Bretagna, Svizzera, Cina, Giappone e Stati Uniti, non ammettono l’uso di fosfonati, il che potrebbe creare ostacoli al commercio internazionale e al riconoscimento reciproco degli standard biologici.
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Coldiretti Bio: Tra Soddisfazione e Preoccupazioni per il Rame
Coldiretti Bio ha accolto con favore la decisione dell’EGTOP, sottolineando il rischio che l’ammissione dei fosfonati comporterebbe una banalizzazione delle norme e una perdita di distintività del marchio biologico. L’organizzazione ha però posto l’accento su un’altra questione cruciale: il rinnovo dell’autorizzazione all’uso del rame, in scadenza a dicembre 2025. Il rame, pur essendo un elemento essenziale per la difesa fitosanitaria, è stato oggetto di critiche per il suo impatto ambientale. Tuttavia, Coldiretti Bio ha evidenziato che i progressi scientifici e agronomici hanno permesso di ridurre significativamente le dosi di rame utilizzate, minimizzando i rischi ambientali. L’organizzazione ritiene quindi prioritario garantire la continuità dell’uso regolamentato del rame, soprattutto in viticoltura, per assicurare la produzione e la qualità delle uve biologiche.

Deroghe e Limiti: La Questione dell’Acido Fosfonico
Parallelamente al dibattito sui fosfonati, un altro tema delicato riguarda i limiti massimi di residui di sostanze non ammesse in agricoltura biologica, come l’acido fosfonico e l’acido etilfosfonico. Un decreto ministeriale ha introdotto deroghe a tali limiti, fissando soglie massime di 0,5 mg/kg per l’acido fosfonico nei prodotti orticoli e di 0,1 mg/kg nei frutticoli. Per quanto riguarda l’acido etilfosfonico, la soglia consentita nel vino è stata elevata a 0,05 mg/kg, rimanendo valida fino a dicembre 2022. Successivamente, un ulteriore decreto ha prorogato al 31 dicembre 2025 i limiti per l’acido fosfonico, con l’obbligo per gli organismi di controllo di esaminare le cause della contaminazione. Tuttavia, la proroga non si applica all’acido etilfosfonico nei prodotti vitivinicoli trasformati, per i quali il limite rimane di 0,01 mg/kg a partire dal 1° gennaio 2023. Queste deroghe e proroghe mirano a sostenere le aziende agricole biologiche, consentendo loro di commercializzare prodotti che presentano tracce di sostanze non ammesse, pur nel rispetto di limiti ben definiti e sotto stretto controllo.
Verso un Equilibrio Sostenibile: Sfide e Prospettive per il Futuro del Bio
Il futuro dell’agricoltura biologica si gioca su un delicato equilibrio tra la necessità di proteggere le colture dalle avversità, la salvaguardia dei principi fondanti del metodo biologico e la tutela della fiducia dei consumatori. La questione dei fosfonati e dei limiti di residui di altre sostanze non ammesse rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio scientifico rigoroso, un dialogo aperto tra tutti gli attori coinvolti e una visione strategica di lungo termine. Sarà fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di alternative sostenibili ai fitosanitari di sintesi, promuovere pratiche agricole innovative che rafforzino la resilienza delle colture e garantire la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti biologici, per preservare la credibilità del settore e rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori.
Amici, parliamoci chiaro: l’agricoltura biologica non è una passeggiata. Richiede una conoscenza approfondita del suolo, delle piante e degli equilibri naturali. Una nozione base, ma fondamentale, è la rotazione delle colture. Alternare diverse specie vegetali sullo stesso terreno aiuta a prevenire l’accumulo di patogeni e a migliorare la fertilità del suolo, riducendo la necessità di interventi esterni. Ma non fermiamoci qui! L’agricoltura moderna ci offre strumenti avanzati come il monitoraggio satellitare per valutare lo stato di salute delle colture e ottimizzare l’uso delle risorse idriche e dei fertilizzanti. Riflettiamo: l’agricoltura biologica non è solo un metodo di produzione, ma una filosofia di vita che ci invita a prenderci cura della terra e a rispettare i suoi ritmi. E voi, cosa ne pensate? Siete pronti a raccogliere questa sfida?
- Posizione ufficiale di Coldiretti sull'uso dei fosfonati nell'agricoltura biologica.
- Posizione di AIAB su rame e fosfiti nella viticoltura biologica.
- Posizione tedesca sul fosfonato di potassio nella viticoltura biologica.
- Sito ufficiale di Coldiretti, utile per approfondire la posizione dell'associazione.