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Agricoltura biologica in Romagna: cosa sta succedendo?

Un'analisi approfondita rivela un rallentamento nel settore biologico a Forlì-Cesena e Rimini, nonostante la crescita significativa degli ultimi anni e il superamento degli obiettivi del Green Deal Europeo.
  • Forlì-Cesena: 837 aziende bio, il 14,5% regionale.
  • Rimini: 343 aziende bio, solo il 6% regionale.
  • SAU bio a Forlì-Cesena: 28.042 ettari, +0,4% rispetto al 2023.

Analisi e prospettive

Il comparto dell’agricoltura biologica, dopo un periodo di crescita, sta manifestando dei rallentamenti nelle aree di Forlì-Cesena e Rimini. Un’indagine della Camera di Commercio della Romagna mette in luce un lieve decremento nel numero di aziende agricole che operano secondo i principi biologici, sebbene la loro incidenza rimanga notevole sul totale delle imprese agricole e sulla superficie agricola utilizzata (SAU).

Dati e tendenze nel forlivese-cesenate

Alla data del 31 dicembre 2024, la provincia di Forlì-Cesena registrava la presenza di 837 aziende agricole biologiche, le quali costituivano il 14,5% dell’intero contingente regionale, collocandosi in seconda posizione dopo Parma. Si osserva, però, una contrazione annuale dello 0,9%, in sintonia con la diminuzione dell’1,2% registrata a livello regionale in Emilia-Romagna. Malgrado questa contrazione, il peso delle aziende “bio” sul totale delle imprese agricole si mantiene elevato, assestandosi al 14,8%, valore superiore alla media regionale del 12,1%. La SAU biologica si estende per 28.042 ettari, corrispondenti al 14,5% del totale regionale, con un modesto incremento dello 0,4% rispetto al 2023. Tale percentuale è decisamente superiore alla media regionale del 18,6%, portando Forlì-Cesena a occupare il primo posto tra le province emiliano-romagnole. Nel corso del 2024, il 61,0% della SAU biologica è stato destinato alle coltivazioni erbacee, il 28,3% alle colture foraggere e il rimanente 10,7% alle coltivazioni arboree, con una predominanza della viticoltura (5,1%). Le aziende agricole che includono almeno un allevamento biologico ammontano a 173, evidenziando una variazione annuale negativa del -6,0%. Il numero complessivo degli allevamenti biologici è pari a 296, con una maggiore presenza di bovini e bufalini (144 unità).

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Situazione a Rimini e fattori di influenza

Anche la provincia di Rimini mostra una diminuzione nel numero di aziende agricole biologiche. Al 31 dicembre 2024, si registrano 343 aziende, rappresentanti il 6% del totale regionale, posizionandosi al penultimo posto, precedendo solamente Ravenna. Questo dato conferma un rallentamento del settore dopo anni di crescita ininterrotta. Diversi fattori concorrono a determinare questa flessione, tra cui spiccano gli eventi climatici estremi che hanno duramente colpito il territorio romagnolo, unitamente alle difficoltà derivanti dalla congiuntura economica. Queste avversità hanno messo a dura prova le aziende agricole, compromettendo la produzione e la redditività. Nonostante le difficoltà, è importante sottolineare che negli ultimi dieci anni il settore biologico ha conosciuto una forte espansione, con una crescita significativa sia del numero di produttori bio (+66,4% sul 2014) sia delle superfici coltivate, quasi raddoppiate nel lungo periodo e che superano il target del 25% previsto dal Green Deal Europeo per il 2030.

Innovazione, competenze e futuro del biologico

L’agricoltura biologica è un settore in continua evoluzione, sostenuto da innovazione e ricerca. Richiede figure professionali sempre più specializzate, sia in ambito tecnico che nella gestione dei moderni canali di vendita e nella promozione del Made in Italy agroalimentare nel mondo. Lo sviluppo del settore bio va di pari passo con la nascita di nuove competenze e professionalità, offrendo grandi opportunità per la ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro di qualità, soprattutto per i giovani. È fondamentale investire in formazione e ricerca per sostenere la crescita del settore e superare le difficoltà attuali.

Resilienza e Rinascita: Il Futuro Sostenibile dell’Agricoltura Romagnola

Nonostante le sfide attuali, il settore dell’agricoltura biologica in Romagna dimostra una notevole resilienza. La flessione registrata nel 2024 non deve oscurare i progressi significativi compiuti negli ultimi anni. L’impegno verso pratiche agricole sostenibili, la crescente consapevolezza dei consumatori e l’innovazione tecnologica rappresentano pilastri fondamentali per un futuro più verde e prospero. È essenziale che le istituzioni, le imprese e i singoli agricoltori collaborino per superare le difficoltà, promuovere la formazione e sostenere la ricerca, al fine di garantire la continuità e lo sviluppo di un settore strategico per l’economia e l’ambiente della Romagna.

Parliamoci chiaro, l’agricoltura biologica è un po’ come prendersi cura di un giardino senza usare prodotti chimici aggressivi. Invece di affidarsi a pesticidi e fertilizzanti sintetici, si utilizzano metodi naturali come il compostaggio e la rotazione delle colture per mantenere il terreno fertile e proteggere le piante dai parassiti. È un approccio più rispettoso dell’ambiente e della nostra salute, ma richiede più attenzione e conoscenza. E a proposito di conoscenza, una nozione base di agricoltura biologica è proprio la rotazione delle colture: alternare diverse colture sullo stesso terreno aiuta a prevenire l’esaurimento del suolo e a ridurre la diffusione di malattie e parassiti. Un concetto avanzato, invece, è l’utilizzo di tecniche di agricoltura rigenerativa, che mirano a ripristinare la salute del suolo e a sequestrare il carbonio atmosferico, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici. Insomma, l’agricoltura biologica è un mondo affascinante e in continua evoluzione, che ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la terra e con il cibo che mangiamo.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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