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- Nel 2023, l'INPS ha annullato oltre 27.000 contratti irregolari in agricoltura.
- 66,5% delle 310 aziende agricole controllate presentavano irregolarità.
- Sanzioni per oltre 1,68 milioni di euro e sospese 128 attività.
Una task force interistituzionale in azione
Il fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare nel settore agricolo italiano continua a destare forte preoccupazione. In risposta a questa problematica, le istituzioni hanno intensificato i controlli e le azioni di contrasto, mettendo in campo una vera e propria task force interistituzionale. L’obiettivo primario è quello di garantire condizioni di lavoro dignitose, sicure e conformi alla legge, tutelando i diritti dei lavoratori e contrastando ogni forma di sfruttamento.
Un piano integrato per contrastare le irregolarità
La Prefettura di Mantova ha recentemente ospitato una riunione cruciale, presieduta dal Prefetto Roberto Bolognesi, con i vertici provinciali delle Forze di Polizia e i rappresentanti degli enti coinvolti nelle attività di controllo e tutela del lavoro. Da questo incontro è scaturito un piano di intervento strutturato, che mira a colpire diverse tipologie di irregolarità. Si va dalla costituzione e gestione dei rapporti contrattuali, al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Un focus specifico è posto sull’identificazione dei lavoratori stranieri privi di regolare permesso di soggiorno in Italia, con l’immediata applicazione delle misure legali previste.
I controlli condotti considerano altresì potenziali connessioni con la criminalità organizzata, in accordo con quanto stabilito dal Codice Antimafia (D. Lgs. n. 159/2011). Viene inoltre posta attenzione alla corretta amministrazione degli adempimenti previdenziali e assicurativi. Tale sistema di monitoraggio è frutto della cooperazione inter-istituzionale, che in passato ha già prodotto esiti positivi, elevando il livello di conformità legale e sicurezza nell’ambito lavorativo, con particolare enfasi sul comparto agricolo, considerato un pilastro dell’economia mantovana. Le operazioni si avvalgono della partecipazione congiunta di diverse forze dell’ordine, tra cui la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, affiancate dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro, dall’INPS, dall’INAIL e dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) Val Padana. L’impegno è esplicito: ribadire la volontà di assicurare un impiego decoroso, sicuro e in linea con la normativa, opponendosi con fermezza a ogni forma di abuso.
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Agea e INPS: una sinergia per una mappatura precisa e controlli più efficaci
Un passo avanti significativo nella lotta al caporalato è rappresentato dall’accordo tra Agea e INPS. Il decreto-legge agricoltura istituisce una banca dati inter-operativa tra i due enti, al servizio di tutte le istituzioni interessate, per sviluppare una strategia congiunta di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Agea avrà un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione dati precisi e certificati sulle aziende agricole, che verranno inseriti in una banca dati comune. Da questa banca dati potranno attingere gli altri enti per verificare informazioni riguardanti le tipologie di coltivazioni e allevamenti effettuati annualmente, nonché le specifiche particelle catastali dei terreni impiegati.
L’accordo prevede, inoltre, la creazione di una piattaforma geospaziale con l’utilizzo di algoritmi di Intelligenza Artificiale per segnalare automaticamente profili di rischio legati al caporalato. Questa piattaforma permetterà di mappare serre, baraccopoli e allevamenti, identificando le aziende dislocate in tutta Italia e selezionate in modo selettivo utilizzando criteri di alert. Tale attività è resa possibile dall’impiego della tecnologia di telerilevamento, settore in cui Agea ha dimostrato eccellenza a livello europeo. La partnership con Agea permetterà all’INPS di intensificare i controlli, in linea con le disposizioni del nuovo Piano della Vigilanza. Nel 2023, solo nel settore agricolo, l’INPS ha annullato oltre 27.000 contratti irregolari e denunciato 425 lavoratori, a fronte di 669 ispezioni nel settore agricolo, su un totale di 9202 controlli effettuati, che hanno portato a risultati di produzione dell’accertato complessivo pari a 982,4 milioni di euro (+46%).
“Con questo provvedimento si rendono effettive la sinergia e gli interventi previste dall’articolo 1 della legge 81/2006 sugli interventi urgenti per i settori dell’agricoltura, dell’agroindustria, della pesca, nonché in materia di fiscalità di impresa, rimaste inattuate”, ha spiegato il direttore di Agea Fabio Vitale. Il contrasto al lavoro sommerso beneficia così di una risposta robusta e coordinata a livello istituzionale, garantendo un’ampia centralizzazione e una totale condivisione dei risultati delle verifiche e dei soggetti controllati, con il fine ultimo di potenziare l’efficacia della pianificazione delle attività ispettive e il monitoraggio del fenomeno del lavoro sommerso sull’intero territorio nazionale.

I numeri del caporalato: un’emergenza ancora presente
Nonostante gli sforzi profusi, i numeri del caporalato in Italia rimangono allarmanti. Un’operazione straordinaria condotta dai Carabinieri per la Tutela del Lavoro e dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha rilevato che due aziende agricole su tre sottoposte a verifica presentano irregolarità, analogamente a un lavoratore su tre. In particolare, su 310 aziende agricole controllate, 206 sono risultate irregolari (66,5%). Sono stati individuati 616 lavoratori non in regola su 2.051 (30%), di cui 216 completamente in nero (10,5%). Dei oltre 2.000 lavoratori esaminati, 786 (38,3%) erano cittadini extracomunitari, di cui 308 (39,2%) impiegati in modo non conforme, con 96 individui completamente in nero e 22 privi di permesso di soggiorno.
A seguito dei controlli, sono state sospese 128 attività imprenditoriali (41,3%), per un importo pari a 250.800 euro, di cui 60 a causa di impiego non dichiarato e 51 per gravi infrazioni alle norme di sicurezza. Sono state comminate sanzioni e ammende per un totale superiore a 1 milione e 680 mila euro. Sono state deferite all’Autorità Giudiziaria 171 persone, tra cui 157 titolari di aziende per violazioni delle normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro, oltre ad aver disposto 382 prescrizioni e adottato due misure di sequestro. Specificamente, 10 persone sono state denunciate per il reato di caporalato nelle province di Latina, L’Aquila, Torino, Cuneo, Rieti e Caltanissetta.
Verso un’agricoltura più giusta: un impegno costante
La lotta al caporalato e al lavoro irregolare in agricoltura è una sfida complessa che richiede un impegno costante e sinergico da parte di tutte le istituzioni coinvolte. I controlli intensificati, la collaborazione tra Agea e INPS, e l’utilizzo di tecnologie avanzate rappresentano passi importanti verso un’agricoltura più giusta e rispettosa dei diritti dei lavoratori. Tuttavia, è fondamentale non abbassare la guardia e continuare a lavorare per sradicare questo fenomeno odioso, garantendo condizioni di lavoro dignitose e sicure per tutti.
Un Futuro Senza Sfruttamento: Riflessioni e Prospettive
La battaglia contro il caporalato non è solo una questione di numeri e statistiche, ma una profonda questione etica e sociale. Dietro ogni lavoratore sfruttato si cela una storia di vulnerabilità, di bisogno e di speranza tradita. È nostro dovere, come società, proteggere i più deboli e garantire a tutti la possibilità di lavorare in condizioni dignitose e sicure. Ma cosa possiamo fare, concretamente, per contribuire a questo cambiamento?
Una nozione base di agricoltura che si lega a questo tema è la rotazione delle colture. Questa pratica, apparentemente semplice, ha un impatto significativo sulla salute del suolo e sulla sostenibilità dell’azienda agricola. Un suolo sano è un suolo fertile, in grado di produrre cibo di qualità senza sfruttare eccessivamente le risorse naturali. Allo stesso modo, un’azienda agricola che rispetta i diritti dei lavoratori è un’azienda sana, in grado di creare valore nel lungo termine.
Una nozione di agricoltura avanzata che si può applicare è l’uso di sensori e droni per il monitoraggio delle colture. Queste tecnologie permettono di raccogliere dati precisi sullo stato di salute delle piante, sull’umidità del suolo e sulla presenza di eventuali parassiti. In questo modo, è possibile intervenire in modo mirato, riducendo l’uso di pesticidi e fertilizzanti e ottimizzando l’irrigazione. Un’agricoltura di precisione, quindi, che rispetta l’ambiente e la salute dei consumatori.
Ma la vera sfida è quella di cambiare la mentalità, di promuovere una cultura del rispetto e della legalità. Dobbiamo essere consapevoli che il cibo che arriva sulle nostre tavole è il frutto del lavoro di tante persone, spesso invisibili e sfruttate. Sostenere le aziende agricole virtuose, che rispettano i diritti dei lavoratori e l’ambiente, è un modo concreto per contribuire a un futuro senza sfruttamento. Ricordiamoci che ogni nostra scelta, come consumatori, ha un impatto sul mondo che ci circonda. E che un’agricoltura più giusta è un bene per tutti.