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- 16 stati membri contro il fondo unico proposto dalla commissione.
- Rischio di ridurre la flessibilità per rispondere alle esigenze agricole.
- PAC: piani strategici 2023-2027, continuità essenziale per il loro esito.
Il Consiglio Agrifish del 26 maggio 2025 a Bruxelles ha visto una forte opposizione alla proposta della Commissione Europea di accorpare i fondi della Politica Agricola Comune (PAC) e della Politica di Coesione in un unico fondo a partire dal Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034. L’iniziativa, guidata da Italia e Grecia, ha raccolto il sostegno di ben 16 Stati membri su 27, segnando una chiara sconfitta per la Commissione.
La genesi della contestazione
La proposta di un Fondo Unico, che avrebbe fuso il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) e le risorse per la Politica di Coesione, ha sollevato preoccupazioni tra molti paesi europei. L’Italia, in particolare, si è fatta portavoce di un fronte contrario, sostenendo che tale accorpamento avrebbe indebolito l’efficacia e la coerenza delle politiche agricole, compromettendo la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la competitività del settore. Il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ha ribadito con forza la necessità di mantenere un bilancio dedicato e solido per l’agricoltura, sottolineando l’importanza di non snaturare la PAC. Anche il commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, aveva già espresso in precedenza il suo dissenso rispetto alla proposta della Commissione.
- 👍 Ottima vittoria per l'Italia, finalmente qualcuno che si oppone......
- 👎 Questo accorpamento dei fondi è un disastro annunciato, ecco perché......
- 🤔 Ma siamo sicuri che la PAC sia ancora la risposta giusta...?...
Le ragioni del “NO”
I paesi contrari al Fondo Unico hanno evidenziato diversi punti critici. In primis, si teme che l’accorpamento dei fondi possa ridurre la flessibilità necessaria per rispondere alle specifiche esigenze del settore agricolo e dei cittadini. La struttura a due pilastri della PAC, che prevede finanziamenti distinti per il sostegno al mercato e per lo sviluppo rurale, è considerata fondamentale per garantire un’agricoltura europea resiliente, capace di affrontare instabilità geopolitiche, crisi sanitarie e transizioni climatiche. Si è inoltre messo in luce come i piani strategici della PAC 2023-2027 siano stati avviati di recente, e la continuità delle misure e delle strutture di implementazione risulti essenziale per il loro esito positivo. La creazione di un Fondo Unico rischierebbe di interrompere questo percorso, generando incertezza e confusione tra gli operatori del settore.

Le reazioni del mondo agricolo
Le associazioni agricole italiane hanno accolto con favore la posizione del Governo. Coldiretti e Filiera Italia hanno definito l’idea di un Fondo Unico come uno sbaglio strategico di rilevante entità, che sottrarrebbe finanziamenti all’agricoltura destinata alla produzione, mettendo a rischio la sicurezza alimentare, la sostenibilità e i guadagni dei coltivatori. Confagricoltura ha parlato di una “rivoluzione” più che di un’evoluzione della PAC, sottolineando che la perdita di flessibilità sarebbe un danno enorme per l’efficacia delle politiche. Anche Copagri ha espresso notevoli apprensioni, facendo notare che la PAC ha iniziato a mostrare i primi segnali positivi in termini di adattabilità e capacità di affrontare le sfide del settore solo da poco tempo.
Verso il futuro: la “Visione Hansen” e le sfide del settore
Nonostante il dissenso sulla riforma dei fondi, i ministri presenti al Consiglio Agrifish hanno accolto con favore l’impostazione della “Visione per l’agricoltura e l’alimentazione” della Commissione, che riconosce il ruolo degli agricoltori nella produzione alimentare, nella protezione ambientale e nello sviluppo delle aree rurali. Ciononostante, è stato sottolineato che senza un bilancio congruo e separato, la visione rischia di rimanere pura teoria. Il Consiglio ha inoltre affrontato la situazione dei mercati agricoli, in particolare l’impatto della guerra in Ucraina e le difficoltà registrate in alcuni settori come quello lattiero-caseario e cerealicolo. Si è discusso infine di misure di aiuto eccezionale per le aziende maggiormente colpite dalla crisi climatica e dall’aumento dei costi di produzione.
Quale futuro per l’agricoltura europea?
Il risultato del Consiglio Agrifish rappresenta una vittoria per l’Italia e per i paesi che si sono opposti al Fondo Unico. Tuttavia, la partita non è ancora chiusa. La Commissione Europea dovrà tenere conto di questo risultato nella sua prossima proposta di bilancio per il periodo 2028-2034. Sarà fondamentale che la PAC mantenga un bilancio adeguato e separato, in grado di garantire la sicurezza alimentare, il sostegno al reddito degli agricoltori e la competitività del settore. Solo così l’agricoltura europea potrà affrontare le sfide del futuro, dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, dalla gestione delle risorse idriche al ricambio generazionale.
Amici lettori, parliamoci chiaro: la questione dei fondi europei per l’agricoltura è cruciale. Forse non tutti sanno che la PAC, la Politica Agricola Comune, è uno dei pilastri dell’Unione Europea fin dalla sua nascita. Ma perché è così importante? Beh, immaginate di avere un giardino: se non lo curate, non lo annaffiate e non lo proteggete dalle intemperie, non potrete raccogliere i frutti. Allo stesso modo, l’agricoltura ha bisogno di sostegno per poter garantire cibo sano e sicuro per tutti noi.
E qui entra in gioco l’agricoltura di precisione, un approccio moderno che utilizza tecnologie avanzate come sensori, droni e software per ottimizzare l’uso delle risorse, ridurre gli sprechi e aumentare la produttività. Pensate a un agricoltore che, grazie a un drone, può monitorare lo stato di salute delle sue piante e intervenire solo dove è necessario, risparmiando acqua, fertilizzanti e pesticidi.
Ma la riflessione più importante è questa: cosa vogliamo per il futuro dell’agricoltura europea? Vogliamo un settore forte, innovativo e sostenibile, capace di nutrire la popolazione e proteggere l’ambiente? Oppure vogliamo un’agricoltura debole, dipendente dalle importazioni e incapace di affrontare le sfide del cambiamento climatico? La risposta a questa domanda dipende dalle scelte che faremo oggi, a partire dalla gestione dei fondi europei.
- Pagina del Consiglio UE sull'incontro Agrifish del 26 maggio 2025.
- Comunicato stampa di Confagricoltura sull'Agrifish e la necessità di una PAC forte.
- Pagina Wikipedia sul Commissario europeo Hansen, figura chiave nell'articolo.
- Comunicato Coldiretti sul no al fondo unico Ue e il rafforzamento PAC.
- Comunicato stampa di Confagricoltura contro l'accorpamento della PAC in un fondo unico.