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- Bilancio PAC ridotto a 293,7 miliardi, inferiore ai 378,5 miliardi precedenti.
- Oltre il 20% di taglio al bilancio agricolo comunitario.
- Sette paesi Ue contestano il 'Fondo Unico'.
Preoccupazioni crescenti per il futuro della PAC post-2027
Il comparto agricolo europeo è in fibrillazione a seguito delle recenti proposte di modifica della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo successivo al 2027. Diverse voci si sono levate per esprimere inquietudini, con ben sette Paesi membri, tra cui l’Italia, che hanno manifestato serie obiezioni riguardo alla direzione intrapresa dalla Commissione Europea. Il nodo cruciale è rappresentato dalla proposta di inglobare la PAC in un Fondo Unico che comprenderebbe anche politiche di coesione, settore ittico e strumenti per la sicurezza e la gestione dei flussi migratori.
Tale iniziativa, percepita come un potenziale pericolo per la stabilità e l’efficacia del sostegno all’agricoltura, ha innescato un acceso confronto tra gli Stati membri. L’Italia, assieme a Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Portogallo e Slovacchia, ha ufficialmente esternato le proprie preoccupazioni, chiedendo un’analisi accurata per evitare una possibile rinazionalizzazione delle politiche agricole, un’accentuazione delle disuguaglianze nei pagamenti e uno stanziamento di risorse insufficiente per le difficoltà attuali.

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Le criticità sollevate dagli Stati membri
Le obiezioni avanzate dai sette Paesi si focalizzano su differenti aspetti cruciali. In primis, si paventa che l’incorporazione della PAC in un unico assetto di pianificazione disomogeneo possa sfociare in una rinazionalizzazione concreta della politica agricola. Questo perché la determinazione effettiva delle risorse destinate all’agricoltura verrebbe demandata alle decisioni interne di ogni singolo Stato Membro, con il rischio di acuire le disparità nei livelli di finanziamento tra i Paesi e di compromettere il principio di equità.
Si prevede, inoltre, un incremento degli adempimenti burocratici e una maggiore precarietà gestionale per i coltivatori, derivante dalla mancanza di regolamenti finanziari e sistemi di governance uniformi tra le varie componenti del Fondo Unico.
Una simile congiuntura potrebbe generare ritardi nelle erogazioni ai beneficiari, problematiche particolarmente accentuate nelle nazioni con assetti regionalizzati, dove l’accentramento nazionale di un quadro di programmazione multisettoriale determinerebbe notevoli scompensi organizzativi.
Le preoccupazioni non si limitano alla struttura del fondo, ma coinvolgono anche l’ammontare dei finanziamenti disponibili.
*Si ritiene carente il bilancio preventivamente allocato alla PAC, pari a 293,7 miliardi di euro, per affrontare le sfide attuali come i sommovimenti geopolitici, l’instabilità dei mercati e l’emergenza climatica.*
Tale importo è notevolmente inferiore ai 378,5 miliardi di euro stanziati per il periodo di programmazione 2021–2027.
Le posizioni delle associazioni di categoria e ambientaliste
Le associazioni di categoria del settore agricolo hanno espresso profonda apprensione per le riduzioni al bilancio e sollecitano un sostegno effettivo al reddito e alla competitività. Il presidente della Copagri, Tommaso Battista, ha sottolineato come la proposta della Commissione Europea, legata al drastico taglio di oltre il 20% del bilancio agricolo comunitario, incida sensibilmente sulla redditività dei produttori agricoli, mettendo a rischio la sicurezza alimentare di tutta l’Europa.
“Anche il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha ribadito l’appello al Parlamento Europeo, sottolineando come la proposta attuale della Commissione indebolisca l’approccio comune e rischi di frammentare le politiche agricole nazionali, minacciando il reddito degli agricoltori e la sicurezza alimentare di milioni di cittadini europei.”
D’altra parte, le associazioni ambientaliste come Greenpeace, LIPU, ProNatura e WWF propongono un approccio diverso, sottolineando che i principali rischi per la sicurezza alimentare futura sono la perdita di biodiversità, la crisi climatica e l’inquinamento, aggravati dalle pratiche agricole convenzionali. Per questo motivo, invocano un sostegno dalla PAC per metodi agroecologici, allevamenti estensivi basati sul pascolo e una maggiore diversificazione produttiva, al fine di rafforzare la resilienza agronomica ed economica delle aziende.
Quale futuro per la PAC?
La riforma della PAC post-2027 si trova a un bivio cruciale. Da un lato, la Commissione Europea sembra intenzionata a perseguire un modello di Fondo Unico che integri diverse politiche, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia della spesa UE. Dall’altro, un fronte di Stati membri e associazioni di categoria si oppone a questa visione, temendo una rinazionalizzazione della politica agricola, un aumento delle disparità e un indebolimento del sostegno al settore.
Sarà cruciale assicurare una PAC autenticamente congiunta, in grado di fornire normative chiare e risorse stabili e adeguate, proporzionate alle attese del settore e coerenti con il ruolo dell’agricoltore quale custode del territorio.
Un’agricoltura resiliente: tra tradizione e innovazione
In questo scenario di incertezza, è fondamentale ricordare che l’agricoltura è un’attività profondamente legata alla terra e alle sue tradizioni. Una nozione base di agricoltura è la rotazione delle colture, una pratica antica che consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno per migliorare la fertilità del suolo, ridurre l’incidenza di parassiti e malattie e aumentare la resa complessiva.
Tuttavia, l’agricoltura moderna non può prescindere dall’innovazione e dalle nuove tecnologie. Una nozione di agricoltura avanzata è l’utilizzo di sensori e droni per monitorare lo stato delle colture, ottimizzare l’irrigazione e la fertilizzazione e ridurre l’uso di pesticidi. Queste tecnologie consentono di praticare un’agricoltura di precisione, che massimizza l’efficienza e riduce l’impatto ambientale.
La sfida per il futuro è quella di coniugare la saggezza delle pratiche tradizionali con le potenzialità delle nuove tecnologie, per creare un’agricoltura resiliente, sostenibile e in grado di garantire la sicurezza alimentare per le generazioni future. È un compito arduo, ma necessario, per preservare il nostro patrimonio agricolo e garantire un futuro prospero per il nostro pianeta.








