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- Solo il 92,9% della frazione umida è pura, 7,1% improprio.
- 357 strutture trattano rifiuti organici, capacità 12 milioni tonnellate/anno.
- Impianti con scarti superiori al 15% compromettono la redditività.
Un’Opportunità Sprecata?
Scarti agricoli e compost: un’analisi della situazione italiana
L’agricoltura italiana, confrontata con le sempre maggiori difficoltà ambientali e la necessità di metodi più eco-compatibili, si trova a una svolta decisiva: convertire gli avanzi agricoli in fertilizzante organico di alta qualità o continuare a disperdere una risorsa di valore. La trasformazione dei residui agricoli in compost non è solo una pratica positiva per l’ambiente, ma rappresenta altresì una rilevante opportunità economica per il settore primario. Tale procedimento, se messo in atto nel modo giusto, può ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e contemporaneamente accrescere la fertilità dei terreni, diminuendo la dipendenza dai concimi chimici e favorendo un’agricoltura più resiliente e rispettosa dell’ambiente. La realtà italiana, purtroppo, presenta un quadro articolato, segnato da diversi impedimenti che ne ostacolano il pieno sviluppo. È essenziale analizzare le difficoltà esistenti, le esperienze riuscite, le innovazioni tecnologiche e le strategie necessarie per incentivare un’economia circolare efficace nel settore agricolo.
La questione della qualità del compost è una delle principali criticità. Malgrado il crescente impegno dei cittadini nella raccolta differenziata, la presenza di elementi non biodegradabili nella frazione organica rimane un problema costante. Questa “contaminazione” incide pesantemente sulla qualità finale del compost, imponendo un processo di separazione degli scarti negli impianti di trattamento, con conseguenti costi aggiuntivi. Uno studio commissionato da Biorepack ha rivelato che solo alcune regioni italiane dispongono di impianti con tecnologie avanzate in grado di limitare la presenza di scarti e valorizzare al meglio la frazione organica. In alcune regioni, la percentuale di scarti supera il 20%, rendendo il processo antieconomico, dato che le tariffe medie per l’eliminazione degli scarti sono all’incirca il doppio di quelle per il ritiro del rifiuto organico. Se un impianto genera più del 15% di scarti, rischia di compromettere la propria redditività in confronto al processo di riciclo organico. La situazione è aggravata da una purezza merceologica media della frazione umida che è scesa al 92,9%, con una percentuale di materiali impropri pari al 7,1% del materiale conferito.
Le inefficienze degli impianti rappresentano un ulteriore intoppo alla transizione verso un’economia circolare nell’ambito agricolo. Molti impianti non sono provvisti delle tecnologie necessarie per separare in modo efficace i materiali non compostabili, il che comporta la produzione di compost di bassa qualità e l’aumento dei costi di smaltimento. La disomogeneità regionale rende la situazione ancora più complessa, con alcune regioni che spiccano per l’efficienza dei loro impianti, mentre altre restano indietro. Nel 2022, la gestione dei rifiuti organici in Italia è stata demandata a 357 strutture di trattamento biologico, con una capacità autorizzata di circa 12 milioni di tonnellate all’anno di rifiuti organici, un volume ben superiore agli 8,35 milioni di tonnellate effettivamente raccolte, indicando un potenziale di crescita significativo. Di questi, 283 sono impianti di solo compostaggio e 74 sono impianti che trattano i rifiuti mediante digestione anaerobica, integrati con il compostaggio. La promozione di ulteriore capacità impiantistica, anche incentivata da fondi pubblici, potrebbe generare fenomeni di sovra capacità territoriale, mettendo in crisi gli impianti esistenti e avendo ricadute negative nel mondo del lavoro. Alcuni impianti hanno già cominciato a diminuire la capacità e a ricorrere a strumenti di cassa integrazione. È necessaria una pianificazione strategica per trovare un equilibrio sostenibile tra rifiuto prodotto e impiantistica dedicata.
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Esperienze virtuose e tecnologie innovative per il compostaggio
Nonostante le molteplici difficoltà, il contesto italiano offre anche esempi positivi e innovazioni tecnologiche che dimostrano le potenzialità della trasformazione degli scarti agricoli in compost. In Sicilia, è stato avviato il primo impianto di compostaggio della posidonia spiaggiata, grazie a un progetto italo-tunisino chiamato Medcot. Questo progetto mira a trasformare la posidonia, una pianta acquatica che si accumula sui litorali limitando la fruizione delle aree balneari, in una risorsa preziosa attraverso due approcci: la rimozione delle cause dello spiaggiamento in Tunisia e la sua trasformazione in compost ed energia in Sicilia. La struttura di compostaggio si occuperà della pulizia, della triturazione e della preparazione della biomassa per produrre compost di eccellente qualità in tempi ridotti, da destinare all’agricoltura o alla vendita per finanziare le operazioni di rimozione e lavorazione della pianta spiaggiata. Questo progetto rappresenta un esempio concreto di come sia possibile coniugare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo economico e il rilancio del turismo, creando una filiera produttiva innovativa.
Un’altra novità rilevante è rappresentata dai dispositivi domestici per il compostaggio automatizzato, soluzioni intelligenti concepite per funzionare anche in spazi ristretti, ideali per gli ambienti urbani. *Questi sistemi processano gli avanzi di cibo trasformandoli in compost nell’arco di alcune settimane, regolando in autonomia i valori di temperatura e di umidità, allo scopo di ottimizzare il procedimento di decomposizione.* Tali apparecchi sono silenziosi, igienici e sicuri, rendendo il compostaggio accessibile a tutti, persino in contesti condominiali. Il compost ottenuto può essere impiegato per il giardinaggio in città, per gli orti casalinghi o per le piante in vaso, promuovendo una gestione più circolare delle risorse. Il compostaggio elettronico, che sfrutta sensori avanzati per monitorare il processo in tempo reale, rappresenta un ulteriore passo avanti. Questi sensori raccolgono dati cruciali come temperatura, umidità e livello di ossigeno, assicurando condizioni ottimali e costanti per la decomposizione. Grazie all’integrazione con la tecnologia IoT, gli utenti ricevono avvisi e suggerimenti tramite applicazioni dedicate, che li assistono nella correzione di eventuali errori o nel miglioramento della qualità del compost. Alcune applicazioni offrono statistiche, guide pratiche e funzioni di condivisione per formare una rete di utenti attivi e consapevoli.
L’agricoltura rigenerativa, che include pratiche come la rotazione delle colture, l’uso di colture di copertura e la riduzione delle lavorazioni del terreno, sta guadagnando sempre più terreno in Italia. Il “The Good Farmer Award”, promosso dal Gruppo Davines in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, premia giovani agricoltori under 35 che guidano progetti allineati con i principi dell’agricoltura biologica rigenerativa e agroecologica. Aziende come Farmonaut stanno rivoluzionando il settore con soluzioni all’avanguardia basate su tecnologie satellitari e intelligenza artificiale, offrendo agli agricoltori strumenti preziosi per il monitoraggio delle colture, la gestione delle risorse e l’ottimizzazione delle pratiche agricole. Il Centro Europeo per l’Agricoltura Biologica Rigenerativa (Eroc), fondato nel 2021 da Davines in collaborazione con il Rodale Institute, è il primo centro di formazione e ricerca in Italia dedicato all’agricoltura biologica rigenerativa. Le tecniche rigenerative, come la rotazione delle colture, l’uso di colture di copertura, la riduzione delle lavorazioni del terreno, l’utilizzo di compost e concimi organici e l’implementazione di sistemi agroforestali, migliorano la salute del suolo, la qualità dei prodotti e contribuiscono a ridurre l’impronta di carbonio dell’agricoltura.
Politiche e strategie per un’economia circolare efficace
Per promuovere un’economia circolare nel settore agricolo, è necessario un intervento coordinato a livello nazionale e regionale, attraverso l’implementazione di politiche mirate e strategie innovative. Le politiche dovrebbero prioritariamente mirare a migliorare la qualità della raccolta differenziata, attraverso campagne di sensibilizzazione e l’introduzione di sistemi di incentivazione per i cittadini che conferiscono correttamente i rifiuti organici. È fondamentale investire nell’ammodernamento degli impianti di trattamento, dotandoli delle tecnologie più avanzate per la separazione dei materiali non compostabili e per la produzione di compost di alta qualità. Le regioni dovrebbero collaborare per superare le disparità esistenti e garantire un livello omogeneo di efficienza impiantistica su tutto il territorio nazionale. La ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative devono essere incentivati, promuovendo la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese agricole. È importante sostenere la sperimentazione di nuove tecniche di compostaggio, come il compostaggio elettronico e il compostaggio di comunità, e favorire la diffusione di soluzioni digitali per la gestione dei rifiuti organici. Allo stesso tempo, è necessario sensibilizzare gli agricoltori sull’importanza del compost come fertilizzante naturale, attraverso corsi di formazione, visite dimostrative e la divulgazione di informazioni sulle sue proprietà benefiche. Il compost può migliorare la fertilità del suolo, aumentare la capacità di ritenzione idrica, ridurre la dipendenza da fertilizzanti chimici e contribuire alla lotta contro l’erosione e la desertificazione. Le politiche dovrebbero anche promuovere la creazione di filiere corte e locali, favorendo la collaborazione tra agricoltori, trasformatori e consumatori. Questo può contribuire a ridurre i costi di trasporto, a valorizzare i prodotti locali e a creare un legame più stretto tra città e campagna. È importante, inoltre, semplificare le procedure burocratiche per la realizzazione di impianti di compostaggio e per l’utilizzo del compost in agricoltura. Un eccessivo onere burocratico può scoraggiare gli investimenti e rallentare la transizione verso un’economia circolare. Il nuovo quadro normativo europeo in materia di rifiuti offre un’opportunità per rivedere e semplificare la legislazione nazionale, garantendo al contempo la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Solo attraverso un impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti – istituzioni, imprese, agricoltori e cittadini – sarà possibile trasformare gli scarti agricoli in una risorsa preziosa per l’ambiente e per l’agricoltura, creando un sistema agroalimentare più sostenibile e resiliente.

Per garantire un’efficace transizione verso un’economia circolare nel settore agricolo, è fondamentale adottare un approccio integrato che tenga conto di tutti gli aspetti della filiera, dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione al consumo. È necessario promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per il compostaggio, incentivare l’utilizzo del compost in agricoltura e sensibilizzare i consumatori sull’importanza di acquistare prodotti provenienti da agricoltura sostenibile. Solo attraverso un impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti sarà possibile trasformare gli scarti agricoli in una risorsa preziosa per l’ambiente e per l’agricoltura, creando un sistema agroalimentare più sostenibile e resiliente.
Verso un futuro sostenibile: un’opportunità da non perdere
Il panorama agricolo italiano, con le sue sfide e le sue opportunità, si trova oggi di fronte a un bivio cruciale. La trasformazione degli scarti agricoli in compost non è solamente una pratica virtuosa, ma rappresenta un imperativo per garantire la sostenibilità del settore e la salvaguardia dell’ambiente. Le difficoltà sono evidenti: dalla scarsa qualità del compost dovuta alla presenza di materiali non compostabili, alle inefficienze impiantistiche, alle disparità regionali, fino al rischio di sovra capacità degli impianti. Tuttavia, le esperienze virtuose e le tecnologie innovative dimostrano che il cambiamento è possibile. L’impianto di compostaggio della posidonia spiaggiata in Sicilia, i compostatori domestici automatici, l’agricoltura rigenerativa e le soluzioni digitali per la gestione dei rifiuti organici sono tutti esempi di come sia possibile trasformare gli scarti in una risorsa preziosa. Per realizzare appieno il potenziale dell’economia circolare nel settore agricolo, è necessario un intervento coordinato a livello nazionale e regionale, con politiche mirate a migliorare la qualità della raccolta differenziata, incentivare l’ammodernamento degli impianti, promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative e sensibilizzare gli agricoltori e i consumatori. La posta in gioco è alta: la salute del nostro pianeta, la prosperità del settore agricolo e la qualità della vita delle future generazioni. Non possiamo permetterci di sprecare questa opportunità.
Per dare un contesto ancora più concreto a tutto quello che abbiamo discusso, vorrei condividere con te una nozione base di agricoltura che si lega strettamente al tema del compostaggio. Parliamo della sostanza organica del suolo: immagina che il terreno non sia solo un supporto inerte per le piante, ma un vero e proprio ecosistema vivente. La sostanza organica è come il cuore di questo sistema, un insieme di residui vegetali e animali in decomposizione che nutrono il suolo e le piante. Il compost, derivato dagli scarti agricoli, è un vero e proprio concentrato di sostanza organica, un toccasana per la fertilità del terreno. Ma non fermiamoci qui! Un concetto più avanzato è quello dell’agricoltura conservativa, un approccio che mira a preservare e migliorare la salute del suolo attraverso pratiche come la minima lavorazione, la copertura del suolo con residui colturali e la rotazione delle colture. Il compostaggio si integra perfettamente con l’agricoltura conservativa, fornendo un’alternativa sostenibile ai fertilizzanti chimici e contribuendo a creare un sistema agricolo più resiliente e in armonia con l’ambiente. Ti invito a riflettere su quanto sia importante, nel nostro piccolo, fare scelte consapevoli per sostenere un’agricoltura più sostenibile. Ogni volta che scegliamo prodotti provenienti da agricoltura biologica o che utilizzano pratiche di compostaggio, stiamo contribuendo a proteggere il nostro pianeta e a costruire un futuro migliore per tutti. Il cambiamento parte da noi!
- Comunicato stampa sull'importanza di ridurre i materiali non compostabili nella FORSU.
- Approfondimento sulla produzione di compost in azienda agricola, vantaggi e svantaggi.
- Pagina del MASE su agricoltura sostenibile ed economia circolare.
- Sito di Biorepack, consorzio nazionale imballaggi biodegradabili e compostabili per approfondimenti sull'ente.