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Scopri i vitigni calabresi dimenticati: un tesoro da salvare

Un viaggio alla scoperta dei vitigni rari e antichi della Calabria, salvaguardati dall'associazione Calabria Wild Wine, e le scoperte scientifiche che ne svelano l'identità e la storia millenaria.
  • Calabria Wild Wine fondata nel 2021 per salvare vitigni rari.
  • Scoperti vinaccioli di 11.000 anni fa nella Grotta del Romito.
  • Il Mantonico, coltivato in 70 piante, è un vitigno totemico calabrese.

La Missione di Calabria Wild Wine

In Calabria, un’iniziativa pionieristica sta emergendo per preservare e valorizzare l’inestimabile patrimonio viticolo della regione. L’associazione Calabria Wild Wine, fondata nel 2021 da Vittorio Porpiglia, Giuseppe Ribuffo e Mattias Mercurio, si dedica con passione e senza interessi economici alla salvaguardia di vitigni antichi e rari, alcuni dei quali rischiano di scomparire per sempre. Nomi come Ruggia, Nereddu, Giacchinè, Tribboti e Paù, che evocano secoli di storia e tradizione, sono al centro di questo ambizioso progetto.

L’associazione ha istituito due presidi di recupero varietale, ubicati rispettivamente a San Roberto, nel territorio di Reggio Calabria, e a San Marco Argentano, in provincia di Cosenza. In questi campi, vengono coltivate decine di biotipi di vite provenienti da tutta la regione, raccolti in vigneti abbandonati, orti familiari e terrazzamenti impervi. Il lavoro di ricerca è meticoloso e si basa sulla raccolta di informazioni orali tramandate da anziani agricoltori, che spesso sono gli unici a conoscere i nomi e le caratteristiche di queste varietà.

La Scienza al Servizio della Tradizione: L’Identificazione Genetica dei Vitigni

Un aspetto fondamentale del progetto è l’identificazione genetica del vitigni recuperati. L’associazione collabora con il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, guidato dal professor Francesco Sunseri, per analizzare il DNA delle piante e determinarne l’identità. Questo processo è cruciale per distinguere tra sinonimi (vitigni diversi con lo stesso nome) e omonimi (vitigni con identità genetica differente ma con lo stesso nome).

Un esempio emblematico è quello dell’uva “Paù” di Bagnara Calabra. Nonostante fosse nota da secoli e oggetto di numerosi racconti popolari, questa varietà di vite non aveva mai ricevuto attenzione scientifica. Grazie alle analisi genetiche, è stato scoperto che si tratta dell’uva Regina, un’antica uva da tavola diffusa in tutto il mondo. Questa scoperta dimostra come la scienza possa svelare l’identità di vitigni che, pur avendo una storia e un nome locale, possono essere collegati a varietà più ampie e conosciute.

Cosa ne pensi?
  • 🍇 Ottima iniziativa! Valorizzare i vitigni dimenticati è......
  • 🤔 Ma siamo sicuri che concentrarsi solo sui vitigni......
  • 🍷 E se invece di 'dimenticati' li chiamassimo 'riscoperti'? Cambia......

Un Viaggio nel Tempo: La Scoperta di Vinaccioli Millenari nella Grotta del Romito

La regione calabrese si manifesta come un ambito fertile per le sorprese sotto il profilo archeologico. Nella celebre Grotta del Romito, che si trova nel comune di Papasidero, è stato effettuato uno straordinario ritrovamento: dodici vinaccioli appartenenti a una varietà selvatica della vite databili a più di 11.000 anni fa. Questa importante scoperta avvenuta nel 2004 costituisce la più remota attestazione dell’uva in Italia e possiede probabilmente una portata ancor maggiore se considerata rispetto all’intera area mediterranea.
Tali vinaccioli sono stati estratti da studiosi dell’Università di Firenze e indicano che già durante il Paleolitico superiore le popolazioni locali si dedicavano alla raccolta dei grappoli selvatici lungo i corsi d’acqua presenti nella Valle del Lao. Qualora venisse avvalorata questa teoria, potrebbe collocare la Calabria in una posizione chiave per quanto riguarda alcune delle primissime interazioni tra l’essere umano e la pianta della vite nell’Occidente; tutto ciò precederebbe notevolmente l’importante ruolo storico che questa regione avrebbe successivamente assunto nella domesticazione della vitis vinifera.

Il Mantonico: Un Vitigno Totemico per la Calabria

Tra le numerose varietà di vitigni che Calabria Wild Wine tutela, il Mantonico bianco occupa un posto speciale nel cuore di Vittorio Porpiglia. Questo vitigno, coltivato in 70 piante all’interno dei campi di salvataggio, è considerato un vero e proprio “vitigno totemico” per la Calabria.
Il Mantonico è uno dei vitigni più antichi d’Italia e, secondo una ricerca del professor Claudio D’Onofrio dell’Università di Pisa, è uno dei capostipiti della maggioranza dei vitigni del sud Italia, insieme al Sangiovese. La sua versatilità è sorprendente: da questo vitigno si possono ottenere vini orange, passiti, spumanti e secchi, tutti di ottima qualità. La sua sopravvivenza nel tempo è dovuta alla tradizione dei vini passiti, che in Calabria non è mai stata interrotta.

Un Futuro di Ricerca, Divulgazione e Tutela: L’Archivio Vivente di Calabria Wild Wine

La finalità primordiale di Calabria Wild Wine consiste nel posizionarsi come un autorevole punto di riferimento per l’approfondimento, la disseminazione e la salvaguardia della viticoltura presente in Calabria. Quest’associazione nutre l’ambiziosa aspirazione di costituire un archivio tanto fisico quanto virtuale, al fine di rendere accessibili notizie relative ai vitigni tipici della Calabria, alle etichette vinicole prodotte, nonché alle connotazioni storiche che caratterizzano il settore vitivinicolo locale.

L’Eredità di Jole Santelli: I Marcatori Identitari Distintivi (MID)

Un ulteriore elemento di rilevante importanza nella promozione del territorio calabrese è rappresentato dal piano relativo ai Marcatori Identitari Distintivi (MID), che ha preso avvio grazie alla stimata presidenza di Jole Santelli, ora tragicamente scomparsa. Il progetto prosegue con vigore sotto l’egida dell’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo. L’obiettivo primario consiste nel mutare radicalmente la percezione della Calabria, restituendo lustro al suo patrimonio culturale ed enfatizzando le sue potenzialità competitive attraverso un’efficace valorizzazione degli elementi identitari e distintivi presenti sul territorio.

Un Nuovo Rinascimento Agricolo: Coltivare il Futuro con le Radici nel Passato

L’agricoltura può essere concepita come una forma d’arte che incarna uno scambio perpetuo tra tradizione e innovazione. La rivalutazione dei vitigni storici si presenta dunque quale possibilità senza pari per incrementare il bagaglio culturale dell’enologia italiana, favorendo al contempo pratiche agricole più eco-sostenibili che tutelano attivamente la biodiversità.
In questo ambito fondamentale emerge chiaramente il concetto basilare della selezione massale. Tale metodo affonda le radici in tradizioni secolari: esso prevede l’identificazione degli esemplari vegetali ottimali all’interno del vigneto affinché possano essere riprodotti successivamente per dar vita a nuove piante analoghe. Grazie alla selezione massale si garantisce non solo la conservazione della diversità genetica presente in una popolazione vegetale, ma anche l’adattamento delle cultivar alle specifiche circostanze ecologiche locali.
A uno stadio superiore nello studio agricolo risalta altresì l’interesse verso genomica e bioinformatica nell’esplorazione etichettante i vitigni storici. Queste aree scientifiche offrono strumenti straordinari per decifrare il materiale genetico degli organismi vegetali così da identificare le componenti geniche associate alle loro peculiarità distintive, quali resilienza contro patologie agricole o capacità compensative nei confronti dell’aridità, oltre ad elevati standard qualitativi nelle produzioni vinicole. Alla luce delle informazioni raccolte, diviene attuabile l’elaborazione di strategie per la conservazione nonché per lo sviluppo genetico, caratterizzate da una maggiore efficacia.
È necessario ponderare l’essenziale valore della salvaguardia del nostro patrimonio agricolo, insieme alla valorizzazione delle nostre usanze e al finanziamento della ricerca oltre all’innovazione. Solo attraverso tale approccio sarà possibile edificare un avvenire agricolo che sia realmente fruttuoso e sostenibile, dove le radici storiche si fondano armoniosamente con le proiezioni future.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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