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- La PAC destina il 25% delle risorse a programmi ambientali.
- Ecoschema 2: almeno il 70% di copertura vegetale arborea.
- Rotazione colturale estensiva: frequenza di almeno due anni.
L’agricoltura si trova di fronte a un momento cruciale, un bivio tra tradizione e futuro, dove l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale diventano imperativi categorici. In questo contesto, Firenze si prepara ad accogliere, il 10 e l’11 giugno 2025, l’Agrofutura Festival, un evento che si propone come piattaforma di discussione e confronto tra istituzioni, esperti, imprese, chef e nutrizionisti. L’obiettivo è ambizioso: tracciare le nuove frontiere dell’agricoltura, esplorando le politiche di sostegno europee e regionali, i progressi tecnologici e le strategie per garantire un’alimentazione sana e accessibile a tutti.
L’iniziativa, promossa da Qn La Nazione e il Resto del Carlino, in collaborazione con le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna, si pone come un’occasione unica per affrontare le sfide che il settore agricolo si trova ad affrontare, dalle crisi internazionali ai cambiamenti climatici, dalla necessità di tutelare la fertilità del suolo alla salvaguardia della biodiversità. Un evento che, come sottolineato dagli organizzatori, mira a “svuotare gli arsenali e colmare i granai”, riprendendo le parole del Presidente Sandro Pertini, un monito quanto mai attuale in un mondo segnato da conflitti e disuguaglianze.
Le quattro sfide per un’agricoltura del futuro
Il percorso verso un’agricoltura sostenibile passa attraverso il superamento di quattro sfide fondamentali, che richiedono un impegno congiunto da parte di tutti gli attori della filiera, dagli agricoltori ai consumatori.
La prima sfida riguarda la necessità di garantire finanziamenti e strumenti adeguati agli agricoltori, sostenendo il loro benessere e promuovendo l’adozione di pratiche agricole responsabili. Questo significa favorire una crescita economica inclusiva e assicurare condizioni di lavoro dignitose a tutti gli operatori del settore, affinché possano contribuire attivamente alla transizione verso un’agricoltura più sostenibile.
La seconda sfida è legata all’esigenza di assicurare la qualità e la sicurezza dei prodotti, attraverso sistemi di tracciabilità efficienti e una comunicazione trasparente con i consumatori. La consapevolezza del consumatore finale, informato sull’origine e le caratteristiche del prodotto, diventa un elemento chiave per orientare le scelte verso alimenti più sani e sostenibili.
La terza sfida riguarda la salvaguardia della fertilità del suolo, attraverso l’abbandono di pratiche invasive e l’adozione di tecniche agricole che tutelino la salute del terreno e la biodiversità. In questo contesto, la tecnologia può giocare un ruolo fondamentale, consentendo di prevenire rischi e malattie delle colture e di intervenire in modo mirato e consapevole.
La quarta sfida, infine, è rappresentata dalla tutela dell’ecosistema e delle risorse ambientali, attraverso una gestione intelligente e automatizzata dei processi agricoli. L’agricoltura 4.0, grazie all’utilizzo di sensori, droni e software avanzati, permette di ottimizzare l’uso delle risorse idriche ed energetiche, riducendo l’impatto ambientale e favorendo la conservazione degli ecosistemi.

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Gli Ecoschemi PAC: opportunità e sfide per un’agricoltura sostenibile
Gli Ecoschemi rappresentano una delle principali novità introdotte dalla nuova Politica Agricola Comune (PAC), con il 25% delle risorse destinate a programmi volti ad affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali del settore agricolo. Questi schemi si articolano in cinque tipologie di intervento, ognuna focalizzata su specifici temi e sulla promozione di pratiche agricole sostenibili:
Ecoschema 1: pagamento per il benessere animale e la riduzione degli antibiotici, incentivando pratiche di allevamento rispettose degli animali e limitando l’uso di farmaci.
Ecoschema 2: inerbimento delle colture arboree, promuovendo la copertura vegetale del suolo per controllare il deflusso idrico e aumentare la rugosità superficiale del terreno. Gli agricoltori che aderiscono a questo schema devono garantire che almeno il 70% della superficie sia coperta da vegetazione erbacea tra il 15 settembre e il 15 maggio, gestendo la copertura esclusivamente attraverso operazioni meccaniche di sfalcio e trinciatura, senza l’uso di diserbanti chimici.
Ecoschema 3: salvaguardia degli olivi di particolare valore paesaggistico, incentivando la potatura delle chiome ogni due anni e vietando la bruciatura in loco dei residui, salvo diversa indicazione delle autorità fitosanitarie.
Ecoschema 4: Un piano di rotazione colturale estensiva, che prevede l’alternanza delle coltivazioni sul terreno con una frequenza di almeno due anni, includendo specie come leguminose o foraggere per favorire il miglioramento della fertilità del suolo e della biodiversità.
Ecoschema 5: Azioni specifiche per sostenere gli insetti impollinatori, incrementando la varietà biologica nelle aree coltivate attraverso la cura di piante che attraggono le api, riducendo l’impiego di erbicidi e prodotti fitosanitari chimici.
Nonostante le opportunità offerte dagli Ecoschemi, gli agricoltori devono affrontare diverse sfide per garantirne il successo, tra cui la complessità delle procedure burocratiche, la necessità di adottare nuove pratiche agricole e la difficoltà di monitorare e valutare i risultati ottenuti.
Verso un futuro agricolo: consapevolezza, innovazione e responsabilità
L’agricoltura del futuro si prospetta come un settore dinamico e in continua evoluzione, capace di coniugare tradizione e innovazione, sostenibilità ambientale e redditività economica. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un cambio di paradigma culturale, che metta al centro la consapevolezza, la responsabilità e l’impegno di tutti gli attori della filiera.
È fondamentale che gli agricoltori siano consapevoli del ruolo cruciale che svolgono nella tutela dell’ambiente e nella produzione di cibo sano e sicuro*. Allo stesso tempo, è necessario che i consumatori siano informati e consapevoli delle proprie scelte alimentari, privilegiando prodotti locali, di stagione e ottenuti con pratiche agricole sostenibili.
L’innovazione tecnologica, come abbiamo visto, può giocare un ruolo fondamentale nel rendere l’agricoltura più efficiente e sostenibile. Tuttavia, è importante che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile, tenendo conto degli impatti sociali e ambientali.
Infine, è necessario un forte impegno da parte delle istituzioni, che devono sostenere gli agricoltori nella transizione verso un’agricoltura più sostenibile, attraverso politiche di sostegno adeguate, semplificazione delle procedure burocratiche e promozione della ricerca e dell’innovazione.
Amici, parliamoci chiaro: l’agricoltura è un po’ come un giardino. Se lo curiamo con amore e attenzione, il giardino ci ripaga con frutti deliziosi. Ma se lo trascuriamo, il giardino si impoverisce e i frutti diventano scarsi e insipidi.
Una nozione base di agricoltura, che spesso dimentichiamo, è l’importanza della rotazione delle colture. Alternare diverse colture sullo stesso terreno aiuta a mantenere la fertilità del suolo, a prevenire l’accumulo di parassiti e malattie e a ridurre la necessità di fertilizzanti chimici.
Ma l’agricoltura moderna va oltre la semplice rotazione delle colture. Tecniche avanzate come l’agricoltura di precisione, che utilizza sensori e droni per monitorare le condizioni del suolo e delle piante, consentono di ottimizzare l’uso delle risorse e di ridurre l’impatto ambientale.
Allora, cosa ne pensate? Siete pronti a raccogliere la sfida di un’agricoltura più sostenibile e responsabile? Io credo che ne valga la pena, per il nostro futuro e per quello delle generazioni a venire.