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- Prorogato al 27 novembre 2025 il termine comunicazioni credito d'imposta Transizione 5.0.
- Stanziati 250 milioni di euro aggiuntivi nel 2025 per incentivi transizione 5.0.
- Definiti obiettivi minimi di potenza rinnovabile da raggiungere entro il 2030.
Il governo italiano ha recentemente varato un decreto legge volto a fornire un sostegno concreto alle imprese agricole, in particolare per quanto riguarda la transizione verso un’agricoltura 5.0 e l’adozione di energie rinnovabili. Questo intervento legislativo, salutato con favore dal senatore Giorgio Maria Bergesio, mira a sbloccare gli investimenti, risolvere problematiche tecniche e offrire certezze a un settore vitale per l’economia nazionale.
Misure chiave del decreto legge
Il decreto legge interviene su diversi fronti per agevolare la transizione delle imprese agricole verso modelli più sostenibili e tecnologicamente avanzati. Tra le misure più importanti, spiccano:
Proroga dei termini per le comunicazioni relative al credito d’imposta Transizione 5.0: le imprese avranno tempo fino al 27 novembre 2025 per presentare le comunicazioni necessarie.
Possibilità di sanare e integrare domande incomplete: le aziende che hanno già presentato domande per il credito d’imposta potranno correggere eventuali errori o lacune.
Il decreto definisce in modo univoco le disposizioni per la scelta tra il Transizione 5.0 e il precedente credito d’imposta per beni strumentali.
Stanziamento di *250 milioni di euro aggiuntivi per il 2025: queste risorse sono destinate a sostenere gli incentivi per la transizione 5.0.
Disciplina dell’individuazione delle aree idonee per gli impianti da fonti rinnovabili: il decreto mira a tutelare i suoli agricoli, promuovendo al contempo lo sviluppo delle energie rinnovabili.

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Agrivoltaico: un’opportunità per l’agricoltura sostenibile
Un aspetto particolarmente rilevante del decreto riguarda la promozione dell’agrivoltaico, una soluzione innovativa che consente di coniugare la produzione agricola con la generazione di energia solare. Il testo definisce “impianto agrivoltaico” come una struttura che preserva l’attività agricola, limitando l’installazione di fotovoltaico a terra in zone agricole. Il decreto garantisce sempre l’installazione di impianti agrivoltaici purché non compromettano la funzionalità agricola del terreno. Sono stati stabiliti traguardi minimi di potenza installata entro il 2030 che le Regioni dovranno raggiungere individuando le zone appropriate.
Obiettivi e prospettive future
Il decreto legge si prefigge lo scopo di superare le difficoltà attuali che ostacolano l’innovazione nel settore agricolo e di incoraggiare lo sviluppo delle energie rinnovabili in modo compatibile con le esigenze dell’agricoltura. L’intervento del governo mira a incentivare le imprese agricole a investire in tecnologie avanzate e soluzioni sostenibili, contribuendo così a modernizzare il settore e a renderlo più competitivo. Il provvedimento legislativo stabilisce per le Regioni, attraverso la definizione di aree idonee, degli obiettivi minimi di potenza installata da fonti rinnovabili da conseguire entro il 2030.
Verso un’agricoltura più resiliente e innovativa
Il decreto legge rappresenta un segnale importante dell’attenzione del governo verso il settore agricolo e la sua transizione verso un futuro più sostenibile. Le misure introdotte mirano a semplificare le procedure burocratiche, a fornire incentivi economici e a promuovere l’adozione di tecnologie innovative. Questo intervento legislativo potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’agricoltura italiana, aprendo la strada a un modello più resiliente, efficiente e rispettoso dell’ambiente.
Amici, parliamoci chiaro: l’agricoltura è un’arte antica, un dialogo continuo con la terra. Una nozione base che spesso dimentichiamo è l’importanza della rotazione delle colture, una pratica che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’accumulo di parassiti. Ma l’agricoltura moderna non può fermarsi qui. L’agricoltura di precisione, con l’uso di sensori, droni e analisi dei dati, ci permette di ottimizzare l’uso delle risorse e di ridurre l’impatto ambientale.
E allora, cosa ne pensate? Siamo pronti a raccogliere questa sfida e a costruire un’agricoltura che sia al tempo stesso antica e futuristica?








