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- Livello del Lago Arancio crollato a 8,76 milioni di metri cubi.
- Rischio di soli 2-3 cicli di irrigazione nel 2025.
- Proposta di recupero del fiume Belice per 8 milioni di metri cubi.
La stagione estiva del 2025 si preannuncia critica per il settore agricolo siciliano, in particolare per le aziende che dipendono dalle acque del Lago Arancio. Le scarse precipitazioni registrate nei mesi scorsi non sono riuscite a ripristinare i livelli idrici del bacino, portando le principali organizzazioni agricole a lanciare un accorato appello al presidente della Regione, Renato Schifani. La richiesta è chiara: interventi immediati per scongiurare una crisi senza precedenti. La posta in gioco è alta, si tratta della sopravvivenza di un comparto che rappresenta una parte significativa dell’economia isolana. L’agricoltura siciliana, già provata da anni di difficoltà, rischia di subire un colpo definitivo se non si interviene con tempestività. Il grido d’allarme lanciato dalle associazioni di categoria è un segnale inequivocabile della gravità della situazione: è necessario agire subito per evitare il disastro.
Il problema principale è rappresentato dal livello estremamente basso del Lago Arancio, un invaso artificiale che svolge un ruolo cruciale nell’irrigazione dei terreni agricoli di diversi comuni della Sicilia sud-occidentale. Tra questi, Castelvetrano, Menfi, Sciacca, Sambuca, Santa Margherita, Montevago e Partanna, territori rinomati per la produzione di eccellenze agroalimentari. La capacità massima del lago è di 32 milioni di metri cubi d’acqua, ma attualmente ne contiene soltanto una frazione. Secondo gli ultimi rilevamenti, il volume idrico è di circa 8,76 milioni di metri cubi, un valore drasticamente inferiore rispetto ai 16,68 milioni registrati nello stesso periodo del 2024. Una simile riduzione mette a rischio la possibilità di irrigare adeguatamente i campi, compromettendo la produzione di ortaggi, agrumi, ulivi e altre colture di primaria importanza per l’economia locale. Gli agricoltori temono di non poter garantire nemmeno un numero sufficiente di irrigazioni, con conseguenze disastrose per i raccolti e per il reddito delle aziende.
La situazione è resa ancora più critica dall’inerzia del governo regionale, accusato di non aver dato seguito alle richieste di intervento avanzate dalle associazioni di categoria. In particolare, si lamenta la mancata realizzazione di opere volte a migliorare la raccolta delle acque nell’invaso e a evitare che si disperdano a mare. Tra le proposte più volte sollecitate, vi è quella di riutilizzare le acque reflue depurate del comune di Sciacca, che attualmente vengono scaricate in mare. Si stima che questa misura potrebbe portare un contributo significativo al volume idrico del lago, aggiungendo circa 5-6 milioni di metri cubi d’acqua. Un’altra richiesta riguarda il ripristino e il potenziamento dell’impianto di sollevamento dal fiume Belice, danneggiato da atti vandalici. Questo impianto, se funzionante, potrebbe convogliare nel lago le acque delle sorgenti locali, con una portata stimata di oltre 500 litri al secondo, equivalenti a circa 8 milioni di metri cubi annui. La mancata attuazione di questi interventi ha suscitato la rabbia e la frustrazione degli agricoltori, che si sentono abbandonati dalle istituzioni.
In un clima di crescente tensione, le associazioni agricole hanno deciso di alzare la voce e di chiedere un incontro urgente con il presidente Schifani e con gli altri rappresentanti istituzionali competenti. L’obiettivo è quello di ottenere garanzie concrete sull’adozione di misure immediate per fronteggiare l’emergenza e per avviare una pianificazione a lungo termine volta a prevenire il ripetersi di situazioni simili. Tra le richieste avanzate, vi sono la definizione chiara e tempestiva delle risorse idriche disponibili per la stagione irrigua 2025, l’implementazione di interventi per migliorare la raccolta delle acque nel Lago Arancio, il ripristino dell’impianto di sollevamento dal fiume Belice e l’avvio di lavori di manutenzione e pulizia dei fondali del lago. *Le organizzazioni di settore evidenziano l’indispensabilità di un’azione unitaria da parte degli enti regionali, al fine di scongiurare il tracollo del comparto agricolo locale. La crisi del Lago Arancio, infatti, non è una novità, ma rappresenta un campanello d’allarme per l’intera regione. Qualora non si mettano in atto provvedimenti immediati e ben ponderati, il settore primario siciliano è esposto a danni insanabili, con pesanti ripercussioni di natura economica e sociale.
Le cause profonde della crisi idrica nel dettaglio
La siccità che sta mettendo a dura prova l’agricoltura siciliana non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di cambiamenti climatici e di gestione delle risorse idriche non sempre ottimale. Le scarse precipitazioni degli ultimi anni hanno contribuito a ridurre drasticamente i livelli dei bacini artificiali, tra cui il Lago Arancio, ma non sono l’unica causa della crisi. Un ruolo importante è giocato anche dalle infrastrutture idriche obsolete e inefficienti, che causano perdite significative lungo la filiera di distribuzione. Si stima che una parte consistente dell’acqua immessa nelle reti idriche si disperda a causa di tubature vetuste e di sistemi di irrigazione non adeguati. Questo spreco aggrava ulteriormente la situazione, riducendo la disponibilità di acqua per gli agricoltori. Inoltre, in alcune zone si registra un’eccessiva captazione di acqua da parte di privati, spesso in modo abusivo, che sottrae risorse preziose al sistema idrico pubblico. La mancanza di controlli efficaci e di sanzioni adeguate favorisce questi comportamenti illeciti, danneggiando l’intera collettività.
Un altro fattore che contribuisce alla crisi idrica è rappresentato dalle scelte colturali non sempre adatte al contesto climatico siciliano. In alcune aree, si continuano a coltivare specie che richiedono un elevato consumo di acqua, nonostante la scarsità di risorse idriche disponibili. Questo approccio non sostenibile aggrava la pressione sul sistema idrico e mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole. Sarebbe necessario promuovere una diversificazione delle colture, incentivando la coltivazione di specie più resistenti alla siccità e che richiedono un minor apporto idrico. Inoltre, è fondamentale adottare tecniche di irrigazione più efficienti, come la microirrigazione e la fertirrigazione, che consentono di ridurre gli sprechi e di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua. Queste tecniche, se correttamente applicate, possono contribuire a ridurre significativamente il fabbisogno idrico delle colture, garantendo al contempo una produzione di qualità. La transizione verso un’agricoltura più sostenibile e resiliente è una sfida complessa, ma rappresenta una condizione necessaria per garantire un futuro al settore agricolo siciliano.
La gestione del Lago Arancio è stata oggetto di critiche da parte delle associazioni agricole, che lamentano una mancanza di programmazione e di interventi tempestivi. In particolare, si contesta la mancata realizzazione di opere di manutenzione e di pulizia dei fondali del lago, che potrebbero aumentare la sua capacità di invaso. Si sottolinea, inoltre, la necessità di migliorare il sistema di monitoraggio dei livelli idrici e di adottare criteri più trasparenti nella distribuzione dell’acqua agli agricoltori. La gestione delle risorse idriche deve essere improntata a criteri di efficienza, equità e sostenibilità, tenendo conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti. È fondamentale che le decisioni vengano prese sulla base di dati scientifici e di valutazioni accurate, evitando improvvisazioni e scelte dettate da logiche clientelari. La trasparenza e la partecipazione sono elementi essenziali per garantire una gestione corretta e responsabile delle risorse idriche. Solo in questo modo sarà possibile superare la crisi attuale e costruire un futuro più sicuro per l’agricoltura siciliana.
Le promesse non mantenute da parte del governo regionale hanno alimentato la sfiducia degli agricoltori, che si sentono presi in giro dalle istituzioni. Nel 2024, l’ex assessore regionale Di Mauro aveva annunciato una serie di interventi per fronteggiare la crisi idrica, tra cui la pulizia dei fondali del Lago Arancio e la realizzazione di una condotta per trasportare le acque reflue depurate. Tuttavia, a distanza di un anno, nessuno di questi interventi è stato realizzato. Questa inerzia ha contribuito ad aggravare la situazione e ha messo a rischio la sopravvivenza di numerose aziende agricole. La mancanza di azioni concrete da parte del governo regionale è un segnale preoccupante, che dimostra una scarsa attenzione verso le esigenze del settore agricolo. È necessario che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità e che si impegnino a dare seguito alle promesse fatte, adottando misure concrete per fronteggiare l’emergenza e per garantire un futuro all’agricoltura siciliana. La credibilità delle istituzioni è messa a dura prova da questa situazione, ed è fondamentale che si intervenga con tempestività per recuperare la fiducia degli agricoltori.

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Le richieste urgenti e le proposte strutturali degli agricoltori
Di fronte alla gravità della situazione, le organizzazioni agricole hanno elaborato un piano di emergenza dettagliato, che prevede una serie di interventi urgenti e di proposte strutturali volte a risolvere la crisi idrica e a garantire un futuro all’agricoltura siciliana. Tra le richieste immediate, vi è la definizione chiara e tempestiva delle risorse idriche disponibili per la stagione irrigua 2025, con precisa indicazione dei volumi utilizzabili e relativa pianificazione. Gli agricoltori chiedono di sapere con certezza quanta acqua potranno utilizzare per irrigare i propri campi, in modo da poter programmare le semine e le attività agricole. Inoltre, si richiede la redazione di un piano di priorità colturali, che definisca le colture da privilegiare in base alla disponibilità idrica. Questo piano dovrebbe tenere conto delle esigenze del mercato e delle caratteristiche del territorio, incentivando la coltivazione di specie più resistenti alla siccità e che richiedono un minor apporto idrico. Un’altra richiesta urgente è la quantificazione dei volumi idrici per ettaro e cicli irrigui per ciascuna coltura, in modo da garantire una distribuzione equa e razionale dell’acqua. Gli agricoltori chiedono, inoltre, l’identificazione trasparente delle aziende agricole prioritarie, in modo da evitare favoritismi e discriminazioni. La distribuzione dell’acqua deve avvenire sulla base di criteri oggettivi e trasparenti, tenendo conto delle esigenze di tutte le aziende agricole.
Le associazioni agricole sottolineano, inoltre, la necessità di reclutare e formare il personale necessario per la gestione della campagna irrigua. È fondamentale che ci siano persone competenti e qualificate in grado di gestire il sistema idrico e di fornire assistenza tecnica agli agricoltori. Si richiede, inoltre, l’istituzione di una task force operativa h24 per interventi urgenti sulla rete idrica. Questa task force dovrebbe essere in grado di intervenire tempestivamente in caso di guasti o problemi alla rete idrica, evitando interruzioni nella fornitura di acqua agli agricoltori. Un’altra richiesta importante è la definizione di un cronoprogramma per il pagamento dei crediti agli agricoltori entro il 31 dicembre 2025. Molte aziende agricole, infatti, sono in difficoltà economiche a causa della crisi idrica, ed è fondamentale che vengano pagati i crediti che vantano nei confronti della pubblica amministrazione. Questo consentirebbe loro di avere la liquidità necessaria per affrontare le spese e per investire nel futuro. Oltre alle richieste immediate, le associazioni agricole hanno formulato una serie di proposte strutturali volte a risolvere la crisi idrica a lungo termine. Tra queste, vi è il ripristino e il potenziamento dell’impianto di sollevamento dal fiume Belice, che potrebbe convogliare nel Lago Arancio fino a 8 milioni di metri cubi d’acqua all’anno. Si richiede, inoltre, la pulizia e la manutenzione dei corsi d’acqua affluenti al Lago Arancio, in modo da aumentare la quantità di acqua che arriva al bacino. Un’altra proposta importante è il dragaggio selettivo del bacino per aumentarne la capacità. Questo intervento consentirebbe di aumentare il volume idrico del lago, garantendo una maggiore disponibilità di acqua per gli agricoltori.
Le associazioni agricole sollecitano, inoltre, il riutilizzo delle acque reflue depurate di Sciacca, che potrebbero fornire un contributo significativo al fabbisogno idrico dell’agricoltura. Si stima che queste acque potrebbero fornire fino a 4 milioni di metri cubi d’acqua all’anno. Un’altra proposta riguarda l’esenzione totale dai ruoli consortili per il 2025, in modo da alleviare il carico fiscale sulle aziende agricole in difficoltà. Si richiede, inoltre, il riconoscimento dello stato di calamità naturale con accesso ai fondi del PSR misura 23, in modo da fornire un sostegno economico alle aziende agricole danneggiate dalla siccità. Infine, le associazioni agricole propongono la costruzione di invasi collinari integrativi e la creazione di un “Osservatorio permanente sulla siccità“, in modo da monitorare costantemente la situazione e da adottare misure preventive per fronteggiare le future crisi idriche. La costruzione di invasi collinari integrativi consentirebbe di aumentare la capacità di stoccaggio dell’acqua, garantendo una maggiore disponibilità per gli agricoltori. La creazione di un “Osservatorio permanente sulla siccità” consentirebbe di monitorare costantemente la situazione e di adottare misure preventive per fronteggiare le future crisi idriche. Le proposte delle associazioni agricole sono concrete e dettagliate, e rappresentano una base solida per un piano di azione volto a risolvere la crisi idrica e a garantire un futuro all’agricoltura siciliana.
La mancanza di acqua nel Lago Arancio ha già causato danni significativi all’agricoltura locale. Nel 2024, la mancanza di metà del volume idrico necessario aveva già messo in ginocchio ortaggi, uliveti, agrumeti e frutteti. Attualmente, la situazione è ulteriormente aggravata: nell’anno 2025 si registra una disponibilità iniziale di soli 9 milioni di metri cubi, coprendo appena un quarto del quantitativo necessario previsto. Le proiezioni indicano la fattibilità di soli due o tre cicli di irrigazione. Questa situazione mette a rischio la sopravvivenza di numerose aziende agricole, che potrebbero essere costrette a chiudere i battenti. La crisi idrica, quindi, non è solo un problema ambientale, ma anche un problema economico e sociale. La perdita di posti di lavoro nel settore agricolo avrebbe conseguenze devastanti per l’intera economia siciliana. È necessario, quindi, intervenire con urgenza per evitare il collasso del settore e per garantire un futuro alle comunità rurali. La crisi del Lago Arancio è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. È necessario che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità e che si impegnino a dare seguito alle promesse fatte, adottando misure concrete per fronteggiare l’emergenza e per garantire un futuro all’agricoltura siciliana.
Le reazioni e le possibili soluzioni per il futuro
La prolungata crisi idrica e la situazione critica del Lago Arancio hanno suscitato forti reazioni da parte degli agricoltori, delle associazioni di categoria e delle istituzioni locali. Durante una riunione pubblica tenutasi a Sciacca, lo scorso 6 maggio, gli agricoltori hanno espresso la loro rabbia e la loro frustrazione per la mancanza di interventi concreti da parte del governo regionale. Solamente un ristretto numero di rappresentanti istituzionali, tra cui il primo cittadino di Menfi, Vito Clemente, gli assessori all’agricoltura Francesco Gagliano di Menfi e Francesco Dimino di Sciacca, insieme alla consigliera Daniela Campione, hanno scelto di prendere posizione pubblicamente a supporto del comparto agricolo. Gli agricoltori si sentono abbandonati dalle istituzioni e temono per il futuro delle loro aziende. La mancanza di acqua mette a rischio la loro sopravvivenza economica e sociale, e la loro rabbia è comprensibile. È necessario che le istituzioni ascoltino le loro esigenze e che si impegnino a trovare soluzioni concrete per risolvere la crisi idrica. La situazione è grave e richiede un intervento immediato. La sopravvivenza dell’agricoltura siciliana è a rischio e non si può più perdere tempo. La rabbia degli agricoltori è un segnale chiaro che qualcosa non va e che è necessario cambiare rotta. Le istituzioni devono essere più attente alle esigenze del territorio e devono impegnarsi a trovare soluzioni concrete per risolvere i problemi. La crisi idrica è un problema complesso, che richiede un approccio integrato e una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. È necessario che le istituzioni, gli agricoltori e la società civile si uniscano per trovare soluzioni sostenibili per il futuro.
Di fronte alla crisi idrica, Legacoop Sicilia ha accolto con favore la proroga dello stato di emergenza per la crisi idrica annunciata dalla Giunta regionale, ma ha rivolto un appello per assicurarsi la garanzia di finanziamenti e interventi necessari per superare in via definitiva quella che non è più considerabile una temporanea difficoltà, ma piuttosto una condizione strutturale. Il presidente Filippo Parrino e il responsabile del settore agroalimentare e pesca Domenico Pistone mettono in evidenza la necessità impellente di conoscere nel dettaglio le misure programmate, che vanno dalla riqualificazione delle reti idriche alla realizzazione di nuove infrastrutture destinate all’approvvigionamento di abitazioni e aziende agricole, fino alla manutenzione di dighe e invasi. Legacoop evidenzia come dopo un anno servano misure concrete a sostegno dell’agroalimentare, settore ormai al collasso per il terzo anno consecutivo a causa della crisi idrica. L’organizzazione Legacoop sottolinea come, a distanza di dodici mesi, siano necessari provvedimenti concreti per sostenere il settore agroalimentare, il quale si trova ormai in una situazione di collasso per il terzo anno di fila a causa della carenza idrica. Le cooperative e le imprese chiedono investimenti strutturali e una programmazione certa che permetta alla Sicilia di dotarsi finalmente di un sistema idrico efficiente. Le cooperative e le imprese del settore confidano in stanziamenti strutturali e in una pianificazione chiara, che consentano alla Regione Siciliana di implementare, finalmente, un sistema idrico performante. Legacoop Sicilia ha reso noto che richiederà prossimamente un incontro con il Governo regionale, con l’obiettivo di acquisire informazioni precise sull’ammontare e sulla destinazione dei fondi stanziati per tale comparto. La crisi idrica è un problema complesso, che richiede un approccio integrato e una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. È necessario che le istituzioni, gli agricoltori e la società civile si uniscano per trovare soluzioni sostenibili per il futuro. La proroga dello stato di emergenza è un passo importante, ma non è sufficiente. È necessario che vengano stanziati investimenti concreti per risolvere il problema alla radice. La Sicilia ha bisogno di un sistema idrico efficiente, che garantisca la disponibilità di acqua per tutti, sia per l’agricoltura che per l’uso domestico. La crisi idrica è una sfida complessa, ma non è impossibile da vincere. Con l’impegno di tutti, è possibile trovare soluzioni sostenibili per il futuro.
La situazione del Lago Arancio è un esempio emblematico della crisi idrica che sta affliggendo la Sicilia. La mancanza di acqua mette a rischio la sopravvivenza dell’agricoltura locale e richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni. Le proposte delle associazioni agricole sono concrete e dettagliate, e rappresentano una base solida per un piano di azione volto a risolvere la crisi idrica e a garantire un futuro all’agricoltura siciliana. È necessario che le istituzioni ascoltino le esigenze degli agricoltori e che si impegnino a trovare soluzioni concrete per risolvere il problema. La crisi idrica è un problema complesso, che richiede un approccio integrato e una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. È necessario che le istituzioni, gli agricoltori e la società civile si uniscano per trovare soluzioni sostenibili per il futuro. La Sicilia ha bisogno di un sistema idrico efficiente, che garantisca la disponibilità di acqua per tutti, sia per l’agricoltura che per l’uso domestico. La crisi idrica è una sfida complessa, ma non è impossibile da vincere. Con l’impegno di tutti, è possibile trovare soluzioni sostenibili per il futuro. L’agricoltura è un settore fondamentale per l’economia siciliana e non può essere abbandonata al suo destino. È necessario che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità e che si impegnino a dare seguito alle promesse fatte, adottando misure concrete per fronteggiare l’emergenza e per garantire un futuro all’agricoltura siciliana.
La crisi idrica in Sicilia ha radici profonde, che vanno oltre la semplice siccità. La gestione inefficiente delle risorse idriche, le infrastrutture obsolete e la mancanza di investimenti nel settore hanno contribuito ad aggravare la situazione. È necessario un cambio di mentalità e un impegno concreto da parte di tutti per risolvere il problema. Le istituzioni devono essere più attente alle esigenze del territorio e devono impegnarsi a trovare soluzioni concrete per risolvere i problemi. Gli agricoltori devono adottare tecniche di irrigazione più efficienti e devono diversificare le colture per ridurre il consumo di acqua. La società civile deve essere più consapevole del valore dell’acqua e deve impegnarsi a risparmiare questa risorsa preziosa. Solo con l’impegno di tutti è possibile superare la crisi idrica e garantire un futuro sostenibile per la Sicilia.
Oltre l’emergenza: una visione per l’agricoltura del futuro
La crisi del Lago Arancio e la più ampia emergenza idrica in Sicilia ci pongono di fronte a una riflessione più ampia sul futuro dell’agricoltura. Non possiamo limitarci a gestire l’emergenza, ma dobbiamo guardare avanti e costruire un modello agricolo più resiliente, sostenibile e capace di adattarsi ai cambiamenti climatici. Questo richiede un cambio di paradigma, che passa attraverso l’innovazione tecnologica, la diversificazione delle colture, la gestione efficiente delle risorse idriche e la valorizzazione dei prodotti locali. L’agricoltura del futuro deve essere in grado di produrre cibo di qualità, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori. Questo richiede un approccio integrato, che tenga conto delle esigenze del territorio e delle specificità di ogni singola azienda agricola. Non esiste una soluzione unica per tutti i problemi, ma è necessario trovare soluzioni personalizzate, che si adattino alle caratteristiche di ogni singolo contesto. L’agricoltura del futuro deve essere in grado di creare valore aggiunto per il territorio, generando occupazione e reddito per le comunità rurali. Questo richiede un forte impegno da parte delle istituzioni, che devono sostenere l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo, incentivare la diversificazione delle colture, promuovere la gestione efficiente delle risorse idriche e valorizzare i prodotti locali. L’agricoltura del futuro deve essere in grado di attrarre i giovani, offrendo loro opportunità di lavoro qualificato e ben remunerato. Questo richiede un forte impegno da parte delle istituzioni, che devono investire nella formazione e nell’istruzione dei giovani agricoltori, sostenere l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo e promuovere la creazione di nuove imprese agricole. L’agricoltura del futuro deve essere in grado di comunicare con i consumatori, spiegando loro i benefici dei prodotti locali e sostenibili e promuovendo un consumo consapevole. Questo richiede un forte impegno da parte delle istituzioni, che devono sostenere la promozione dei prodotti locali e sostenibili, incentivare la tracciabilità dei prodotti agricoli e promuovere l’educazione alimentare nelle scuole.
La crisi idrica in Sicilia è un’opportunità per ripensare il modello agricolo e per costruire un futuro più sostenibile per il settore. Non possiamo più ignorare i segnali che ci arrivano dal territorio e dobbiamo agire con urgenza per risolvere i problemi. L’agricoltura è un settore fondamentale per l’economia siciliana e non può essere abbandonata al suo destino. È necessario che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità e che si impegnino a dare seguito alle promesse fatte, adottando misure concrete per fronteggiare l’emergenza e per garantire un futuro all’agricoltura siciliana. La crisi del Lago Arancio è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. È necessario che le istituzioni, gli agricoltori e la società civile si uniscano per trovare soluzioni sostenibili per il futuro. La Sicilia ha bisogno di un sistema idrico efficiente, che garantisca la disponibilità di acqua per tutti, sia per l’agricoltura che per l’uso domestico. La crisi idrica è una sfida complessa, ma non è impossibile da vincere. Con l’impegno di tutti, è possibile trovare soluzioni sostenibili per il futuro. L’agricoltura è un settore fondamentale per l’economia siciliana e non può essere abbandonata al suo destino. È necessario che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità e che si impegnino a dare seguito alle promesse fatte, adottando misure concrete per fronteggiare l’emergenza e per garantire un futuro all’agricoltura siciliana.
Amici lettori, in un contesto di crisi come quella che stiamo vivendo, è fondamentale ricordare un principio base dell’agricoltura: la gestione oculata dell’acqua è essenziale per la sopravvivenza delle colture. Tecniche come l’irrigazione a goccia, che fornisce acqua direttamente alle radici delle piante, o l’utilizzo di sensori di umidità del suolo, che permettono di irrigare solo quando necessario, possono fare la differenza. Allo stesso modo, l’agricoltura di precisione, che sfrutta tecnologie avanzate per ottimizzare l’uso delle risorse, rappresenta una frontiera importante per un’agricoltura più sostenibile.
Ma non dimentichiamo che, oltre alle tecniche, è necessario un cambio di mentalità. Dobbiamo imparare a valorizzare l’acqua come un bene prezioso e a utilizzarla in modo responsabile. Solo così potremo garantire un futuro all’agricoltura siciliana e alle nostre comunità. Riflettiamo su questo: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contribuire a un uso più sostenibile dell’acqua?
Ulteriore sollecitazione concerne il recupero e il potenziamento della stazione di pompaggio dal fiume Belice, vandalizzata in precedenza.
Se rimesso in piena efficienza, questo impianto potrebbe riversare nel lago le acque provenienti dalle falde acquifere locali, garantendo una portata stimabile in più di 500 litri al secondo, corrispondenti a circa 8 milioni di metri cubi annuali.
Le associazioni di categoria insistono sulla necessità improcrastinabile di un’azione sinergica da parte delle istituzioni regionali, per allontanare il rischio di un tracollo del comparto agricolo dell’area.
In assenza di interventi tempestivi e ben calibrati, il sistema agricolo siciliano rischia di patire danni non rimediabili, con ripercussioni economiche e sociali di notevole portata.
Si caldeggia, peraltro, l’istituzione di una task force attiva h24, deputata a interventi urgenti sulla rete idrica.
Un’ulteriore proposta rilevante è lo scavo selettivo del bacino, volto ad accrescerne la volumetria.
Nel 2024, la privazione della metà dei volumi idrici necessari aveva già messo a dura prova la sopravvivenza di coltivazioni orticole, oliveti, agrumeti e frutteti.
La situazione odierna è ancora più drammatica: all’inizio del 2025, si dispone di soli 9 milioni di metri cubi, che rappresentano un misero quarto del fabbisogno previsto.
Le stime indicano la possibilità di effettuare solamente due o tre cicli irrigui.
Un numero esiguo di figure istituzionali, fra cui il sindaco di Menfi, Vito Clemente, gli assessori all’agricoltura Francesco Gagliano di Menfi, Francesco Dimino di Sciacca e la consigliera Daniela Campione, ha scelto di esprimere pubblicamente il proprio sostegno al comparto agricolo.
A fronte della crisi idrica, Legacoop Sicilia ha espresso parere favorevole alla proroga dello stato di emergenza per la crisi idrica, deliberata dalla Giunta regionale, ma ha lanciato un appello affinché si definiscano con certezza gli investimenti e gli interventi necessari per superare in modo definitivo quella che non può essere più considerata una criticità temporanea, bensì una condizione strutturale.
Il presidente Filippo Parrino e il responsabile agroalimentare e pesca Domenico Pistone rimarcano l’importanza di conoscere in dettaglio gli interventi pianificati: dalla riqualificazione delle reti idriche alla creazione di nuove infrastrutture per l’approvvigionamento di privati e aziende agricole fino alla manutenzione di dighe e invasi.
Legacoop sottolinea come, a distanza di un anno, si rendano indispensabili azioni concrete a sostegno del settore agroalimentare, ormai in ginocchio per il terzo anno consecutivo a causa della carenza d’acqua.
Legacoop mette in rilievo come, a un anno di distanza, siano imprescindibili azioni tangibili di supporto al comparto agroalimentare, ormai messo in ginocchio dalla penuria idrica per il terzo anno consecutivo.
Le cooperative e le imprese auspicano investimenti strutturali e una programmazione precisa che consenta alla Sicilia di dotarsi, finalmente, di un sistema idrico performante.
Legacoop Sicilia ha reso noto che solleciterà in tempi brevi un incontro con il Governo regionale al fine di conoscere l’ammontare e la destinazione delle risorse destinate al comparto.
Il presidente Filippo Parrino e il responsabile del settore agroalimentare e della pesca, Domenico Pistone, insistono sull’importanza di ottenere informazioni dettagliate sui progetti in programma: dalla ristrutturazione delle reti idriche alla costruzione di nuove infrastrutture per l’approvvigionamento di soggetti privati e aziende agricole, fino alla manutenzione di dighe e bacini idrici.
Le aziende cooperative e le altre imprese del settore si augurano che vengano effettuati investimenti infrastrutturali e che venga definita una programmazione dettagliata, in modo tale da consentire alla regione Sicilia di dotarsi, finalmente, di un sistema idrico che sia realmente efficace. Fra le richieste immediate, figura la puntuale e sollecita definizione delle risorse idriche fruibili per la stagione irrigua 2025, con precisa indicazione dei quantitativi disponibili e della relativa calendarizzazione.